Uscito nel 1939, ed in italiano nel 1952, questo romanzo “giallo” vede ancora una volta come protagonista Lemmy Caution, il G-Man che tra belle donne e grandi bevute entra in azione quando il gioco si fa duro. In inglese il titolo era Don’t get me wrong e fu il quinto romanzo con Lemmy come protagonista; ne fu tratta un’opera cinematografica dal titolo Vous pigez (1955) (in inglese Diamond Machine, in italiano Donne, danni e diamanti) per la regia di Pierre Chevalier.
Questa volta Lemmy è in Messico, in incognito ed al di fuori della sua giurisdizione, sulle tracce di un collega che è scomparso senza lasciare traccia. Le due bellissime messicane Zellara e Fernanda, coinvolte con uomini pericolosi e altrettanto pericolose esse stesse, non riescono però a distrarlo fino al punto di dimenticare la sua indagine, che presto si estende ad un complesso intrigo internazionale. Tornato in USA, Lemmy riparte per la Francia, stavolta con la bellissima Georgette, moglie di un pregiudicato, poi interagisce con Juanella, anch’essa legata a un tipaccio. La sincerità non è la dote migliore di queste bellissime, e Lemmy lo impara a sue spese. Naturalmente però con un piano audace riuscirà a volgere le carte in suo favore e a chiudere la vicenda positivamente.
L’anonima traduzione italiana aggiunge un pizzico di vivacità ed ironia ad una storia che già nell’edizione originale non ne era affatto priva. Il colorito linguaggio di Lemmy, preso dallo slang della malavita USA, si colorisce ulteriormente in questo giallo con la traduzione nel linguaggio della malavita italiana. Alcune metafore divertenti sono più o meno conservate nella traduzione (“mi riempiranno di buchi, tanto da farmi assomigliare allo scialletto di sangallo della zia Mabel”, non differisce poi gran che dall’ “antimacassar“, il copridivano nella versione inglese). Ma la traduzione ne inserisce anche di nuove, così la semplice “gun” diventa l’affettuosa “berta“, e ne modifica altre preservandone il senso ironico: l’inutilità di “a phoney double eagle“, una moneta d’oro contraffatta, si trasforma nell’altrettanto inutile ma più ridicolo “piegabaffi di mio nonno“.
Sinossi a cura di Gabriella Dodero
Dall’incipit del libro:
Intendiamoci bene…
Per quanto mi riguarda, se vi piace il Messico, potete prendervelo tutto. Ve lo regalo con la mia santa benedizione. Non ne voglio nemmeno una fetta e rinuncio volentieri anche alla sabbia messicana che in questo momento mi tormenta le tonsille.
Aveva ragione sà o no quel capolavoro di ragazza di Matehuala? Vi garantisco che diceva la verità , quando affermava che da queste parti gli americani non possono fare piú nulla di buono da quando il loro governo ha litigato con quello messicano per via del petrolio.
Del resto, diceva la verità soltanto a mezzo. Nessuno ha mai combinato niente di buono in questo paesaccio, a parte i messicani. E se un messicano vi dà qualcosa, lo fa quando sta crepando e di quella tal cosa non ha piú bisogno.
Io forse non sono spassionato, ma preferisco trovarmi a naso a naso con una tigre bisbetica che non litigare con uno di questi lanciatori di coltello; preferisco fare il solletico sulla lingua a un coccodrillo che non dire a una pulzella messicana. che sono stufo della sua geografia.
All’altro capo della estancia, un tipo coi calzoni aderenti e un cappello ridicolissimo sta spiegando a una morettona che razza di torero in gamba era lui una volta.

