Il testo riproduce la prima traduzione in italiano dell’opera di Charles R. Darwin, “On the Movements and Habits of Climbing Plants” (1875), a cura di Giovanni Canestrini (vedi). Nell’opera, contenente fra l’altro le illustrazioni del figlio George, il sommo naturalista propose una spiegazione adattativa dei movimenti a spirale degli steli e dei viticci delle piante rampicanti verso la luce.
Dall’incipit del libro:
Fui tratto a questo soggetto da uno scritto breve, ma interessante, del professore Asa Gray sui movimenti dei viticci d’alcune piante Cucurbitacee. Le mie osservazioni erano giunte più che alla metà prima ch’io apprendessi avere Palm e Hugo von Mohl osservato lungo tempo fa il fenomeno sorprendente delle rivoluzioni spontanee degli steli e dei viticci delle piante rampicanti, ed essere questo fenomeno stato successivamente il soggetto di due Memorie di Dutrochet. Nondimeno credo che le mie osservazioni, fondate sull’esame d’oltre a cento specie viventi assai distinte, contengano novità sufficienti per giustificarne la pubblicazione.
Le piante rampicanti possono venir divise in quattro classi. Prima, quelle che s’attorcono spiralmente intorno ad un sostegno, e non sono aiutate da nessun altro movimento. Seconda, quelle fornite d’organi irritabili che, quando toccano qualche oggetto, l’abbracciano; tali organi consistono in foglie modificate, rami e peduncoli dei fiori. Ma queste due classi passano talora fino ad un certo punto l’una nell’altra. Le piante della terza classe salgono semplicemente mediante uncini, e quelle della quarta mediante radichette, ma non offrendo le piante in nessuna di queste due classi alcun movimento speciale, esse presentano poco interesse e generalmente quando parlo di piante rampicanti, tratto delle due prime grandi classi.


