Nacque a Venezia nel 1865, figlio del romanziere Enrico (un suo romanzo è disponibile su LiberLiber). Studiò al liceo Foscarini e poi all’Università di Padova, si laureò in Matematica nel 1886. Dopo un anno di perfezionamento a Roma, nel 1887 divenne assistente all’Università di Torino del professor E. D’Ovidio.
La sua prima attività scientifica, a Torino, fu nel settore della geometria proiettiva; ma presto avviò lo studio della “geometria sulla curva algebrica” basandosi su risultati algebrici di Riemann ed altri. In questi studi innovativi collaborò strettamente con Corrado Segre; si disse anzi che la geometria sulle curve algebriche nacque dalle conversazioni che i due ebbero passeggiando per Via Po. L’interesse scientifico si spostò dalla geometria proiettiva alle trasformazioni birazionali, argomento allora inesplorato.
Nel 1891 vinse a Roma la cattedra di Geometria Analitica e Proiettiva; l’anno successivo giunse a Roma Federigo Enriques che divenne suo valido collaboratore (due opere di Enriques sono disponibili su LiberLiber). Insieme studiarono le superfici algebriche irregolari; il matrimonio di Castelnuovo con Elbina Enriques fece sì che i due fossero soprannominati “i due cognati geometri”. Dalle ricerche di Castelnuovo e colleghi, l’Italia assunse un ruolo guida nel panorama europeo della Geometria. Pubblicò anche articoli scientifici sul calcolo delle probabilità, sui metodi statistici nella fisica, e si interessò alle riforme dell’insegnamento della matematica nelle scuole superiori. La sua ultima lezione fu tenuta a Roma nel 1935; fu quindi collocato ufficialmente a riposo dopo 44 anni di docenza.
Negli anni della persecuzione razziale, Castelnuovo si adoperò affinché i suoi allievi di origine ebraica potessero studiare in Svizzera, e affinché tali corsi fossero poi riconosciuti in Italia; si adoperò anche per la cosiddetta “Università segreta” per perseguitati politici e razziali. Nel 1943-44 rimase a Roma sotto falso nome nel periodo dell’occupazione nazista.
Nel 1944 fu nominato Commissario generale del Consiglio Nazionale delle Ricerche, poi divenne presidente del Comitato per la Matematica del CNR. Nel 1949 il presidente Einaudi lo nominò Senatore a vita. Contribuì anche alla rinascita post bellica dell’Accademia dei Lincei; morì nel 1952.
Fonte:
- Eugenio Togliatti, Castelnuovo, Guido, in Dizionario Biografico degli Italiani Treccani – Volume 21 (1978).
Note biografiche a cura di Gabriella Dodero
Elenco opere (click sul titolo per il download gratuito)
- Spazio e tempo secondo le vedute di A. Einstein
Con tanto che si è scritto per spiegare la teoria della relatività in modo semplice, tuttora non è facile trovare un testo così strutturato come quello di Castelnuovo: rigoroso scientificamente, comprensibile per chiunque abbia una cultura matematica a livello di scuola superiore, ricco di esempi. - Vito Volterra
Il breve saggio (1945), scritto da un grande matematico, Guido Castelnuovo, a proposito di un altro grande matematico, Vito Volterra, è una memoria scorrevole e leggibilissima, che riesce a far comprendere anche ai non esperti di Matematica quali fossero gli ambiti di studio e la vivacità di interessi che Volterra volle perseguire.