Il testo è tratto da una copia in formato immagine presente sul sito “Gallica, bibliothèque numérique de la Bibliothèque nationale de France” (http://gallica.bnf.fr/).
Il curatore dell’opera, Michele Baldacchini (1803-70), è stato il massimo studioso di Campanella, di cui lasciò una biografia (“Vita e Filosofia di Tommaso Campanella”, 1843). Allievo di Basilio Puoti assieme al fratello Francesco Saverio (sono citati entrambi nella “Giovinezza” di De Sanctis), si dedicò successivamente a studi storici (ad es. “Storia napoletana dell’anno 1647”) e letterari (tradusse, ad esempio, le tragedie di Eschilo). Scrisse anche un romanzo, “Il figlio del proscritto”.
Note a cura di Ferdinando Chiodo.
Dall’incipit del libro:
Viene il presente D. Gio. Carlo Coppola della mia scola a trattar le cose mio con S. B. La supplico che non manchi per l’audienza di N. S. e dell’Illustrissimo Barberino, quando farà bisogno, e che l’incamini al negoziare. Credo che V. S. haverà molto gusto della sua conversazione, perchè è di vita santa, e di virtù non volgare dotato; e spero essere in Roma a servirla, e non invano: perchè è speranza fondata in Dio, e ben riconosciuta nelle seconde cause. Resto al suo comando, e le prego dal Signore tanto che possa sollevar tutte le oppresse virtù d’Italia. Amen.
Napoli, 18 Novembre 1622.
D. V. S. M. I.


