Peter CheyneyPeter Cheyney, il cui vero nome è Reginald Southouse Cheyney, nacque il 22 febbraio 1896 nel popoloso e cosmopolita quartiere di East End di Londra, ultimo di cinque figli. Suo padre era un pescivendolo ed era dedito all’alcol. Catherine, sua madre, donna forte e volitiva, gestiva un negozio di corsetteria in High Street a Whitechapel. I suoi tre fratelli e l’unica sorella si chiamavano Stanley, Sydney, Arthur ed Ethel. I ragazzi erano trascurati dal padre, che non partecipava quasi per nulla alle vicende della famiglia, preso dalle sue abitudini… Reginald, chiamato Reggie, crebbe nel quartiere popolare, dove si parlava e si parla il “cockney”, quartiere reso famoso letterariamente dal poeta Geoffrey Chaucer, l’autore dei Racconti di Canterbury, e teatro delle imprese criminali di Jack lo Squartatore.

Come i fratelli e la sorella, imparò molto presto la vita di strada, densa di scene di ubriachezza e di furti, su uno sfondo di musicisti itineranti; tutte immagini capaci di colpire la mente sveglia del ragazzino e che ritroveremo nella sua opera. Quando venne il momento di iscriverlo a una scuola, Catherine scelse l’Hounslow Commercial College, dove Reggie iniziò a imparare dattilografia, stenografia e contabilità, tutte cose che gli sarebbero state utili in seguito. L’esperienza durò solo diciotto mesi perché fu espulso. Catherine ne fu dispiaciuta e preoccupata. Reggie, che era molto affezionato alla madre, una bella donna di quarant’anni la cui immagine si potrà ritrovare spesso nei suoi futuri romanzi, fu addolorato e, trovata una scuola simile a Whitechapel, cercò di impegnarsi maggiormente.

Nel 1910, dopo quattro anni trascorsi in qualche modo sui banchi di varie scuole, Reggie, che era accanito lettore delle avventure di Dixon Brett, eroe dei “Penny Dreadful”, gli antenati del genere thriller e horror, sognava di entrare nel mondo degli affari o dello spettacolo. Quest’ultimo “progetto” era legato al fatto che suo fratello Arthur faceva allora parte della compagnia di Fred Karno e che a Londra il music hall era fiorente. La madre però non vedeva di buon occhio questo tipo di progetti. Aveva appena aperto una boutique di lusso nel West End e stava affrontando difficoltà e spese crescenti.

Quando Arthur lavorava al Coliseum, uno dei teatri più famosi dell’epoca, Reggie andava spesso ad applaudirlo. Arthur in particolare interpretò una commedia comica sulla polizia chiamata The Innocent Cop. Reggie la trovò molto divertente e poiché era abituato ad aggirarsi dietro le quinte, si presentò all’autore, George Carney – che fu anche attore e sceneggiatore cinematografico – il quale per l’appunto stava cercando qualcuno che lo aiutasse a riscrivere alcuni passaggi della sua commedia. Assunse subito Reggie che si dimostrò particolarmente abile. Carney lo presentò a uno dei suoi colleghi, Bransby Williams, che incaricò Reggie Cheyney di scrivergli uno schizzo. L’allora adolescente Cheyney si entusiasmò al punto di troncare definitivamente le attività scolastiche. Ma la storia stava preparando la tragica parentesi della prima guerra mondiale. Nell’agosto del 1914, Cheyney apprese con preoccupazione che avrebbe dovuto arruolarsi nei ranghi dell’esercito. Tuttavia, riuscì a posticipare la sua incorporazione, quindi svolse l’addestramento in una caserma al Lincoln’s Inn prima di essere inviato al fronte delle Fiandre, dove avrebbe potuto incontrare la sua futura collega americana Mary Roberts Rinehart, allora corrispondente di guerra per il “Washington Post”.

