Dall’incipit del libro:
Leo era tornato in casa tutto contento. In premio dei buoni esami, il babbo lo aveva condotto alla inaugurazione della statua di un grand’uomo, di uno con tanto di barba — egli diceva ai fratellini e alle sorelline, non ricordandosi il nome — e d’una donna seduta lì sotto, con un bambinone nudo d’accanto. Che folla! Ministri, Senatori, Deputati! Bandiere e bande!… Signore alle finestre e ai balconi!…
Fratellini e sorelline stavano a sentirlo a bocca aperta, invidiandolo.
— Ora giocheremo alla statua! — egli conchiuse.
Durante la cerimonia non aveva pensato ad altro. Gli era balenata quasi subito quest’idea appena arrivato colà, e per ciò aveva osservato attentamente ogni particolare per poterli rifare tutti con precisione; sarebbe stato un gioco nuovo!
— Andiamo in giardino; vi spiegherò ogni cosa… Ma prima chiamiamo i Solerti.


