Rafaele Contu nacque ad Arbatax frazione di Tortolì in provincia di Nuoro il 18 marzo 1895. Compì i suoi studi presso l’Istituto tecnico di Cagliari e si trasferì a Milano per frequentare la Scuola d’ingegneria al Politecnico.
Partecipò alla prima guerra mondiale come ufficiale di prima nomina dal 17 settembre 1915 e rimase assegnato fino al 25 dicembre 1919 al 12° reggimento di fanteria. Al momento del congedo fu promosso al grado di capitano per meriti di guerra.
Fin da studente seppe coniugare intellettualmente la conoscenza della scienza e della tecnica, oggetto dei suoi studi specifici, a quella dell’arte e della poesia, aspetti dell’attività umana per i quali sentiva grande passione.
Nel 1921 scrisse la Storia del 12° Reggimento di Fanteria di linea della Brigata Casale, e iniziava contemporaneamente l’attività di traduttore recando in italiano nel 1922, in collaborazione con Tomaso Bembo, il testo di Einstein Prospettive Relativistiche dell’Etere e della Geometria. In quegli anni gettare un ponte tra la cultura elitaria e quella di massa non era attività usuale e presentava notevoli difficoltà. Contu fu un precursore della divulgazione scientifica seguendo il proprio metodo e la propria sensibilità.
In questo ambito vanno viste le traduzioni, per esempio, di L’Evoluzione dello spazio e del tempo del chimico-fisico francese Paul Langevin, e Il mondo secondo la Teoria della Relatività. Introduzione elementare allo studio delle teorie einsteiniane sullo spazio e sul tempo di Harry Schmidt, del quale curò tre edizioni successive. Il suo desiderio di far conoscere e rendere comprensibile al grande pubblico le idee di Einstein lo indussero a tradurre l’opuscolo La teoria della relatività di Einstein di August Kopff e, dello stesso autore, I fondamenti della relatività einsteiniana, edizione curata insieme a Tomaso Bembo.
Attento anche ai progressi scientifici nell’ambito degli studi sulla struttura atomica, tradusse Dalle stelle agli atomi del geofisico norvegese Fredrik Carl Mulertz Stoermer. Di questo testo curò quattro edizioni successive introducendo anche in questa traduzione, in conformità alle proprie vedute e interessi, il saggio di Giovanni Battista Angioletti Arte e scienza.
Nel 1933 tradusse Stars and atoms di Arthur Stanley Eddington, direttore degli Osservatorî di Greenwich e di Cambridge, al quale Contu attribuì il titolo italiano di Luci dall’infinito per distinguerlo maggiormente ed evitare confusioni con Dalle stelle agli atomi di Stoermer che lui stesso aveva precedentemente tradotto. Nel 1934 tradusse anche I misteri dell’atomo del premio Nobel per la fisica George Piaget Thomson.
Ma la sua attività di divulgatore si estrinsecò anche e forse soprattutto grazie alla sua attività giornalistica. Argomenti di astronomia, zoologia, fisica, botanica, medicina, biologia, ma anche fisica atomica, trovarono nelle sue riviste un’eccellente trattazione, che portò a conoscenza del grande pubblico l’oscuro lavoro di insigni uomini di scienza. Collaborò a diversi giornali tra cui “Il Giornale d’Italia” e “Il Resto del Carlino”; fondò e diresse il settimanale “Battaglia” nel 1924 a Cagliari e dal 1926 condiresse la rivista “Fontana viva” insieme al suo fondatore Raffa Garzia. Ricoprì la carica di redattore capo del “Giornale di Sardegna” dal 1925, fino alla fusione con “L’Unione sarda”, di cui assunse la direzione nel 1929, anno in cui fu nominato segretario del PNF a Cagliari ed il giornale diventò organo di partito. Fu collaboratore del periodico “L’Italia che scrive” e, per la casa editrice Sonzogno di Milano, della rivista “La Scienza per tutti”, per la quale scrisse numerosi articoli di divulgazione scientifica.
Nel 1935 pubblicò un’edizione critica delle opere di D’Annunzio per la serie “Il Sodalizio dell’Oleandro”; in questo lavoro curò molti dettagli che, nell’esame della poesia di D’Annunzio, erano stati fino allora trascurati, come le variazioni lessicali e grafiche.
Fino a quell’anno aveva lavorato alla collezione de “I quaderni di Novissima” che aveva fondato nel 1933 insieme a Giuseppe Ungaretti con il quale era legato da una profonda amicizia.
Nel 1935 fondò, insieme all’editore Ulrico Hoepli – il quale morì nel corso di quello stesso anno – la rivista quindicinale “Sapere”, che si può definire la prima pubblicazione periodica italiana di divulgazione scientifica e tecnologica; Contu la diresse dal 1935, al momento della morte di Ulrico Hoepli, fino al 1939.