Al momento del congedo aveva il grado di tenente e fu insignito della “Victoria Cross” per il valore dimostrato al davanti al nemico. Per un breve periodo si diede alla poesia. Ma non perse di vista il mondo del teatro londinese, che suo fratello Arthur aveva invece abbandonato per tentare la fortuna a Broadway dopo aver conosciuto Charles Chaplin. Cheyney interpretò Shakespeare in provincia e salì sul palco del Coliseum solo come comparsa. Incontrò quindi un uomo d’affari, Thomas Harris, con il quale si unì. Harris era nel settore immobiliare e Reggie affittò una casa in New Oxford Street per creare una curiosa “agenzia di intrattenimento”, il cui vero scopo non è mai stato chiaramente definito.

Prese l’abitudine di trascorrere la maggior parte delle sue serate e notti nei club alla moda. È in uno di questi che incontrò una bellissima ballerina di ventotto anni, Dorma Leigh, di cui si innamorò subito. Dorma era già famosa e proprio in quel periodo a Reggie era appena stato offerto il ruolo di protagonista in una commedia musicale di Edgar Wallace che, all’epoca, si dedicava con passione a questo genere. Il fidanzamento di Reggie e Dorma fu celebrato con il pieno accordo di Catherine e il loro matrimonio ebbe luogo il 27 novembre 1919.

Durante la loro luna di miele a Parigi, gli sposi incontrarono il famoso editore Ferenczi. È a lui che Cheyney venderà la sua prima opera letteraria, un romanzo poliziesco intitolato L’ultima indagine dell’ispettore Ralston. Michael Harrison, l’entusiasta biografo di Cheyney, conobbe Ferenczi negli anni Cinquanta. Quest’ultimo gli spiegò come erano andate le cose:

“Cheyney mi diede il manoscritto una sera, dopo aver bevuto un bel po’ di whisky. Il giorno dopo tornò a trovarmi e quando gli chiesi quanto voleva, ha risposto: Cinquanta franchi.”

Ferenczi affermò anche di avere altri manoscritti di Cheyney che non si sa se siano mai stati pubblicati.

Essendogli stata revocata la pensione di guerra che aveva ottenuto in seguito a un incidente nella Somme, Cheyney si ritrovò con le spalle al muro. La sua strana agenzia, destinata, a quanto pare, a reclutare attori e drammaturghi, non stava dando frutti, iniziò quindi a scrivere per vivere. L’ombra del grande maestro del thriller, Edgar Wallace, aleggiava allora su tutta la produzione poliziesca inglese. Nel 1920, Agatha Christie aveva appena pubblicato il suo primo libro ma il giallo di “deduzione” non poteva ancora competere con le storie d’azione in cui si erano distinti autori come E. Phillips Oppenheim o William Le Queux. L’enorme successo di Wallace, fu di ispirazione per il giovane Cheyney desideroso di guadagnare molti soldi molto rapidamente.

Alla fine del 1922, riallacciò i contatti con una vecchia conoscenza, Gerald Verner, divenuto regista e principale autore dei soggetti e sceneggiature della collezione fumettistica dedicata al celebre eroe Sexton Blake, una sorta di versione inglese dell’americano Nick Carter, allora famosissimo. Cheyney gli offrì subito le prime pagine di un suo Sexton Blake. Verner le lesse e disse: «Non vale niente. Non lo vorrei per un centesimo.» Ma poco dopo la rivista mondana (oggi si direbbe tabloid) “The Bystander” accettò un racconto di Cheyney con un personaggio chiamato Krasinsky per il quale l’autore si era chiaramente ispirato ad Arsène Lupin trasferendo le sue avventure in Polonia.

Questa pubblicazione fu senza dubbio un incoraggiamento ma non portò soldi: le riviste prestigiose raramente pagano i loro collaboratori. Dorma era lei stessa disoccupata e la coppia attraversò un periodo di grande demoralizzazione. Fu allora che Cheyney ebbe l’idea un po’ bizzarra di aprire, con l’aiuto di Arthur che era tornato da New York dove aveva realizzato quasi niente dei suoi progetti nel mondo dello spettacolo, un negozio di abbigliamento per signore. Mentre Dorma e la loro amica Margaret Roxbury si prendevano cura dei pochi clienti, lui si chiudeva nel retrobottega e scriveva incessantemente. Durante l’estate del 1923, però, ci fu un doppio fallimento: quello del negozio e quello matrimoniale. Cheyney, sempre assorbito dai suoi tentativi di scrittore, aveva trascurato la graziosa moglie che si era progressivamente allontanata.

