Il testo è esemplato sull’edizione di Milano, presso Batelli e Fanfani, 1822; nelle complicate vicende delle edizioni delle opere del Casti è ritenuta più attendibile rispetto alla prima, pubblicata sempre a Milano presso Pietro Agnelli nel 1802 ed è quella usualmente utilizzata nelle proposte antologiche correnti (vd. Letterati, memorialisti e viaggiatori del Settecento, a cura di E. Bonora, Milano – Napoli 1951, pp. 1029-1042, 1133).
Dall’incipit del libro:
Partii da Venezia col bajlo Foscarini il dì 30 giugno del 1788, e in dieci giorni si giunse a Corfù, isola fertile, e ricca specialmente in olj squisiti. La città non è nè bella, nè ben fabbricata, ma cinta di buone fortificazioni, difesa da due rispettabili castelli, e fornita di bella e copiosa artiglieria. Ella è capitale di tutto il levante veneto, e residenza de’ principali capi dell’armata di terra, e di mare. Tutto il tempo che ivi si restò fu impiegato in complimenti d’etichetta, e in cerimonie di rappresentanza, come colà è antichissimo uso di fare all’arrivo di ciascun bajlo.

