Mario CamisMario Camis nacque a Venezia il 31 maggio 1878 da genitori veronesi di razza ebraica.

Compì gli studi universitari dapprima a Bologna e poi a Roma dove si laureò in medicina nel 1902; il relatore della sua tesi fu Luigi Luciani.

Dopo la laurea intraprese le prime ricerche originali nell’ambito della fisiologia sperimentale, in particolare sugli effetti della vagotomia, intervento utilizzato per ridurre la motilità e quindi le secrezioni dello stomaco.

Nel 1905 entrò all’Istituto di Fisiologia dell’Università di Pisa dove fu assistente di Vittorio Aducco, realizzando tra gli altri uno studio biofisico sul calore di soluzione dei gas nel sangue e sul cuore isolato. Compì queste esperienze nell’istituto di Fisica diretto da Angelo Battelli.

Nel 1908 si trasferì in Gran Bretagna, dedicandosi sempre alla ricerca nell’ambito della fisiologia e sul comportamento ematico dei gas, in particolare sul legame tra emoglobina e ossigeno. Dapprima fu a Cambridge collaborando con John Newport Langley nello studio della contrazione muscolare, e successivamente a Liverpool con il futuro premio Nobel (1932) Charles Scott Sherrington insieme al quale fu protagonista della scoperta del fenomeno dell’occlusione del riflesso spinale, fenomeno che Camis spiegò come risposta dei centri motori a più afferenze convergenti. Sempre a Liverpool, Camis condusse ricerche rilevanti sui rapporti tra l’apparato vestibolare e i riflessi vasomotori e sull’attività vegetativa del cervelletto.

Pur mantenendo un atteggiamento eclettico nella sua attività di ricercatore, da questo momento i suoi interessi si concentrarono sempre più sulla neurofisiologia.

Nel 1911 rientrò a Pisa dove dimostrò le conseguenze di lesioni vestibolari e cerebellari sulla motilità. Tradusse in inglese in quell’anno il trattato del suo antico professore Luciani.

Nel 1913 sull’onda della notorietà acquisita per i suoi studi in Inghilterra, ottenne la direzione dell’Istituto di Fisiologia della Facoltà di Agraria e medicina veterinaria de La Plata, in Argentina, dove rimase fino alla prima guerra mondiale. Qui si dedicò a studiare il metabolismo intermedio dei glucidi e l’azione della florizina e del curaro, dimostrandone la funzione inibitoria del trasporto del glucosio e del sodio.

All’entrata in guerra dell’Italia Camis rientra in patria per arruolarsi come ufficiale medico. Quando la guerra sta per finire diventa vicedirettore dell’Ufficio Psicofisiologico dell’Aviazione militare a Torino. Gli studi di questo periodo relativi alle reazioni fisiologiche dei processi emotivi (usando metodi come l’analisi cronometrica) si concretizzano nella monografia “Il meccanismo delle emozioni” imperniata sulla confutazione dell’ipotesi di James e Lange (teoria periferica delle emozioni) sostenendo che i fenomeni fisiologici sono successivi a quelli psichici.Sempre negli anni immediatamente successivi alla guerra si dedicò allo studio dell’azione del simpatico sul movimento respiratorio e sull’emoglobina e, ancor più importante, alla ricerca sull’elettrofisiologia del cervelletto, e in particolare sui rapporti tra il cervelletto e la deambulazione.

Nel 1919 riprese la carriera universitaria a Parma dapprima come aiuto di Fisiologia e poi come incaricato. Divenne nel 1924 professore ordinario di Fisiologia generale all’Università di Parma dopo un brevissimo passaggio a Bari. Ebbe fra i suoi allievi Giuseppe e Giovanni Moruzzi (cugini fra loro) e Giulio Cesare Pupilli che modernizzarono la ricerca in fisiologia partendo dalla sperimentazione innovativa del loro insegnante.

Nel 1926 pubblica una indagine di fisiologia sociale dove dimostra lo stato di iponutrizione dei lavoratori italiani in relazione alle necessità caloriche del metabolismo in attività.

Nel 1928 scrive il suo trattato più noto, quello sulla fisiologia dell’apparato vestibolare, che venne tradotto in inglese nel 1930 da Richard S. Creen e citato ancora oggi nella letteratura scientifica internazionale. Sempre in questo periodo (1932) fu eletto socio corrispondente della categoria V (Scienze biologiche e applicazioni per la fisiologia) dell’Accademia nazionale dei Lincei.

A metà degli anni trenta divenne rettore all’università di Parma e quasi contemporaneamente partecipò come volontario alla guerra d’Etiopia, esperienza che gli consentì di produrre una monografia sul metabolismo delle zone tropicali (Somalia) e di ottenere una medaglia d’argento per il soccorso prestato a soldati feriti in condizioni di pericolo. Nel 1936 fu trasferito alla cattedra di Fisiologia all’Università di Bologna.

Il riconoscimento di essere il maggior neurofisiologo italiano del momento avvenne quando, nel 1938, gli fu affidata la redazione dei sei capitoli sulla fisiologia del sistema nervoso centrale del Trattato di Fisiologia diretto da Filippo Bottazzi. Sempre in quell’anno pubblicò una breve opera divulgativa: “L’apologo di Menenio Agrippa – Conversazioni fisiologiche”.L’ultima sua attività pubblica nella vita universitaria fu l’organizzazione del congresso internazionale di elettrofisiologia a Bologna in occasione del secondo centenario della nascita di Galvani.