Mentre Dorma decideva di avviare una nuova attività sempre nel settore dell’abbigliamento, Cheyney scoprì un nuovo interesse: la radio. La BBC trasmetteva un gran numero di operette in quel momento. Insieme a Margaret Roxbury e due loro amici presentarono un progetto in quella direzione, il cui libretto era ovviamente di mano di Cheyney. Il direttore dei programmi accettò subito. Forte di questo successo, e senza smettere di scrivere racconti, si cimentò nel giornalismo e iniziò rapidamente a collaborare con diversi giornali, tra cui il famoso “Tid-Bits”. L’entusiasmo era tornato.

Nel 1926 trasformò la sua fantomatica agenzia in un “servizio letterario e giornalistico”, specializzato nella vendita di propri testi di canzoni. Sia come autore che come agente, Cheyney iniziò finalmente a guadagnare a sufficienza. Il “servizio” ampliò presto le proprie competenze, diventando un’agenzia teatrale, un’agenzia di stampa e persino – si potrebbe pensare – una stazione di polizia privata! L’attività di polizia di Cheyney non può essere trascurata. Ciò iniziò con la creazione di un’organizzazione di “affiancamento” durante lo sciopero generale del 1926, che vide l’emergere di corpi di polizia privata che affiancavano quelli consueti. Cheyney prestò giuramento il 12 ottobre 1927 e fu nominato “brigadiere temporaneo” della stazione di polizia di Bow Street. Non rinunciò a questi incarichi fino al 1936. Fu in questa occasione che conobbe il singolare ispettore capo Harold Brust. Questa ex guardia del corpo di alte personalità voleva pubblicare le sue Memorie e Cheyney si offrì immediatamente di scriverle. Due volumi che saranno pubblicati nel 1935 e nel 1937 dall’editore Stanley Paul, intitolati rispettivamente I Guarded Kings e In Plain Clothes, oggetti da collezione per gli appassionati di Cheyney. Ma la serie dei pezzi firmati Harold Brust apparve originariamente sulla rivista “Union Jack” con il titolo di Tinker’s Notebooks, dal nome dell’assistente di Sexton Blake. Cheyney entrò così sotto pseudonimo nell’attività della casa editrice, l’ingresso nella quale gli era stato impedito da Gerald Verner qualche anno prima.

Cheyney aveva presentato nel 1926 a un regista teatrale il testo di un’opera intitolata Danza senza musica. Il comitato di revisione l’aveva trovato goffo e aveva suggerito delle modifiche. Lo spirito cockney di Cheyney se ne risentì molto ed egli si riprese il suo scritto. La sua grande ambizione e la sua supponenza lo avevano reso sicuramente giornalista freelance noto e popolare, ma non sempre il più retribuito. Continuò quindi la sua vita da bohémien, tornando regolarmente nella casa di famiglia a Whitechapel, dove anche Arthur bazzicava spesso. Affittò quindi un minuscolo ufficio a Shoe Lane, a Holborn, condiviso con Harold Brust.

Nel frattempo Cheyney si era lasciato convincere dalle teorie del leader di estrema destra Oswald Mosley e presto si unì al suo partito, British Union of Fascists, partecipando a tutti i suoi raduni nell’East End. Nel frattempo scrisse una biografia del Principe di Galles, che fu pubblicata a puntate sul “Sunday Graphie”. Allan Sinclair, l’editore di questo giornale, diventerà un grande amico di Cheyney. In seguito scriverà:

“Si diceva che Peter fosse un fallito che, in seguito, aveva conosciuto la gloria. È un equivoco. In realtà viveva in sé quantità di esistenze, paragonabili a quelle che avrebbero poi popolato i suoi romanzi. Era un ragazzo immaturo che interpretava i cowboy e gli indiani. Se fosse ancora vivo oggi, penserebbe di essere un conquistatore dello spazio…”

Tutto ciò non impedì a Peter di essere gentilmente ma decisamente escluso dal “Sunday Graphie”.

