Pëtr Il’ič Čajkovskij nacque a Kamsko-Votkinsk, Russia, da un ingegnere minerario ucraino e dalla sua seconda moglie, una donna di nobili origini francesi. Iniziò a prendere lezioni di pianoforte all’età di sette anni. Studiò presso il Conservatorio di San Pietroburgo dal 1861 al 1865, diplomandosi con una sua composizione “Ode alla gioia” tratta da un testo di Schiller.
Nel 1866, fu nominato professore di teoria e armonia al Conservatorio di Mosca, fondato quell’anno, cattedra che gli fu offerta da Nikolaj Rubinštejn dietro raccomandazione di Anton, fratello di Nikolaj e primo maestro di Čajkovskij a Pietroburgo. Mantenne quella posizione fino approssimativamente al 1876.
Nonostante la sua omosessualità, il 18 luglio 1877 sposò, seppur con molta riluttanza, Antonina Miljukova, studentessa del conservatorio e sua fervida ammiratrice. Le conseguenze sulla psiche di Čajkovskij furono devastanti: costantemente in preda ad una fortissima repulsione verso la moglie, due settimane dopo il matrimonio scivolò nelle gelide acque della Moscova salvandosi in extremis (alcuni parlano di un maldestro tentativo di suicidio); una volta ripresosi fisicamente dall’incidente (che gli procurò solo un banalissimo raffreddore), si recò a San Pietroburgo colpito da esaurimento nervoso.
Nel corso della sua vita ricevette un generoso supporto economico e morale da parte della ricca vedova Nadezhda von Meck: questa, colpita in sommo grado dalla musica di Čajkovskij, divenne la principale finanziatrice del compositore, cui elargiva costantemente grosse somme di denaro che gli consentirono di abbandonare la cattedra al conservatorio per dedicarsi a tempo pieno alla composizione. Ella fu anche sua confidente privilegiata in virtù di una fitta corrispondenza epistolare che durò dal 1877 al 1890 per un totale di oltre 1200 lettere; i due, per loro precisa volontà, non s’incontrarono mai: s’incrociarono solo una volta durante una passeggiata, e lui cambiò strada. Tuttavia dopo 13 anni la corrispondenza cessò bruscamente, ufficialmente per bancarotta della mecenate, anche se in molti sostengono che la causa sia da addebitarsi alla scoperta dell’omosessualità di Pëtr Il’ič.
Soltanto nove giorni dopo la prima della sua Sesta Sinfonia (Pathétique) nel 1893 a San Pietroburgo, Čajkovskij morì. È opinione diffusa che si sia procurato la morte, anche se il modo e le circostanze sono ancora incerte: si è parlato di colera, assunto bevendo acqua infetta, anche se è più probabile l’avvelenamento da arsenico in quanto sappiamo che durante il funerale Rimskij-Korsakov si avvicinò alla salma, e in precedenza alcuni amici avevano baciata la fronte del defunto (è però anche vero che alcune scoperte scientifiche relative al morbo avevano reso giustamente le persone molto meno terrorizzate da una in sé remotissima possibilità di contagio). Si parla anche di un incoraggiamento al suicidio ricevuto da alcuni amici ed ex-compagni di scuola, affinché potesse evitare lo scandalo derivante da una relazione con un nipote dello Zar.
La sua tomba si trova al Cimitero Tichvin di San Pietroburgo.
Note biografiche tratte (e riassunte) da Wikipedia
http://it.wikipedia.org/wiki/Pëtr_Il’ič_Čajkovskij
Elenco opere (click sul titolo per il download gratuito)
- 6 Pezzi, Op. 19
- Amleto, ouverture-fantasia, Op. 67
- Capriccio Italien, Op. 45
Direttore: Yevgeny Mravinsky - Capriccio Italien, Op. 45
Direttore: Paul van Kempen
È l'omaggio che Čajkovskij volle fare ad un paese in cui era stato accolto con gioia e con affetto, rimasto molto soddisfatto del soggiorno e soprattutto tenne a dire che il comporre qui non è fatica. - Čerevički
(Gli stivaletti) - Concerto n° 2 in Sol maggiore per pianoforte e orchestra, Op. 44
- Concerto per pianoforte e orchestra n° 1 in si bemolle minore, Op. 23
Direttore: István Kertész
È uno dei concerti pianistici più eseguiti in tutto il mondo, celebre per la sua grandezza monumentale, ed è il più noto dei tre composti da Čajkovskij. - Concerto per pianoforte e orchestra n° 1 in si bemolle minore, Op. 23
Direttore: Arturo Toscanini - Concerto per violino e orchestra in Re maggiore, Op. 35
- La dama di picche, Op. 68
(Pikovaya dama) - Dumka per pianoforte in Do minore, Op. 59
Scéne rustique russe
La Dumka in do minore, op. 59 (1886) è una delle opere pianistiche di maggior successo del compositore. La dumka, una canzone popolare slava narrativa che passa bruscamente dalla malinconia all'euforia, è stata fonte di ispirazione per diversi compositori; la sua incarnazione più nota è probabilmente quella del popolare Trio "Dumky" di Dvorak, op. 65 (1890-1891). - Eugenio Onieghin
(Evgenij Onegin) - Francesca da Rimini, Op. 32
Direttore: Anthony Collins - Francesca da Rimini, Op. 32
Direttore: Yevgeny Mravinsky
