Scritta tra il 1357 e il 1358, pervenutaci largamente incompleta, la cronica dell’anonimo è incentrata sulla figura di Cola di Rienzo, il popolano celebrato anche dal Petrarca, che nel 1347 si fece proclamare tribuno rovesciando il potere dei nobili. Per la lingua usata, il volgare romano ancora non contaminato dagli influssi toscani, la cronica è un testo letterarario oltre che storico molto importante.
Dall’incipit del libro:
Dice lo glorioso dottore missore santo Isidoro, nello livro delle Etimologie, che lo primo omo de Grecia che trovassi lettera fu uno Grieco lo quale abbe nome Cadmo. ‘Nanti lo tiempo de questo non era lettera. Donne, quanno faceva bisuogno de fare alcuna cosa memorabile, scrivere non se poteva. Donne le memorie se facevano con scoiture in sassi e pataffii, li quali se ponevano nelle locora famose dove demoravano moititudine de iente, overo se ponevano là dove state erano le cose fatte: como una granne vattaglia overo vettoria […] tristezze, disconfitte inscolpivano […] e aitri animali in sassi overo iente armata, in segno de tale memoria. E queste sassa fonnavano in quelle locora dove le cose fatte erano, in segno de perpetua memoria.




