Emilio Chiocchetti nacque a Moena, provincia di Trento, in val di Fassa, il 20 settembre 1880.
Iniziò i suoi studi al convento delle Grazie in Arco, trasferendosi poi al convento di Rovereto e di Trento per compiere gli studi liceali e teologici che lo portarono allāordinazione sacerdotale come francescano nel 1903. Si laureò in filosofia nel 1908 studiando nel Collegio Internazionale di S. Antonio a Roma; perfezionò i suoi studi filosofici allāUniversitĆ Cattolica di Lovanio, a quella di Bonn, a Fulda e a Vienna.
Nel 1909 era insegnante al liceo interno dellāOrdine dei minori a Rovereto. Riprese questo insegnamento nel 1912 dopo i viaggi di perfezionamento. Fin dal 1922 fu docente allāUniversitĆ Cattolica di Milano dove si preparò per conseguire la Libera Docenza che ottenne nel 1924; nel 1929 vinse il concorso per la cattedra di storia della filosofia moderna.
Negli anni precedenti la prima guerra mondiale fu catalizzatore per le attivitĆ dei giovani irredentisti e diresse a questo scopo la āRivista tridentinaā. Per questa ragione allo scoppiare del conflitto lāAustria lo destinò al confino a Schwaz, oltre il Brennero, dove rimase fino al 1918, con una breve parentesi a Vienna.
Al termine del conflitto di stabilì a Cles. Chiocchetti utilizzò questo periodo per approfondire i suoi studi e la sua indagine speculativa che lo portarono a interpretare la filosofia agostiniana come filosofia del cristianesimo, in maniera da poter operare una sintesi tra filosofia teologia e fede.
Dopo la guerra, tra il 1818-1819 fu colpito da encefalite letargica che fu pandemica al termine della guerra in tutta lāEuropa occidentale dopo essere stata presente in Spagna Austria e Francia fin dal 1916. La contemporaneitĆ di tale pandemia con quella dellāinfluenza spagnola causò almeno tante vittime quante quelle causate dallāevento bellico. Nonostante la pericolositĆ della malattia il Chiocchetti potĆ© ristabilirsi quel tanto da poter lavorare, avendo mantenuta illesa lāattivitĆ mentale e quella affettiva. La malattia ĆØ comunque progressiva e lui stesso non poteva sfuggire al suo avanzamento inesorabile.
Fu promotore della creazione di una āCasa di Famiglia maternaā in Rovereto e di unāanaloga struttura a Milano. Secondo padre Raffaele Centi, che fu suo discepolo, lo stimolo per questa intrapresa provenne da una terziaria francescana che gli parlò della sorte difficile di tante madri nubili āsulle quali lāincoscienza la cattiveria e il vizio avevano lasciato tracce profondeā.
Fin dal 1913 collaborò con padre Gemelli alla āSocietĆ italiana per gli studi filosofici e psicologiciā. Una sua relazione dedicata allāuniversale concreto e allāuniversale astratto, poi pubblicata come introduzione al volume di Chiocchetti su Croce e sulla āRivista di filosofia neoscolasticaā, suscitò ampio dibattito tra gli studiosi dellāepoca. Chiocchetti sosteneva la concezione organica del reale contro la concezione atomistica, la quale può essere esposta in questi termini:
Ā«come un atomo ĆØ, non solo distinto, ma anche indipendente, per essere quello che ĆØ, da un altro atomo, cosƬ diversi corpi, considerati come atomi, non dipendono che accidentalmente fra loro: lāesistenza dellāuno non inchiude lāesistenza dellāaltro o degli altri; lāattivitĆ dellāuno non inchiude lāattivitĆ dellāaltro o degli altri. Tra i diversi corpi il rapporto non ĆØ che accidentale, esterno. Le cose non tendono dal loro intimo cuore lāuna dallāaltra, non si chiamano, per dirla metaforicamente, lāuna dallāaltra con voce scaturente da un palpito profondo dellāessere, immanente nellāintimissimo essere compenetrato con lāintimissimo essere, come anelito allāintegrazione dellāessere singolo con lāessere universale. Nella concezione atomistica le cose sono invece lāuna accanto allāaltra rinchiuse nella sfera della propria individualitĆ : lāuna accanto allāaltra, senza palpiti o fremiti di tendenza intima e naturale dellāuna per lāaltra. CosƬ tutta la realtĆ .Ā»
Ho riportato questa citazione che mi pare emblematica del pensiero di Chiocchetti che egli sviluppa sia nel suo testo su Croce che in quello su Gentile (sono le sue due opere più note). Certamente Chiocchetti si era sforzato di proporre una concezione nuova del reale, nella quale tuttavia spesso la visione storica del reale si sovrapponeva a una interpretazione filosofica e metafisica, risultando in ultima analisi piuttosto confusa. Più volte la critica ha imputato al Chiocchetti, in relazione a questi due suoi studi, di aver applicato due metodi diversi ed opposti nella valutazione dei due filosofi italiani. Ma ĆØ fuori di dubbio che nellāambito del pensiero cattolico questi studi siano stati di stimolo per cogliere alcune peculiaritĆ del pensiero moderno. In ultima analisi lāarmonia e lāorganicitĆ del reale corrisponde, nel pensiero di Chiocchetti, alla sua concezione francescana del mondo. Nonostante sia stato spesso accusato di idealismo, rifuggiva da tale accusa. Il volume su Croce si conclude con questa frase:
Ā«di fronte al neohegelismo italiano, cosƬ del Croce come del Gentile, e di fronte ad ogni forma di idealismo immanentistico, la nostra posizione ĆØ ben precisa. Con lo sguardo fisso a tutta la storia della filosofia ā da Socrate a noi ā e alle esigenze immortali della ragione, noi superiamo ā non affermando ma dimostrando ā lāimmanentismo assoluto dellāessere con la dottrina della trascendenza dellāEssere infinito, principio attuale e termine attuale ultimo dellāessere finito; e alla soggettivitĆ idealistica opponiamo la soggettivitĆ realistico-idealistica del conoscereĀ».
La malattia però gli impedƬ di proseguire efficacemente il proprio lavoro che era proseguito in maniera feconda almeno fino al 1930. Dovette abbandonare la cattedra allāUniversitĆ cattolica del S. Cuore e si ritirò in convento a Rovereto. Aveva in programma e stava lavorando a un testo che avrebbe intitolato La visione cattolica della vita.
Nel 1951 si era recato al paese natale il cui parroco era suo fratello e al quale era molto legato. Da un anno era quasi cieco. MorƬ a Moena il 27 luglio 1951.
Fonti:
- Fr. A. Gemelli, In memoria di P. Emilio Chiocchetti, O.F.M. In «Rivista di filosofia neoscolastica», Vol. 43 n. 4 Luglio-agosto 1951.
- R. Centi, Un filosofo francescano, p. Emilio Chiocchetti. Trento 1989.
- G. Faustini, (a cura di) Emilio Chiocchetti, Antonio Rosmini e la cultura trentina: un filosofo ladino tra Trentino ed Europa. Trento 2008.
Note biografiche a cura di Paolo Alberti
Elenco opere (click sul titolo per il download gratuito)
- La Divina Commedia nellāinterpretazione del Croce e del Gentile
In questo breve saggio l'autore dichiara un suo schematico profilo di aderenza ai dogmi cattolici nellāinterpretazione della Divina Commedia, anche se a tratti limitato nelle argomentazioni. Dante ĆØ cattolico, afferma egli perentoriamente, e quindi ogni interpretazione della Commedia diventa oltremodo semplice.