Il 24 novembre 1935 (1934 secondo altre fonti), poche settimane dopo la morte della madre Catherine, sposò Kathleen Nora Walter (nata Taberer), già madre di due figli. Questo matrimonio gli porterà stabilità e tranquillità oltre che molto affetto. Viveva ora in un grande appartamento a Chesham Place, una zona residenziale ai margini di Hyde Park.

L’anno successivo segnò una svolta decisiva nella carriera di Cheyney, poiché, abbandonando i resoconti apocrifi delle imprese sempre più romanzate dell’amico Brust, si avvia finalmente alla composizione di un vero e proprio romanzo d’azione, presto accettato e pubblicato da Collins con il titolo This man is dangerous. Lemmy Caution è finalmente entrato in scena. Questo personaggio, nato dalla mitologia personale di Cheyney e che senza dubbio ha vissuto in lui per molto tempo una vita sotterranea, finalmente venne alla luce. Probabilmente non era sconosciuto ad Allan Sinclair, che aveva incoraggiato a lungo Cheyney a dedicarsi alla narrativa. Il successo fu immediato e travolgente. Lemmy Caution ovviamente doveva più al romanzo noir americano e ai suoi miti pulp che all’ambiente londinese di Cheyney. I suoi maestri erano i capostipiti del genere, pubblicati sulla rivista “Black Mask”, in particolare John Carroll, John Daly e Robert Leslie Bellem. Caution era il tipico “G-Man”, ispettore dell’FBI: si esprimeva in “slang” (e questo grazie ad un autore che non aveva mai attraversato l’Atlantico!). Quando apparve in copertina – illustrato da un amico di Collins, John Pizani – con il suo cappello floscio calato sugli occhi, il suo vecchio impermeabile e il suo scintillante fucile mitragliatore, Lemmy era il prototipo dell’eroe di “Black Mask” o di “Detective Stories”, e i critici inglesi ne furono entusiasti. L’ambiente gangsteristico descritto da Cheyney era tutt’altro che convincente, ma l’intuizione funzionò benissimo. Con uno stile certamente abile riuscì a coniugare l’universo notturno delle sue esperienze cockney con una moltitudine di fantasticherie romantiche forse a lungo compresse in lui e che ora fluivano liberamente. Cheyney aveva senza dubbio letto con passione anche la prosa di Damon Runyon, il geniale pittore dei bassifondi di New York, perché la sua scrittura ne è impregnata. Ma il suo stile era originale in tutti i sensi e il successo di pubblico era giustificato. Il secondo Caution apparve nel 1937 con l’ormai famoso titolo Poison Ivy, seguito a ritmo serrato da Dames don’t care e Can ladies kill? La sua agenzia riuscì a vendere i diritti di questi libri per l’America, cosa non certo da poco.

Peter Cheyney non poteva sicuramente legarsi a un solo personaggio. Era già apparso, alla radio e nei racconti, un’autentica creatura degli inferi del West End, un certo Alonzo Mac Tavish. Ma, soprattutto, il romanziere doveva lanciare nel 1938 un “duro” tipicamente britannico, sebbene il nome fosse irlandese: Slim Callaghan. Lo conosciamo in The urgent hangman, un romanzo ambientato a Londra, nei bar di Soho e nei piccoli hotel intorno a Victoria Station. Tuttavia, le influenze americane si percepiscono ancora. In particolare quella del Sam Spade di Hammett. Le sale da gioco sono proprio quelle del West End e i luoghi degli inseguimenti quelli dei primi film di Alfred Hitchcock, ma la messa in scena apparteneva invece a una tradizione completamente americana. I primi romanzi di Callaghan contengono senza dubbio il meglio della narrativa di Cheyney. C’è, venato di umorismo, sia il riflesso di una personalità originale che è quella del creatore stesso, sia l’intera gamma di colpi di scena del grande romanzo d’azione inglese. A questo proposito, Cheyney appare come il diretto antenato di autori come John Creasey, Ian Fleming, James Leasor o Gavin Lyall, solo per citarne alcuni.

Nel 1939 allo scoppio della seconda guerra mondiale Cheyney ebbe la delusione di non essere più idoneo al servizio militare, a causa delle cattive condizioni fisiche che preannunciavano i più seri problemi di salute futuri.

