Raffaele Calzini nacque a Milano nel 1885, città dove lavorò e dove aveva la sua “base” culturale; morì dopo una dolorosa malattia a Cortina d’Ampezzo (Belluno) il 2 settembre del 1953.
Giornalista, scrittore, critico letterario e commediografo, fu un esponente molto conosciuto ed apprezzato della Milano letteraria. Come giornalista fu redattore ed inviato speciale del “Corriere della Sera”; per la testata fece reportages e soggiorni in diversi Paesi, tra cui Russia (su cui scrisse il libro di viaggio Russia gaia e terribile, Treves, Milano 1927), Cina, Spagna, America, Inghilterra, Nord-Africa, ed a Parigi. Come critico letterario Calzini scrisse fra l’altro su “Nuova Antologia” e l’”Illustrazione Italiana”.
La sua produzione letteraria comprende romanzi (il più noto fu Segantini, romanzo della montagna, Mondadori, Milano, 1934), e racconti (La pioggia a Nord di S. Elena, Garzanti, Milano, 1942). Della produzione letteraria di Calzini, Alberto Cecchi scrisse che erano “invenzioni o ricordi di altre vite, ritorni al passato, ricerche del tempo perduto”.
Egli fu anche traduttore di Il ritratto di Dorian Gray di Oscar Wilde (Mondadori, ripubblicato nel 1993).
Nella biblioteca digitale Manuzio, Calzini è presente come commediografo, autore di La tela di Penelope, pubblicata nel 1922, opera cui si adatta perfettamente la citazione di Cecchi sopra riportata, ma che all’epoca non fu particolarmente amata dal pubblico.
Fonti:
- Asor Rosa, Alberto, Dizionario della letteratura italiana del Novecento. Torino, Einaudi, 1992. Voce biografica compilata da Gabriella Macciocca, p. 108-109.
- Vergani, Orio. Raffaele Calzini. Un lutto del giornalismo e della letteratura. Sul “Corriere della Sera”, 3 settembre 1953, p. 3.
Note biografiche a cura di Gabriella Dodero
Elenco opere (click sul titolo per il download gratuito)
- La tela di Penelope
Commedia omerica
La commedia, pubblicata nel 1922, come il titolo suggerisce si ispira, con ironia, alle pagine conclusive dell’Odissea, e precisamente al ritorno a Itaca di Ulisse accompagnato dal fido Iro, marinaio grasso, pacifico, ed amante dei piaceri. E come nell’Odissea, inizialmente Ulisse resta in incognito e cerca di scoprire che ne è della sua patria, e della sua famiglia, prima di palesarsi. Ma quello che lo attende è ben diverso da ciò che narrò Omero.