Antonín Dvořák nacque nel 1841 a Nelahozeves vicino a Praga (allora nell’Impero Austriaco, ora Repubblica Ceca).
Dopo essersi diplomato cominciò a guadagnarsi da vivere lavorando come esecutore (al violino ed alla viola) ed impartendo lezioni di musica. Durante gli anni ’60 ricoprì il ruolo di viola principale nell’Orchestra del Teatro Provvisorio Boemo, che a partire dal 1866 fu spesso sotto la direzione del compositore ceco Bedřich Smetana. Dvořák compose in questo periodo (1865) due delle sue prime composizioni di rilievo, la Prima Sinfonia in Do minore B9 e Cipressi, un ciclo di canzoni per voce e pianoforte.
Altri composizioni di questi anni sono il Quartetto n. 4 in Mi minore B19 (1869-70), l’opera Alfred (1870), la cantata Hymnus (1873) e la Terza Sinfonia in Mi bemolle maggiore Op.10 B34 (1873), opere ancora sotto l’influenza della musica di Richard Wagner. Grazie alla Terza Sinfonia Dvořák ottenne nel 1875 una borsa di studio statale, anche per l’interessamento di Johannes Brahms e del famoso critico musicale Eduard Hanslick, entrambi allora residenti a Vienna. Lo stipendio annuale permise al musicista ceco di abbandonare i ranghi dell’orchestra e di avere più tempo da dedicare alla composizione.
Negli anni della maturità il linguaggio musicale di Dvořák inizia a risentire dell’influenza del Classicismo di Brahms – ritenuto all’epoca il campione dello schieramento “conservatore” contrapposto a Wagner il “progressista” – e ad assumere come segno distintivo la presenza di ritmi e melodie desunti dalla musica popolare ceca. Fra Brahms e Dvořák si stabilì un rapporto di stima reciproca ed amicizia ed il compositore tedesco segnalò la musica dell’amico all’editore musicale di Bonn Fritz Simrock, per il quale Dvořák compose la prima delle due serie di Danze Slave (1878), entrambe modellate sulle Danze Ungheresi di Brahms. In questo modo la musica di Dvořák cominciò a divenire popolare, circolando con maggiore facilità in Europa.
Nel 1884 Dvořák si recò per la prima volta in Inghilterra, dove diresse con grande successo il suo Stabat Mater op.58, inoltre compose numerosi lavori per le società corali di Birmingham e Leeds, fra cui la cantata The Spectre’s Bride (La Moglie dello Spettro) op.69 B135 (1885), l’oratorio Santa Ludmilla op.71 (1886) ed il Requiem op.89 (1891). Fra gli altri lavori destinati al pubblico britannico ci sono anche la Settima Sinfonia in Re minore Op.70 B141 (1885) e l’Ottava Sinfonia in Sol maggiore Op.88 B163 (1888), commissionate dalla Royal Philharmonic Society.
Su invito di Jeannette Thurber, una ricca esponente dell’alta società, Dvořák si trasferì a New York, dove dal 1892 al 1895 assunse la direzione del Conservatorio Nazionale. La signora Thurber, che era stata fra i fondatori dell’istituto musicale, desiderava fortemente che il Conservatorio fosse diretto da una personalità di primo piano che fosse in grado di plasmare e dare impulso ad una scuola di composizione “nazionale”, una scuola per una musica nuova ed autenticamente americana. Fu nel periodo in cui ricoprì la carica di direttore del Conservatorio che Dvořák divenne amico di Harry Burleigh, che diventò un importante compositore afro-americano. Dvořák insegnò a Burleigh composizione, e, in cambio, Burleigh trascorse ore a cantare tradizionali spiritual americani per Dvořák. Burleigh continuò a creare messe in scena di questi spiritual che reggono bene il confronto con composizioni classiche europee.
Durante l’inverno e la primavera del 1893, mentre era a New York, Dvořák scrisse la sua opera più celebre, la Sinfonia n. 9 Dal nuovo mondo. A seguito di un invito della sua famiglia, trascorse l’estate del 1893 nella comunità di lingua ceca a Spillville, Iowa. Lì compose due delle opere da camera più famose , il Quartetto d’Archi in Fa (“L’americano“), ed il Quintetto d’Archi in Mi minore. Negli Stati Uniti assistette anche all’esecuzione di un concerto per violoncello del compositore Victor Herbert. Fu così entusiasmato dalle possibilità che la combinazione di violoncello e orchestra offriva in questo concerto che scrisse pure lui un suo concerto per violoncello, il Concerto per Violoncello in Si minore (1895). Da allora il concerto, considerato uno dei migliori del suo genere, è cresciuto in popolarità e oggi è frequentemente eseguito. Dvořák lasciò anche una composizione incompiuta, il Concerto per Violoncello in La maggiore (1865), che fu completata ed orchestrata dal compositore tedesco Günter Raphael tra il 1925 ed il 1929 e da Jarmil Burghauser nel 1952.
Tornò, infine, a Praga dove fu direttore del Conservatorio dal 1901 fino all’anno della sua morte, il 1904. Alla fine della sua vita si ritrovò in serie difficoltà finanziarie, poiché aveva venduto le sue molte composizioni per così poco che a stento aveva qualcosa con cui vivere. È sepolto nel cimitero Vyšehrad a Praga.
