Luigia Codemo nacque a Treviso nel 1828 in una famiglia colta della media borghesia. Il padre Michelangelo era insegnante di lettere; la madre, Cornelia Sale, proveniva da una famiglia aristocratica vicentina, con un passato burrascoso culminato con il suicidio della madre Fiorenza Vendramin Sale, quando Cornelia aveva tre anni. Cornelia, poetessa come era stata la madre e come sarebbe stata la figlia, aveva sposato nel 1814 il conte Alvise I Mocenigo; dopo la morte di questi, nel 1837, sposò Michelangelo Codemo, di famiglia modesta e che era stato alle dipendenze della sua famiglia. Luigia fu la loro prima figlia.
Luigia, di spiccata e vivace intelligenza, tra il 1838 e il 1850 ebbe modo di fare frequenti viaggi in Europa. In quegli anni studiò pittura a Firenze e divenne una discreta artista. Alcuni suoi bozzetti, scene popolari, di campagna o di laguna, comparvero su riviste come “L’Illustrazione popolare” di Milano, “La Gazzetta” di Treviso e altre testate di livello locale. Nel suoi spostamenti venne a contatto con i più importanti rappresentati della classe intellettuale italiana; tra essi Alessandro Manzoni, Niccolò Tommaseo e Giuseppe Giusti. Nel 1848, l’anno delle grandi sommosse, Codemo rimase nella casa natale a Treviso, ma i temi che avevano agitato l’Italia e l’Europa li avrebbe raccontati ne La rivoluzione in casa (1869).
Era generosa d’animo, tenace, con qualche ruvidità di carattere, di piglio risoluto ed energico, intransigente con sé e con gli altri, operosa in attività filantropiche, con una sincera sollecitudine morale, un profondo amore e rispetto verso il popolo minuto, diffidente verso i ricchi e la gente del gran mondo.
Nel 1851 andò a vivere a Venezia e sposò Carlo di Gerstenbrandt. La coppia ebbe un solo figlio che morì prematuramente.
Il delicato, avventuroso, eccezionale periodo storico nel quale visse e operò Codemo la accomunò ad altri scrittori soprattutto dell’area del nord Italia, come Niccolò Tommaseo, Francesco Dall’Ongaro, Ippolito Nievo, per citarne alcuni; area nella quale era vivo il contrasto tra le condizioni difficili della popolazione sotto la dominazione straniera e le speranze e aspirazioni risorgimentali. Nel suo caso il risultato fu una scrittura, per alcuni poco curata, un po’ veloce, forse la si potrebbe definire ‘moderna’, ma nella quale è chiara l’influenza dell’opera di Balzac ed è viva una particolare forma di romanzo storico, in cui può essere individuata un’influenza manzoniana.
Nel 1856 la ventottenne Codemo pubblicò il suo primo romanzo, Le memorie d’un contadino, nel quale le vicende del giovane protagonista lasciavano trasparire il sentimento di adesione della scrittrice ai movimenti di indipendenza italiana. L’opera riscosse un certo consenso nel pubblico e nella critica.
Codemo scrisse moltissimo: liriche, romanzi, racconti, testi teatrali, saggi di critica d’arte e letteraria, resoconti di viaggio. Nelle sue opere è notevole l’osservazione psicologica dei personaggi, in particolare quelli femminili. Soggetto presente in quasi tutti i suoi scritti è lo stato della povera gente, sia essa misera gente delle campagne sia poveri derelitti di città, quasi sempre dell’alta Italia. Codemo poneva tutte le sue speranza di miglioramento e di riscatto della società nel Risorgimento.
Dopo numerose altre opere, nel 1869, come scritto sopra, fu pubblicato La rivoluzione in casa, tema del quale è la rivoluzione del 1848 ma vista attraverso gli occhi dei più deboli; viene narrata con partecipazione la loro difficile vita famigliare, viene raccontata la Storia attraverso le storie intime e quotidiane, senza pietismo e con qualche breve pennellata ironica.
I personaggi de La rivoluzione in casa compaiono ancora, con il procedere delle loro storie, delle loro vite, ne I nuovi ricchi (1876), del quale vale notare la Prefazione, nella quale Codemo dichiara esplicitamente il suo impegno all’uso di una lingua con molti accenti locali, quella che doveva essere ancora in molte parti d’Italia, se non tutte, il substrato dell’italiano; una scelta che portò la scrittrice a rifiutare un puro italiano letterario.
Luigia Codemo morì a Venezia nel 1898.
L’opera di Codemo è entrata nel progetto/monografia Le autrici della letteratura italiana. Bibliografia dell’Otto/Novecento, curato da Patrizia Zambon, all’interno del Dipartimento di studi linguistici e letterari dell’Università degli Studi di Padova (http://www.maldura.unipd.it/italianistica/ALI/principale.html). Si tratta di un lavoro dedicato in particolare alle scritture femminili degli ultimi due secoli, prezioso per riportare ad un giusto valore l’azione letteraria di nostre validissime e spesso dimenticate scrittrici.
Croce, pur tacciando Codemo di “segni troppo evidenti d’insufficiente e distratta cultura”, tuttavia riportò
«l’impressione che una scelta amorosa e severa, condotta in quelle tante pagine, darebbe un volume degno d’esser letto. Perché ‒ siamo sempre lì ‒ è fondamentale in uno scrittore la schiettezza e serietà del sentire, e ch’egli abbia un centro di riferimento di ogni suo sentire e pensare, sicché sia mosso a prender la penna non da dilettantismo, da vanità o da mestiere, ma da intima necessità.» (La letteratura della nuova Italia. Volume quinto, p. 88-89 dell’edizione Liber Liber)
Fonti:
- https://it.wikipedia.org/wiki/Luigia_Codemo
- Anita Zagaria, CODEMO, Luigia, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 26, Istituto dell’Enciclopedia Italiana, 1982. https://www.treccani.it/enciclopedia/luigia-codemo_(Dizionario-Biografico)/
- http://www.maldura.unipd.it/italianistica/ALI/codemo.html
- Adriana Chemello, Luigia Codemo : appunti per una biografia intellettuale, in in “altrelettere”, 21.3.201 https://www.altrelettere.uzh.ch/article/view/al_uzh-4/303
- Fabio Targhetta, Luigia Codemo, in Memoria scolastica, progetto School Memories between Social Perception and Collective Representation che riunisce varie Atenei italiani. Nel documento si indica che Codemo, con testamento datato 11.12.1894, dispose che una parte del suo patrimonio fosse destinato al Comune di Treviso per la creazione di un istituto scolastico per ragazze svantaggiate. L’inaugurazione sarebbe avvenuta l’1.12.1906 e ne venne ratificata la chiusura il 12.2.1975 con decreto regionale. https://www.memoriascolastica.it/persona/luigia-codemo
Note biografiche a cura di Claudia Pantanetti, Libera Biblioteca PG Terzi APS
Elenco opere (click sul titolo per il download gratuito)
- La rivoluzione in casa
- Scene e descrizioni illustrate
Scene e descrizioni illustrate è una raccolta estremamente eterogenea di racconti, divagazioni di viaggio, riflessioni sulla natura e sui caratteri, tanto che si viene quasi ad immaginare di aver in mano un diario personale, indubbiamente interessante, di appunti e considerazioni.