Poichè proveniva da famiglia ebraica, la sua carriera di docente e di ricercatore fu bloccata dalle leggi razziali fasciste con la radiazione dai ranghi accademici e dall’Accademia Nazionale dei Lincei, nonostante fosse cattolico e fin dal 1930 fosse diventato terziario domenicano. Da anni era vedovo e senza altri parenti. Partì quindi nel 1939 in missione per le Filippine dove si dedicò alla medicina e all’insegnamento nell’Università Cattolica di quel paese. Nel 1940 fu ordinato sacerdote abbandonando definitivamente l’attività di ricerca.

I sintomi della malattia cardiaca che lo condurrà alla morte lo indussero al rimpatrio e Camis visse dapprima nel convento di San Domenico a Bologna prendendo il nome di Padre Alberto e si rifugiò a Roma durante l’occupazione nazista presso l’Istituto Pontificio Internazionale “Angelicum” dove insegnò psicologia ai seminaristi.

Terminata la guerra, nel 1945 Camis fu reintegrato all’Accademia Nazionale dei Lincei; tuttavia il 4 gennaio 1946 subì la seconda estromissione (unitamente a Tullio Terni e Carlo Foà) ad opera della commissione di epurazione, presieduta da Benedetto Croce e da Vincenzo Rivera, con l’accusa di filofascismo. Certamente Camis fu fascista; nessuno poteva essere rettore universitario negli anni ’30 senza aver giurato fedeltà al regime. La cosa ridicola è che l’epurazione veniva motivata nel seguente modo: “Fervente fascista, mentre era assistente di fisiologia a Pisa partecipò a spedizioni punitive quale gregario di squadre d’azione”. Camis aveva lasciato definitivamente Pisa e il posto di assistente che occupava nel 1913 ben prima dell’inizio dello squadrismo fascista.

Ricordato per la sua solida reputazione scientifica a livello internazionale che perdura a settant’anni dalla sua morte, non sarà il caso di voler analizzare le sue convinzioni politiche e le ragioni intime che lo condussero al cattolicesimo ben prima dell’entrata in vigore delle leggi razziali fino a intraprendere la vita religiosa e monastica. Resta un profondo disagio leggere i nomi di Camis, Terni e Foà nell’elenco che comprende importanti gerarchi del fascismo impegnati in prima linea nella disgustosa e dissennata campagna per la difesa della razza. E resta il contrasto tra il tributo che autorevoli premi Nobel (Sherrington e Adrian) e altri scienziati come Barcroft e Creed, inglesi e quindi rappresentanti del paese al quale l’Italia fascista aveva dichiarato guerra, vollero tributargli con lettere nell’ultimo periodo della malattia e con necrologio al momento della scomparsa, e il trattamento che gli riservò invece l’Accademia dei Lincei che lo espulse prima come ebreo e poi come fascista.

Morì a Bologna, 28 agosto 1946.

Opere principali:

  • On the Unity of motor centres, London 1909.
  • Il meccanismo delle emozioni. Storia, critica, esperimenti, Torino, Bocca, 1919.
  • Intorno alle condizioni alimentari del popolo italiano. Considerazioni statistico fisiologiche. In “La riforma Sociale”, 1926.
  • Fisiologia dell’apparato vestibolare, Bologna, Zanichelli, 1928.
  • Fisiopatologia della vecchiaia, Roma, La Nuova Antologia, 1935.
  • Note di Scienze biologiche e mediche, Roma, La Nuova Antologia, 1935.
  • Considerazioni sulla funzione della milza, Milano, 1935.
  • Metabolismo basale ed alimentazione in Somalia. Primo contributo alla fisiologia tropicale in Africa Orientale, Roma, Reale Accademia D’Italia, 1936.
  • Fatti e problemi riguardanti la regolazione simpatica del meccanismo respiratorio, Milano 1936.
  • Capitoli XVIII-XXII e XXVII in F. Bottazzi, Trattato di Fisiologia, volume II, Vallardi, Milano 1938.
  • L’apologo di Menenio Agrippa. Conversazioni fisiologiche, La Grafolito, Bologna, 1938.
  • Le leggi biologiche nel quadro della legge morale, Milano, Vita e pensiero, 1944.

Fonti:

  1. G. Moruzzi: Mario Camis (1878-1946). Arch. Di Scienze biologiche N. 32, 1948.
  2. G. Israel e P. Nastasi: Scienza e razza nell’Italia fascista. Bologna 1999.
  3. G. Berlucchi: La memoria ritrovata: ricordo di Mario Camis, un fisiologo nato. In: Giornata in ricordo di Tullio Terni e Mario Camis, Roma 12 marzo 2004. Atti dei convegni lincei 2012.
  4. G.C. Pupilli: Di P. Alberto, il fisiologo. “Bollettino di san Domenico”, Bergamo, 1941.

Note biografiche a cura di Paolo Alberti

Elenco opere (click sul titolo per il download gratuito)

  • Metabolismo basale ed alimentazione in Somalia
    Primo contributo alla fisiologia tropicale in Africa orientale
    Pur non sottolineando il rapporto di causa effetto, il suo studio mette tuttavia in rilievo come le condizioni nelle quali viene a trovarsi l’organismo umano siano determinanti per una esaltazione dell’attività metabolica (che Camis devinisce “tropicostimolo”) per la quale l’autore ipotizza il meccanismo endocrino plausibile che a questa esaltazione potrebbe essere sotteso.
 
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Mario Camis
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Camis, Mario
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