Questo portò a un ulteriore incremento della sua produzione letteraria; fra l’altro non aveva abbandonato le sue attività parallele – racconti radiofonici e racconti per riviste. Ma fu solo dopo la fine della guerra che le sue vendite iniziarono a salire: nel 1944 vendette oltre due milioni e mezzo di libri. Due editori condividevano la stampa delle opere di Cheyney: Collins, per i romanzi, e Faber & Faber per le raccolte di racconti. Fu con quest’ultimo editore che pubblicò nel 1941 una straordinaria antologia, Best Stories of the Underworld, contenente storie d’azione o di spionaggio di Somerset Maugham, Gerald Kersh, Edgar Wallace, Margery Allingham e Anthony Berkeley. Nella sua prefazione, Cheyney scrisse:

“Il mondo sotterraneo esiste – qualsiasi giornalista di cronaca nera può dimostrarlo – anche se non è facilmente accessibile con la metropolitana di Londra. E il mondo sotterraneo della nostra città resta il luogo più affascinante del pianeta, tanto più che è infinitamente meno accessibile di quelli di altre grandi città”.

Voleva così sottolineare un aspetto spesso trascurato dei grandi romanzieri d’azione. Edgar Wallace aveva dipinto la malavita londinese degli anni Venti; lui stesso, con una personalissima vivacità, attraverso i personaggi di Callaghan e Mac Tavish, dipinse il quadro di una città che non aveva assolutamente nulla da invidiare a New York. Callaghan appare talvolta più vicino ai personaggi di Graham Greene che a quelli di Sapper o Wallace. È anche il fratello più popolare e arrogante degli individui squallidi che Maugham presenta nei suoi racconti.

Cheyney si è sempre allontanato dai modelli standardizzati per dare una consistenza umana, tragicomica ma credibile, ai suoi personaggi. La lezione di Hammett gli era servita per descrivere la realtà, ma, una volta lanciato nell’avventura della narrativa, non ha mai smesso, nel corso di una breve carriera, di identificare con precisione la personalità di un individuo spavaldo e sfacciato, ma perseguitato dallo squallore e dalla sordidità della vita quotidiana, spesso anche alla maniera di Simenon. Peter Cheyney stava solo perfezionando il suo ritratto di un Cockney insoddisfatto con trucchi e abili artifizi di linguaggio. Forse era diventato quasi senza saperlo, un vero scrittore.

Nel gennaio del 1945 un giovane editore parigino di origine danese, Sven Nielsen, pubblicò Duel Dans L’Ombre (in originale Dark Duet), grazie all’intuito di Marcel Duhamel che aveva appena creato, alla Gallimard, la Black Series, pochi mesi prima che il successo e la fama di Peter Cheyney esplodessero anche a Parigi. Cheyney e il suo giovanissimo connazionale James Hadley Chase – il cui libro No Orchids for Miss Blandish era apparso nel 1939 – divennero da un giorno all’altro gli autori preferiti degli intellettuali parigini. Lo slang di Cheyney, amplificato dalle traduzioni dello staff di Duhamel, salì per alcuni all’altezza del genio di Hemingway o di Steinbeck. Questo effetto moda è stato giudicato molto negativamente dalla critica, e il romanziere Thomas Narcejac ha attaccato, in un opuscolo intitolato La fin d’un bluff, i fautori del nuovo romanzo nero:

“Peter Cheyney scambiava il contenuto con la forma, l’accessorio per l’essenziale; trascurando la situazione chiave del romanzo poliziesco, ha voluto enfatizzare i personaggi, l’ambiente sociale. È caduto nel luogo comune. Cheyney è ora prigioniero del suo sistema.”

Peggio ancora, Thomas Narcejac vedeva nei romanzi del ciclo di Callaghan un incitamento al sadismo, alla banalizzazione del crimine, pur riconoscendo “una selvaggia qualità del tono, una cadenza sincopata e brutale della frase che opera, superficialmente “a pelle”, un fascino equivoco e magnetico”.

