Dall’incipit del libro:
Il tempo miserabile consumi
Me, la mia gioia e tutta la speranza
Venga la morte pallida e mi dica
Pàrtiti figlio.
Un dopopranzo, sdraiato sull’erba
Pieno di cibi e di languore, anch’io
Alla donna insaziata e battagliera,
E ben lontana,
Avrei fatto dei versi deliziosi:
Mi rose e avvelenò fin dall’infanzia
Una cucina perfida e nefanda
Il gusto fine.
La morte magra e seria ha nella voce
Un’armonia che pure io gusto tutta
Ma il mondo grasso l’ha scomunicata
E la disprezza
I ricchi son potenti al giorno d’oggi
Fanno le leggi e decretan la fame
Ai poveretti che cercan nel mondo
Un ideale
L’ideale emaciato e affievolito
Va con occhi infantili ed incosciente
Vende [- – -]


