Scritto nel 1893, questo romanzo si colloca nella parte di produzione che Virginia Tedeschi Treves, in arte Cordelia, dedicava alle letture per le donne.
Protagonista di questo romanzo è Renata, giovane nobile e ricca che vive in una cittadina di provincia con il padre, estremamente attaccato alle tradizioni e contrario ad ogni modernità. Renata comprende che il mondo va avanti e che bisogna confrontarsi ed abbracciare quanto di buono la modernità ci prospetta. L’occasione di rinnovamento viene data a lei, ed a tutta la città, dall’arrivo di una famiglia italo-americana, i Sangalli, che dopo aver fatto fortuna ritornano in Italia e portano con sé oltre a notevoli ricchezze idee nuove ed entusiasmo.
I Sangalli danno anzi nelle prime pagine del romanzo una dimostrazione di benevolenza e sensibilità per i problemi sociali, che manca alla nobiltà locale, organizzando una festa per il popolo in occasione del Natale, ed investendo parte della loro ricchezza in una fabbrica che porta occasioni di lavoro e di guadagno ai meno ricchi del territorio. Ma non possono cambiare il fatto di essere di estrazione borghese, quindi malvisti dai nobili conservatori come il padre di Renata, la quale invece vorrebbe frequentare assiduamente i due giovani Sangalli, Fanny ed Edoardo, due modelli di indipendenza “americana” che incarnano i suoi ideali.
Il romanzo però lascia ben presto la vena sociale per descrivere la tormentata storia d’amore tra Edoardo Sangalli e Renata, che contiene tutti gli ingredienti classici di questo tipo di narrativa: il contrasto tra il sentimento ed il dovere, la cugina frivola ed invidiosa, la gelosia, il desiderio di vendicarsi per un abbandono di cui non si comprendono le profonde motivazioni. E così Edoardo, nonostante la laurea in ingegneria e la sensibilità artistica, dimostra di essere egoista ed immaturo vendicandosi dell’abbandono di Renata con un matrimonio senza amore, che renderà infelice se stesso, la sua sposa, la loro sfortunata bambina e soprattutto Renata.
Il volume contiene anche una raccolta di recensioni delle opere di Cordelia, pubblicate sui giornali dell’epoca, che rappresentano uno specchio del gusto dell’epoca in tema di narrativa al femminile.
Sinossi a cura di Gabriella Dodero
Dall’incipit del libro:
Il conte Alberto Landucci, seduto accanto al fuoco, leggeva il giornale. Renata, sua figlia, una ragazza dal profilo di madonna e dal portamento altero, camminava su e giù attraverso l’immenso salone, per riscaldarsi.
— Che hai che non puoi star ferma — le chiese il padre interrompendo la lettura.
— Ho freddo, e finchè non farai mettere anche tu una buona stufa, come la zia Emilia, si morirà dal gelo.
— Tua zia è pazza; piange miseria e fa sempre nuove spese; i nostri vecchi si contentavano di riscaldarsi col camino, ed erano più sani e più forti di noi; poi una bella fiammata rallegra e ci tiene compagnia.
— Sarà benissimo; ma intanto io soffro, ho tanto freddo che non posso star quieta.
— Fa portare un po’ di legna; poi verrà gente, e avremo fin troppo caldo.
Renata s’avvicinò al cordone del campanello e gli diede una strappata con forza. Entrò un servo vecchio, un po’ curvo, vestito di nero, colla cravatta bianca e la faccia rasa; egli si fermò sulla soglia ad aspettare gli ordini.
Il conte senza parlare accennò al camino; il domestico, abituato a capire con prontezza gli ordini del padrone, andò tosto a prendere la legna, che posò sugli alari di quel maestoso focolare.
Renata prese un libro, si sedette accanto ad un tavolino sul quale ardeva una lucerna ad olio e finse di leggere; ma la sua mente vagava lontano, fuori dalle mura della sua casa, cupa, affumicata, dove il padre, nemico d’ogni progresso, non voleva apportare la più piccola innovazione.

