Il testo è pubblicato in collaborazione con la Associazione Mazziniana Italiana (http://www.associazionemazziniana.it/) che ringraziamo per aver concesso la pubblicazione nell’ambito del Progetto Manuzio.
Dall’incipit del libro:
– Quand’io, forzato dai tristi avvenimenti dei primi d’agosto del 1848, dovetti esulare, mi ritrassi nel cantone Ticino, là dove molti amici e confratelli di sventura andavano adunandosi, coll’intento di mantenere vivo in qualche modo il sacro fuoco della patria indipendenza e della libertà civile. Fu là che, poco di poi, mi ritrovai in più intimi contatti con quel potente e fecondo ingegno che fu Carlo Cattaneo.
Come la luce bianca, che risponde all’armonia visiva, risulta da un’intima consociazione di tante luci, che ci appaiono variamente colorate ove siano vedute ad una ad una, così io penso che l’ingegno umano, quando sia veramente compiuto, debba risultare da un’armonica consociazione di svariate facoltà intellettive e di studi non meno svariati.