Cheyney divenne rapidamente, nel dopoguerra, la figura più famosa del giallo anglosassone. Trentacinque romanzi, trenta raccolte di racconti, avrebbero immortalato il suo stile. Ma la vita inquieta che condusse, come fosse lui stesso un Callaghan della scrittura, doveva portarlo molto rapidamente alla fine. Nonostante le cure di una terza moglie sposata nel 1948 (dopo il divorzio dalla sua seconda moglie), morì all’età di cinquantacinque anni, il 26 giugno del 1951 per un attacco cardiaco al St. John’s Wood Hospital di Londra dopo aver ricevuto per ben tre volte l’estrema unzione.

Numerose le versioni cinematografiche che hanno preso a soggetto i suoi romanzi. Cominciò l’anno successivo alla morte di Cheyney, Henry Hathaway con Diplomatic Courier tratto dal romanzo Sinister Errand, che ebbe come protagonista Tyrone Power; ma fra tutti spiccano i due film di Jean-Luc Godard Alphaville, une étrange aventure de Lemmy Caution del 1965 e Allemagne année 90 neuf zéro, del 1991. Entrambi interpretati da Eddie Constantine il quale aveva già interpretato l’agente federale Lemmy Caution in film di altri registi e che complessivamente impersonò per ben quindici volte il più noto dei personaggi di Peter Cheyney.

Fonti:

Note biografiche a cura di Paolo Alberti

Elenco opere (click sul titolo per il download gratuito)

  • Affare fatto
    In questa settima avventura Lemmy Caution è alla ricerca del progettista scomparso di un bombardiere potentissimo, che potrebbe cambiare le sorti della Battaglia d’Inghilterra. Siamo nel 1941 e non mancano come sempre intriganti donne bellissime, tipacci, grandi bevute e una ricca dose d’ironia.
  • Che tipo, quel Caution!
    Secondo romanzo con protagonista il brillante detective Caution, sulle tracce di una banda alle prese con un carico di lingotti d'oro. La narrazione sempre scintillante si muove tra violenza ed ironia nel sottobosco della malavita di New York, in mezzo a sparatorie, pestaggi e drammatici incontri con perfide dark ladies.
  • È arrivato Lemmy Caution!
    Primo presentato in Italia con l'agente federale Lemmy Caution, questo “giallo d’azione” è certamente uno dei più spettacolari di Cheyney: tutta la vicenda è una vera e propria “corsa” a perdifiato contro gli avversari.
  • Intendiamoci bene...
    Quinto romanzo giallo della serie con Lemmy Caution protagonista, questa volta sotto copertura in Messico sulle tracce di un collega scomparso. Anche qui non mancano belle donne spesso infide, azioni audaci e spericolate, un pizzico d'ironia sullo sfondo di un intrigo internazionale.
  • Lemmy Caution e il drago blu
    Anche in questa nuova avventura, Lemmy Caution, sempre sensibile al fascino femminile ma senza mai perdere la sua concentrazione, si trova immerso in un'indagine nel misterioso e a volte losco mondo del porto e della Chinatown di San Francisco.
  • Mai un momento di quiete!
    Questa ottava storia di Lemmy Caution si svolge in Inghilterra, durante la II guerra mondiale. Lemmy è sulle tracce di una americana scomparsa, forse rapita, forse fuggita… Certo è che la storia è sempre ben complicata e piena di colpi di scena.
  • Pericolo pubblico
    Con questo primo vero e proprio romanzo d'azione, Lemmy Caution è finalmente entrato in scena. Con questo personaggio, il cui vero volto è svelato solo a metà circa del libro, Cheyney conduce la lettrice e il lettore in un continuo avvincente intreccio di equivoci tra bande rivali, doppi giochi continui, tradimenti e rese dei conti immediate e rimandate.
  • Roba da matti!
    In questa sesta avventura Lemmy si muove nel Vecchio Continente, prima in Francia e poi in Olanda, in una atmosfera notturna resa ancora più cupa dall’oscuramento vigente in tempo di guerra, ma non mancano grandi bevute e donne mozzafiato.
  • Si salvi chi può
    In questa ennesima avventura, oltre al mistero che l’agente deve risolvere, lettrici e lettori sono messi di fronte anche ad una mistero relativo alla vita sentimentale di Lemmy. Come andrà a finire?
 
autore:
Peter Cheyney
ordinamento:
Cheyney, Peter
elenco:
C