Il suo carattere visionario e romantico decretò il successo del lavoro, attirandogli tra l'altro le simpatie del nazionalista Milij Alekseevič Balakirev che lo giudicò il capolavoro di Čajkovskij. Più tiepido diventò negli anni il giudizio dell'autore, alla continua ricerca della perfezione formale. - Il lago dei cigni, Op. 20
(Lebedinoe ozero) - Ouverture 1812, Op. 49
Direttore: Nikolay Golovanov - Ouverture 1812, Op. 49
Direttore: Victor Desarzens
Composizione per orchestra che commemora l'invasione francese della Russia, e la conseguente devastante ritirata dell'armata di Napoleone. - Quartetto per archi n° 1 in Re maggiore, Op. 11
- Romeo e Giulietta, Ouverture Fantasia da Shakespeare
- Lo schiaccianoci, Op. 71
(Ščelkunčik) - Sérénade mélancolique, Op. 26
Si tratta di un'opera minore del maestro russo ma di piacevole ascolto. Dopo una breve introduzione iniziale il violino intona il canto di una canzone a cui si accompagnano gli archi ed i corni che ripetono il motivo dominante di questa piccola composizione. - Serenata per orchestra d'archi in Do maggiore, Op. 48
Direttore: Yevgeny Mravinsky - Serenata per orchestra d'archi in Do maggiore, Op. 48
Direttore: Issay Dobrowen
Di quest'ultima opera Čajkovskij fu particolarmente soddisfatto fin dal primo momento; si tratta in effetti di una composizione dove dominano una grazia ed un senso di serenità raramente riscontrabili in altre opere del maestro di Votkinsk. - Sinfonia Manfred in Si minore, Op. 58
- Sinfonia n° 1 in sol minore, Op. 13
«Sogni d'inverno»
Lo stesso Čajkovskij ebbe a dire che la sua prima sinfonia era opera immatura ma che, in effetti, era migliore di tante altre successive sotto l'aspetto concettuale. - Sinfonia n° 2 in Do minore, Op. 17
«Piccola Russa»
Nell'opera sono presenti tre temi tratti da canzoni popolari ucraine; per questo motivo Nikolaj Kaškin, famoso critico moscovita dell'epoca e uno dei migliori amici del compositore, la soprannominò Piccola russa. - Sinfonia n° 2 in Do minore, Op. 17
«Piccola Russa»
La prima esecuzione dell'opera, che ebbe luogo a Mosca il 7 febbraio 1873 sotto la direzione di Nikolaj Rubinštejn, ebbe subito il plauso del pubblico e della critica. Nonostante il successo con cui era stata accolta, l'opera non soddisfaceva completamente il compositore, che tra il 1879 ed il 1880 ne operò la revisione. - Sinfonia n° 3 in Re maggiore, op. 29
«Polacca»
Questa sinfonia si distingue nella produzione del compositore per due motivi: è la sola ad essere in modo maggiore (se si esclude l'incompiuta Sinfonia in mi bemolle maggiore), ed inoltre è l'unica ad essere composta da cinque movimenti. - Sinfonia n° 4 in Fa minore, Op. 36
Direttore: Eugene Ormandy
La prima esecuzione ebbe luogo a Mosca il 10 febbraio 1878, diretta da Nikolai Rubinstein. La sinfonia divenne rapidamente un pilastro del repertorio classico e fu una delle opere più frequentemente eseguite alla fine del XIX secolo. - Sinfonia n° 4 in Fa minore, Op. 36
Direttore: Issay Dobrowen
Realizzata tra il 1877 ed il 1878, la sinfonia si divide in quattro movimenti della durata complessiva di quaranta minuti ed è composta a programma. - Sinfonia n° 4 in Fa minore, Op. 36
Direttore: Hermann Abendroth - Sinfonia n° 5 in Mi minore, Op. 64
Direttore: Guido Cantelli - Sinfonia n° 5 in Mi minore, Op. 64
Direttore: Paul van Kempen
La prima esecuzione ebbe luogo a San Pietroburgo il 17 novembre 1888, diretta dallo stesso compositore. L'accoglienza del pubblico fu favorevole, ma la stampa non condivise affatto questo entusiasmo, tanto che lo stesso Čajkovskij arrivò a dubitare della qualità della partitura. Oggi è una delle sue opere più popolari. - Sinfonia n° 6 in Si minore, Op. 74 «Patetica»
Direttore: Arturo Toscanini - Sinfonia n° 6 in Si minore, Op. 74 «Patetica»
Direttore: Herbert von Karajan
Per via delle tematiche presenti all'interno della stessa, la bellezza dei temi, la maturità compositiva ed il pathos che domina su tutta la sinfonia, può essere considerata una tra le più significative composizioni del musicista russo. - Suite n° 3 in Sol maggiore, Op. 55
Nella produzione orchestrale di Čajkovskij, la suite trova una sua collocazione particolare, come lo stesso musicista spiega in una lettera indirizzata nel 1884 alla sua benefattrice Nadežda von Meck: «Ho cominciato una nuova composizione in forma di suite. Trovo questa forma molto congeniale perché non vi sono restrizioni né obblighi di osservare una qualche tradizione o regola». - Trio in La minore per pianoforte, violino e violoncello, Op. 50
- Variazioni su un tema rococò, Op. 33
Per violoncello e orchestra
La composizione è strutturata in un tema e sette variazioni, otto nella versione originale. Pone difficoltà per il solista dovendo suonare di continuo nel registro alto usando il pollice capotasto.