Cristoforo Colombo nacque a Genova nel 1451, figlio di Domenico e di Susanna Fontanarossa. Era il maggiore di quattro, tre maschi ed una sorella, e apprese il mestiere del padre di cardatore e tessitore di lana. Non seguì studi regolari, ed iniziò a navigare a 14 anni insieme con il fratello Bartolomeo. Divenne poi agente commerciale delle famiglie Di Negro, Spinola, e Centurione, giungendo ad ottenere il comando di diverse navi, facendo base a Lisbona. Era di statura alta, capelli biondo-rossicci e poi grigi, sicuramente esperto nella navigazione e rispettato per la sua competenza, non solo nel Mediterraneo, ma anche nell’Atlantico, avendo percorso sia la rotta per le Azzorre e le Canarie, sia la rotta verso l’Inghilterra e l’Irlanda; forse approdò in Islanda intorno al 1478.
Si sposò con Felipa Moniz Perestrello, e andò a vivere a Porto Santo presso la casa dei suoceri, dove nacque il figlio Diego nel 1480 o 81. Qui raccolse indizi sulla presenza di terre ad ovest, e grazie al fratello Bartolomeo, diventato cartografo a Lisbona, iniziò a raccogliere atlanti geografici; numerosi mappamondi dello stesso periodo presentano infatti le terre asiatiche come sponda occidentale dell’Atlantico. Colombo riteneva che l’Atlantico fosse molto più stretto di quanto si rivelò in seguito, e concepì il proposito di attraversarlo per raggiungere l’Asia. Fece quindi al re Giovanni II di Portogallo la proposta di finanziare una spedizione verso “il Cipango”, ma i suoi cartografi ritennero la sua teoria errata, e il re si dimostrò più interessato a spedizioni a sud verso le coste africane.
Avendo compreso che dal Portogallo non avrebbe ottenuto finanziamenti, Colombo nel 1485 lasciò Lisbona per la Spagna, e si recò con il figlio Diego a Palos. Seguirono sette anni di andirivieni per il regno di Castiglia, verso Cordoba ove risiedeva la Corte, e verso Siviglia dove risiedevano banchieri fiorentini. Introdotto alla presenza dei Sovrani nel 1486, fece presente che gli abitanti del Catay e del Cipango avrebbero potuto essere convertiti al Cristianesimo dalle spedizioni che lui proponeva; i dotti però contrapponevano alla sua esperienza di marinaio le dottrine antiche, da Aristotele a S.Agostino, per le quali un viaggio verso ovest sarebbe stato senza ritorno. Si stabilì a Cordoba come cartografo e andò a convivere con Beatriz Enriquez Arana, madre nel 1588 del secondogenito Fernando; i due non si sposarono mai. Il fratello Bartolomeo cercò di aiutare Cristoforo a trovare finanziamenti per il suo progetto, e andò a questo scopo in Inghilterra e Francia, mentre i sovrani spagnoli proseguivano la guerra per la cacciata dei Mori dalla Spagna. All’inizio del 1492, con la caduta di Granada, i regnanti spagnoli poterono dare spazio alle richieste di Colombo, che furono accettate nelle “Capitolazioni” dell’aprile 1492 (si possono leggere nella Raccolta c**ompleta degli scritti che è presente su Liber Liber). Reclutato faticosamente un equipaggio a Palos, Colombo ne partì il 3 agosto 1492; i dettagli di questa impresa possono essere letti nella già citata Raccolta c**ompleta e non li riporteremo qui.
Al ritorno, Colombo fu gettato da una tempesta nelle Azzorre, di qui fu portato alla presenza del re del Portogallo, che si rammaricò di non avere accettato di finanziare i viaggi di Colombo; lo congedò con un dono, e gli permise di tornare in Spagna, dove fu accolto trionfalmente dai Sovrani, che aveva già informato scrivendo loro da Lisbona. Colombo ripartì nel settembre 1493 con 17 navi, accompagnato dal fratello Giacomo (detto Diego) e dal figlio Diego. Del secondo viaggio si trova la cronaca nella suddetta Raccolta c**ompleta; trascorse quindi nelle isole da lui scoperte quasi tre anni, ritornando nella primavera del 1496. Furono mosse contro di lui numerose accuse, motivate da invidia e desiderio di sottrarre al suo controllo le ricchezze delle “Indie”, ma nessuna fu provata. Ripartì quindi nel 1498 al fine di stabilire i confini delle terre da lui scoperte, mentre i primi coloni da lui lasciati sulle isole iniziavano a combattere con i locali. Fu sostanzialmente esautorato dal governo delle terre da lui scoperte con l’arrivo nel 1500 del governatore Bobadilla, e ritornò in Spagna in catene. La Regina lo liberò al suo sbarco, ma pur conservando le “decime” sui redditi, non fu mai più incaricato come vicerè. Il quarto ed ultimo viaggio partì nel 1502, stavolta con Bartolomeo ed il figlio Fernando. Dopo numerose vicissitudini, descritte anche esse nella Raccolta c**ompleta, Colombo tornò in Spagna solo nel novembre del 1504, gravemente ammalato, e morì nel maggio del 1506 a Valladolid.
Colombo fu sepolto a Las Cuevas; nel 1544 la salma fu portata nella cattedrale di Santo Domingo, e nel gennaio 1796 in quella de La Havana. Nel 1899 infine la salma fu trasferita a Siviglia, ma si ritiene che probabilmente la salma trasferita nel 1796 fosse erroneamente quella del figlio Diego, e che quindi i resti di Colombo siano tuttora a Santo Domingo.
La fonte principale di informazioni sulla vita di Colombo, oltre ai suoi scritti autografi, raccolti per il lettore italiano nella Raccolta completa disponibile su Liber Liber, è la biografia scritta dal secondogenito Fernando (il cui originale spagnolo andò perduto; fu tradotta e stampata a Venezia nel 1571). Molti però dubitano di questa fonte, mentre ritengono assolutamente degna di fede l’opera di Bartolomé de Las Casas, che per scrivere la sua Historia de Las Indias consultò gli archivi dei Colombo e che in parte riprende informazioni scritte da Fernando. Tra gli studi moderni, i più quotati sono di S. E. Morison e P. E. Taviani; nel 1931 la città di Genova pubblicò poi tre volumi contenenti documentazione sulla sua famiglia (padre e nonno), risolvendo il cosiddetto “mistero” circa le sue origini genovesi.
Fonti:
- Dizionario biografico Treccani
Note biografiche a cura di Gabriella Dodero
Elenco opere (click sul titolo per il download gratuito)
- Raccolta completa degli scritti di Cristoforo Colombo ad illustrare e documentare la scoperta dell’America
Recati in italiano corredati di note e di una introduzione e dedicati a sua maestà Vittorio Emanuele 2. Re d’Italia
Questo corposo testo, stampato a Lione nel 1865, contiene la traduzione italiana degli scritti di Colombo, provenienti da varie fonti archivistiche spagnole. Vi si possono leggere i diari dei quattro viaggi verso “le Indie”, e molti altri documenti, testimonianze vive delle svariate conoscenze del grande genovese.