Tratto da: Il teatro italiano / a cura di Guido Davico Bonino – Torino : Einaudi, – v. ; 20 cm.
I gemelli Lidio e Santilla sono stati separati dal destino nella città natale di Modone (Grecia) e giungono a Roma, ognuno con un servo, all’insaputa dell’altro. Lidio ama – riamato – Fulvia, moglie dello sciocco Calandro. Santilla vive a Roma, travestita da uomo, in casa del mercante Perillo, che vuol darle in moglie la propria figlia. La trama si complica quando Calandro vede Lidio vestito da donna entrare in casa sua, e se ne innamora…
Basata sulla scioccheria di Calandro, sulla somiglianza e i travestimenti dei gemelli, la commedia risente molto dell’influsso del Decamerone di Boccaccio, e di citazioni dei Menecmi di Plauto e dei Suppositi dell’Ariosto. Fu rappresentata numerose volte nella prima metà del ‘500 a Urbino, Roma (in Vaticano), Mantova, Venezia Lione e Monaco.
Sinossi a cura di Claudio Paganelli.
Dall’incipit del libro:
SCENA PRIMA
Fessenio solo
FESSENIO Bene è vero che l’uomo mai un disegno non fa che la Fortuna un altro non ne faccia. Ecco, allor che noi pensavamo a Bologna quietarci, intese Lidio mio patrone Santilla sua sorella esser viva e in Italia pervenuta. Onde in un tratto resuscitò in lui quello amore che gli portava, maggior che mai fratello a sorella portassi: perché, amendue de un parto nati, di volto, di persona, di parlare, di modi tanto simili gli fé Natura, che a Modon, talor vestendosi Lidio da fanciulla e Santilla da maschio, non pur li forestieri, ma non essa matre, non la propria nutrice sapea discernere qual fusse Lidio o qual fusse Santilla; e come gli dei non gli ariano potuti fare piú simili, cosà parimente l’uno amava l’altro piú che se stesso. Però Lidio, che morta si pensava essere sua sorella, inteso lei essere salva, si messe ad investigare di lei. E a Roma pervenuti, sono già quattro mesi, cercando sua sorella, trovò Fulvia romana.


