Dall’incipit del libro:
SCENA PRIMA
Flavio, Lelio e Burasca.
FLAVIO– Voi mi date una cattivissima nuova, Signor Lelio, a dirmi che vostro padre vuole che voi andiate a Padova allo Studio, perché mi farà aviso di restar senza vita restando senza di voi che sete mio tanto caro amico e compagno; e quando ha egli fatto questa risoluzione?
LELIO– Dui giorni sono; né perché io gl’abbia detto ch’io non sono dedito alli studi, e che ancora per qualche amico suo gli abbia fatto parlare per me e raccordargli che non avendo altri figliuoli che me, doveria tenermi appresso di sé per piú cause, nondimeno nissuno non ha potuto impetrare grazia ch’io non vada, e insomma la sua resoluzione è questa, né vuole udire piú parole da nissuno.
FLAVIO– Ohimè, che cosa è questa ch’io odo? Oh, quanto mi date dolore poi che, partendo voi, non avrò piú con chi io possa conferire i miei pensieri, e tanto piú sento affanno, quanto che, trovandovi voi innamorato della Signora Ardelia e io della Signora Silvia, ci andavamo consolando l’uno e l’altro insieme, participando ora dell’allegrezze, ora delle passioni, le quali si ci andavano appresentando d’ora in ora, né succedeva accidente alcuno che non ne fossimo consapevoli insieme come cari e fidati compagni; e parimente ell’erano confederate insieme, e gl’amori nostri erano reciprochi. Ma ora che voi vi partite, ogni cosa andarà in conquasso, tanto dal lato di esse quanto dal nostro.


