Alphonse Daudet nasce a Nîmes il 13 maggio 1840 da famiglia cattolica e legittimista.
Passa l’infanzia a Bezouce, piccolo paese del Garde. Dal 1849 la famiglia si sposta a Lione a causa di problemi finanziari dell’azienda paterna. Qui Alphonse frequenta il liceo; ma un ulteriore aggravamento della situazione economica familiare lo costringe ad interrompere gli studi per una breve (1855-57), mal sopportata, esperienza di sorvegliante nel collegio di Alès.
Desiderando intraprendere la carriera letteraria, nel 1857 si decide a raggiungere il fratello maggiore Ernest giornalista a Parigi. Vi conduce una vita spensierata da bohémien, ma contrae una malattia venerea molto grave, di cui soffrirà tutta la vita.
Comincia a collaborare a giornali e riviste parigine e nel 1858 pubblica una prima raccolta di poesie, Les Amoureuses, il cui sentimentalismo incontra il favore del pubblico.
Nello stesso anno conosce Marie Rieu, una giovane modella con cui intreccia una tormentata relazione che durerà fino al 1865. Sarà lei ad ispirare il personaggio del romanzo Sapho.
Molto importante è l’incontro con lo scrittore Frédéric Mistral, fondatore di una scuola letteraria per lo studio e la diffusione della cultura provenzale. Nasce una stretta e lunga amicizia che porta Daudet alla riscoperta del mondo provenzale, del suo folklore e della sua lingua e lo ispira per romanzi e racconti ambientati nel sud della Francia.
Nel 1860 trova impiego come segretario presso il duca di Morny, impiego che gli lascia molto tempo libero, e gli dà la tranquillità economica che gli consente di dedicarsi alla scrittura; compone racconti fantastici, tenta la via del teatro (La Dernière idole, 1862), e raggiunge il successo con Le Petit Chose (1868), romanzo in cui rivivono gli amari ricordi della sua giovinezza.
Nel 1867 sposa Julia Allard, figlia di un ricco industriale parigino. Poetessa a sua volte (autrice, sotto lo pseudonimo di Marguerite Tournay, di alcuni poemi pubblicati sulla rivista “L’Art”), Julia diviene la collaboratrice devota, discreta e infaticabile del marito, contribuendo direttamente all’elaborazione di numerose opere.
Si sposta a Nîmes per motivi di salute e scrive i racconti poi raccolti in Lettres de mon moulin e Les contes du lundi ed i romanzi di Tartarin. Scrive anche altri romanzi come Les rois en exil e Sapho. Si afferma anche come autore di teatro: L’Arlesienne (musica di Bizet), La dernière idole, Frère aîné, Le nabab ed altro.
Manifestò idee antisemite in alcune opere; nel pieno dell’Affaire Dreyfus, nonostante l’amicizia con Émile Zola, si schierò con gli anti-dreyfusardes. Zola, nonostante ciò, pronunciò l’orazione funebre alla sua morte, a Parigi il 16 dicembre 1897.
Fonte: Wikipedia italiana e Wikipedia francese.
Note biografiche a cura di Mario Sciubba Caniglia
Elenco opere (click sul titolo per il download gratuito)
- Porto Tarascona
Millantatore e credulone come ogni tarasconese, dopo le avventure nel deserto a caccia di leoni e l'escursione sulle più alte vette delle Alpi, Tartarino trascorre sereno e colmo di onori le sue giornate, senza disdegnare la strenua difesa dell'abbazia di Pampérigouste che il governo vuole chiudere. - Tartarino di Tarascona
Tartarino, simpatico e ingenuo provinciale di Tarascona in Provenza, si sente gran cacciatore di leoni; ha letto molti libri di esploratori e si immedesima nelle loro avventure e le racconta come veramente vissute. - Tartarino sulle Alpi
Nuove prodezze dell’eroe tarasconese
Tartarino dopo la gloriosa avventura della caccia al leone nel Sahara, si appresta ad una nuova impresa per mettersi al riparo dalle manovre dell'infido Costecalde che vuole subentragli nella carica di PCA (presidente club alpino). Pensa allora di lasciare le colline di Tarascona e parte alla conquista delle più alte vette delle Alpi.