Dall’incipit del libro:
Siccome una delle principali cose che appartengono alla storia di ogni uomo savio è che si sappia la sua patria e origine perché sogliono esser più stimati quelli che da grandi città e da generosi progenitori procedono, alcuni volevano che io mi occupassi in dichiarare e dire come l’Ammiraglio procedette di sangue illustre, ancorché i suoi padri per malvagità della fortuna fossero venuti a grande necessità e bisogno, e che avessi mostrato come procedevano da quel Colone di cui Cornelio Tacito nel principio del duodecimo libro della sua opera dice che condusse prigione in Roma il re Mitridate, per lo che dice che a Colone furono date dal Popolo Romano la dignità consolari, e le aquile, e tribunale, o tenda consolare. E volevano che io facessi gran conto di quei due illustri Coloni suoi parenti, dei quali il Sabellico descrive una gran vittoria ottenuta contro i Veneziani, secondo che nel quinto capitolo sarà da noi raccontato. Ma io mi ritrassi da questa fatica, credendo ch’egli fosse stato eletto dal nostro Signore per una così gran cosa qual fu quella che fece, e perché aveva ad essere così vero apostolo suo quanto in effetto fu, volle che in questo caso imitasse gli altri i quali, per pubblicare il loro nome da mari e da riviere egli elesse, e non già da altezze e da palagi, e che imitasse lui stesso, ch’essendo i suoi maggiori del regal sangue di Gerusalemme, gli piacque che i suoi genitori fossero men conosciuti. Di modo che, quanto atta fu la sua persona e adorna di tutto quello che per così gran fatto conveniva, tanto la sua patria e origine volle che fosse men certa e conosciuta.