Note biografiche tratte (e riassunte) da Wikipedia
http://it.wikipedia.org/wiki/Antonin_Dvorak
Elenco opere (click sul titolo per il download gratuito)
- Armida, Op. 115
- Carnival B. 169, ouverture da concerto, Op. 92, B. 169
[Karneval] - Concerto per violino e orchestra in La minore, Op. 53
Direttore: Dimitri Mitropoulos - Concerto per violino e orchestra in La minore, Op. 53
Direttore: William Steinberg
Antonín Dvořák ebbe l'ispirazione di scrivere il concerto dopo aver conosciuto Joseph Joachim nel 1878 e compose il lavoro con l'intenzione di dedicarla a lui. Ma, appena il lavoro fu terminato nel 1879, Joachim divenne scettico al riguardo. - Concerto per violoncello in Si minore, op. 104, b. 191
Direttore: Vaclav Talich - Concerto per violoncello in Si minore, op. 104, b. 191
Direttore: Adrian Boult
In quest'opera si uniscono gli elementi "americani" delle sue composizioni, ritrovabili anche nella Sinfonia Dal Nuovo Mondo, da cui Dvořák fu arricchito dal suo soggiorno in America, come la contaminazione della sua musica con gli spirituals, e la matrice classica europea originaria delle sue composizioni, rendendo questo un capolavoro formale del compositore boemo. - Danza slava in Do minore Op. 46, n° 7
Le Danze slave sono una serie di 16 pezzi per orchestra composti da Antonín Dvořák nel 1878 e pubblicati in due parti come Opus 46 ed Opus 72, rispettivamente. - Danza slava in La bemolle maggiore Op. 72, n° 8
Le Danze slave sono una serie di 16 pezzi per orchestra composti da Antonín Dvořák nel 1878 e pubblicati in due parti come Opus 46 ed Opus 72, rispettivamente. Inizialmente scritte per pianoforte a quattro mani, l'ispirazione delle Danze slave gli venne dalle Danze ungheresi di Johannes Brahms, e furono orchestrate sotto la richiesta dell'editore di Dvořák subito dopo la loro composizione. I pezzi, fortemente nazionalisti, furono ben accolti a quel tempo, ed oggi sono tra i pezzi più famosi del compositore ceco. - Humoresque, Op. 101 n° 7
- Nel regno della natura, ouverture da concerto, Op. 91, B. 168
[V prírode] - Othello, ouverture da concerto, Op. 93, B. 174
- Quartetto n° 12 in Fa maggiore, Op. 96
Americano - Quintetto per pianoforte e archi in La maggiore, Op. 81
- Quintetto per pianoforte n° 2 in La maggiore, Op. 81
È tra i brani più noti per questo ensemble, insieme a quelli di Johannes Brahms (1865), Robert Schumann e César Franck (1887). - Rapsodie slave, Op. 45
- Requiem in Si bemolle minore, op. 89
Direttore: István Kertesz
L'opera è stata scritta per soprano, contralto, tenore e basso, coro SATB, e un'orchestra avente un organico costituito da ottavino, 2 flauti, 2 oboi, corno inglese, 2 clarinetti, clarinetto basso, 2 fagotti, controfagotto, 4 corni, 4 trombe, 3 tromboni (2 tenori e 1 basso), tuba, timpani, tam-tam, campane, organo, arpa (solo Offertorium e Hostias) e archi. - Requiem per soli, coro, orchestra e organo, op. 89
Direttore: Karel Ančerl
Antonín Dvořák compose il Requiem all'inizio della sua maggiore attività creativa. La struttura della messa non è tradizionale: la composizione è divisa in due parti principali, ognuna delle quali inizia con un'originale interconnessione di diverse sequenze liturgiche. - Serenata per archi in Mi maggiore, Op. 22, B 52
Presumibilmente, Dvořák scrisse la sua Serenata in soli 12 giorni, dal 3 al 14 maggio. Questo pezzo fu eseguito per la prima volta a Praga, il 10 dicembre 1876 da Adolf Cech. Fu pubblicato nel 1877 nell'arrangiamento del duetto per pianoforte del compositore, da Emanuel Stary a Praga. La partitura venne stampata 2 anni dopo da Bote e Bock, a Berlino. - Serenata per fiati in Re minore op. 44
Scritta poco prima delle Danze slave, utilizza temi e ritmi che evocano la musica tradizionale boema e morava, con ispirazioni relativamente nuove che si allontanano dalle tematiche "ungheresi" dell'epoca. - Sinfonia n° 5 in Fa maggiore, Op. 76
- Sinfonia n° 7 in Re minore, Op. 70 B. 141
Direttore: Pierre Monteux - Sinfonia n° 7 in Re minore, Op. 70 B. 141
Direttore: Rafael Kubelik
Questa sinfonia dura all'incirca 40 minuti, ed è concepita per un'orchestra di 2 flauti, 2 oboi, 2 clarinetti, 2 fagotti, 4 corni, 2 trombe, 3 tromboni, timpani ed archi - Sinfonia n° 8 in Sol maggiore, Op. 88 B163
(ex n. 4) - Sinfonia n° 9 in Mi minore, Op. 95
Direttore: Jascha Horenstein
"Dal Nuovo Mondo" - Sinfonia n° 9 in Mi minore, Op. 95
Direttore: Karel Ancerl
"Dal Nuovo Mondo".
La sinfonia fu composta tra il 19 dicembre 1892 e il 24 maggio 1893 a New York ed eseguita in prima assoluta alla Carnegie Hall il 16 dicembre di quello stesso anno dalla New York Philharmonic diretta da Anton Seidl, ottenendo un enorme successo. - Trio n° 4 in Mi minore, Op. 90
«Dumky»