Nel 1939 fondò, per l’editore Mazzocchi, la rivista mensile “Panorama”.
Contu fu anche socio della sezione di Scienze militari della Società Italiana per il Progresso delle Scienze. Nel 1936 curò l’indice dei nomi del libro scritto da Ugo D’Andrea – giornalista politico e successivamente senatore – Mussolini motore del secolo. Pare che l’iniziativa di scrivere questo libro provenisse da Contu stesso che ne suggerì l’idea a D’Andrea.
Fu curatore anche dell’”Antologia Universale dei Classici” per l’editore Calogero Tumminelli,
Allo scoppio della seconda guerra mondiale assunse, con il grado di Colonnello, la direzione dell’Ufficio Stampa e Propaganda dello Stato Maggiore delle Forze Armate, che manterrà fino al settembre 1943.
Nei due anni seguenti Contu si dedicò allo studio dei Codici di Leonardo da Vinci ed alla trascrizione di alcuni manoscritti dello stesso frequentando con assiduità la Biblioteca Vaticana. In questo studio trovò conferme al proprio interesse da sempre coltivato per i rapporti che si sviluppano tra la ricerca scientifica e quella artistica che già aveva potuto avere concreta attuazione con la traduzione, nel 1931, dell’opera di Paul Valery Eupalinos, ou L’Architect. Questa traduzione offre testimonianza di come la sensibilità di Contu abbia potuto dipanarsi in campi che a un esame superficiale possono parere troppo diversi per essere conciliabili come quello scientifico e artistico-letterario.
Dopo la guerra diresse la libreria della “Bussola” di Roma, a Piazza Madama, e con questa attività poté dedicarsi alla ricerca e alla conservazione di rarità bibliografiche, oltre alle novità e le pubblicazioni scientifiche.
Dal maggio 1947 assunse la condirezione con Maria Luisa Astaldi di “Ulisse”, rivista bimestrale di “cultura internazionale, informativa e formativa, attenta ai moti dell’individuo e della società quali si esprimono nel tempo e nelle più varie manifestazioni dell’intelligenza”, edita dalla Società Riviste Rassegne Periodici, stampata dalla Tipografia di Novissima. Stimolato da quest’ultima esperienza assunse la direzione della redazione italiana della rivista francese “Science et vie”, pubblicata in Italia con il titolo “Scienza e vita”. In questa rivista Contu curò personalmente una rubrica dedicata alla corrispondenza con l’eterogeneo pubblico al quale era dedicata.
Rafaele Contu morì a Roma nel 1952.
Un importante nucleo dell’Archivio Rafaele Contu è conservato presso l’Archivio storico Treccani dell’Istituto della Enciclopedia Italiana, acquistato nel 1991 dalla casa d’aste Christie’s: con una consistenza di 224 fascicoli suddivisi nelle serie da I a IX, esso riguarda quasi totalmente la sua attività di divulgazione scientifica, comprendendo manoscritti, bozze, note biografiche, fotografie, tavole e carteggi con enti di ricerca e istituti culturali italiani e stranieri.
Fonti:
- S. Sanzone, G. Locatelli, Rafaele Contu https://lombardiarchivi.servizirl.it/groups/UniPV_CentroManoscritti/creators/6602
- Contu Rafaele, https://www.treccani.it/enciclopedia/rafaele-contu/
- P. Epistolari, Ungaretti, Valéry e Contu : nuove luci, in “Reveu des études italiennes” Tome 49 nn. 1-2 Janvier-Juin 2003.
- G. Lupo, Poesia come pittura. De Libero e la cultura romana (1930-1940). Milano 2002
Note biografiche a cura di Paolo Alberti
Elenco opere (click sul titolo per il download gratuito)
- Einstein
Intorno alla sua opera ed alla sua vita
Il breve saggio di Contu si propone di ‘divulgare’ il contenuto di pensiero della scienza, anche nella considerazione che questa operazione possa essere occasione di riflessione per lo scienziato stesso. Oggetto del suo tentativo è l’opera di Einstein. - Lettera su Eupalino
Contu, giornalista scientifico abituato a spaziare tra l’infinitamente piccolo e l’infinitamente grande, in questo breve scritto spiega le ragioni che lo hanno mosso alla traduzione del testo di Valéry su Eupalino. Al contrario della fama di scritto “oscuro”, esso è, secondo Contu, uno strumento che fornisce molte «chiarezze» dal punto di vista degli scienziati, gettando le fondamenta per costruire il ponte tra scienza e arte.