Dall’incipit del libro:
Don Emidio Lazzàra era un parroco gioviale. Aveva quarantacinque anni, ma non li dimostrava. Sua sorella Filippa che conviveva con lui nella Canonica, quantunque più giovane, sembrava ne avesse cinquanta. Forse contribuiva a questo il vestito nero, il fazzoletto bianco incrociato sul petto, i capelli tirati indietro, tutta quell’aria modesta, da monaca di casa, che a prima vista ingannava.
Non era brutta, aveva anzi un paio di occhi assai belli, espressivi, neri più del carbone, e labbra un po’ tumide, che sorridevano volentieri. Non si occupava soltanto delle faccende casalinghe, ma anche, dell’ordine della piccola sacrestia, mentre una vecchia contadina era incaricata di fare i servizi più grossi e di pulire la chiesuola, nelle ore che restava chiusa, tutti i giorni, meno che le domeniche.



