Giovanni Domenico Cassini nacque a Perinaldo nella contea di Nizza nel 1625.
A 25 anni fu eletto successore della cattedra del Cavalieri a Bologna, dove tracciò la famosa meridiana di S. Petronio. Primi frutti delle sue osservazioni furono le tavole solari, perfezionate rispetto alle precedenti, e una misura della parallasse del sole.
Il senato di Bologna lo inviò a Roma per difendere le ragioni dei bolognesi a proposito della navigazione del Po, e vi destò tanta ammirazione, che il pontefice gli affidò la soprintendenza delle fortificazioni di forte Urbano.
Nel 1668 pubblicò le Effemeridi de’ satelliti di Giove, con importanti scoperte sul quel pianeta.
Fu chiamato in Francia dal ministro Colbert per far parte della neonata Académie Royale des Sciences (uno dei primi 16 accademici che ne fecero parte) nel 1666. Era uno dei tre stranieri chiamati da Colbert, e Cassini riceveva lo stipendio più alto di 6000 lire francesi. Nel 1669 divenne astronomo e primo direttore dell’osservatorio appena fondato a Parigi.
Scoprì quattro satelliti di Saturno (Giapeto, Rea, Teti e Dione) dopo il primo individuato da Huygens, e, nel 1675, riuscì a ridurre l’anello di Huygens a un sistema di due anelli concentrici; la famosa divisione dell’anello di Saturno da quel momento porta il suo nome. Riuscì inoltre a rendere osservabili le rotazioni di Marte, Venere e Giove attorno ad assi.
Eseguì le prime reali osservazioni della luce zodiacale e studiò accuratamente le eclissi dei satelliti di Giove. In particolare osservò che i tempi necessari affinché un satellite riuscisse ad attraversare il cono d’ombra del pianeta erano dipendenti dalla distanza tra quest’ultimo e la Terra: questo fatto divenne argomento per determinare la velocità della luce. Studi che furono portati avanti dall’astronomo danese Olaf Römer che in base alle osservazioni di Cassini calcolò per la luce una velocità di circa 214.000 chilometri al secondo.
Ma proprio Cassini fu il più severo critico della spiegazione che Römer espose alla fine del 1676 all’Accademia delle scienze, in quanto tale spiegazione tendeva a chiudere in chiave anticartesiana la dibattutissima questione della velocità infinita o finita della luce.
I suoi studi astronomici lo condussero al calcolo della curva algebrica che viene appunto chiamata curva di Cassini o cassinoide o ovale di Cassini.
Tornò a Bologna nel 1695 per rivedere la meridiana. Rientrato a Parigi proseguì i lavori di Picard e di Lahire intorno al meridiano.
Determinante fu l’esperienza di Cassini per arrivare a lavorare sulla determinazione delle distanze stellari. Verificò che una via perseguibile era quella che puntava a ricavare la lunghezza di riferimento attraverso la misurazione rigorosa della distanza che separa la Terra da Marte, basandosi su conoscenze disponibili a proposito del rapporto tra le distanze di Marte e della Terra rispetto al Sole.
Si fece quindi promotore di un esperimento che, grosso modo, consisteva nella rilevazione simultanea della posizione di Marte in due stazioni astronomiche tra loro lontane, situate a Parigi e La Cayenne. Era così ricavabile un valore della distanza tra il nostro pianeta e il Sole: un valore inferiore a quello vero, e cioè pari a circa 132 milioni di chilometri, ma pur tuttavia tale da garantire una buona base per lo studio delle distanze stellari.
Le sue scoperte furono così numerose e importanti che Bailly disse che il Cassini valse più secoli dell’astronomia.
La Francia ebbe da Cassini la prima notizia dei pozzi modenesi, detti poi pozzi artesiani, come se fossero originari dell’Artois, mentre erano già noti appunto nello stato di Modena.
Nonostante la sua posizione di preminenza tra gli “illuminati” della metà del ‘600 insieme a Roverbal e Pascal, manifestò incertezze profonde sull’affermarsi del sistema copernicano.
Morì cieco a Parigi nel 1712.
Il figlio Jacques successe al padre nella carica di direttore dell’Osservatorio astronomico di Parigi, e così pure il nipote César-François e il pronipote Jacques-Dominique.
Fonti:
- Enrico Bellone: I nuovi regni della natura (cap. XVII del primo volume della Storia della Scienza diretta da Paolo Rossi); Torino, 1988.
- Alberto Mondini: Storia della tecnica, volume III. Dal Seicento al Novecento. Torino, 1977.
- Artemisia Zimei: Un grande scienziato Nizzardo, in «Camicia Rossa» Maggio 1944.
- Anna Cassini: Giovanni Domenico Cassini, uno scienziato del seicento. Comune di Perinaldo 1994.
Note biografiche a cura di Paolo Alberti.
Elenco opere (click sul titolo per il download gratuito)
- La meridiana del tempio di S. Petronio
Tirata, e preparata per le osseruazioni astronomiche l'anno 1655. Riuista, e restaurata l'anno 1695