Si ringrazia il dott. Antonio Di Giorgio per averci concesso il diritto di pubblicazione.
Questo romanzo del 1758 è basato su un caso di cronaca dell’epoca. Susanna è una giovane di 16 anni e mezzo costretta dalla famiglia a entrare in convento come educanda. Dopo il noviziato Susanna si rifuta di prendere i voti, ma, nonostante l’opposizione, finisce ugualmente in monastero. Le disavventure e le privazioni che derivano dalla segregazione conventuale non impediranno alla protagonista di trovare il modo di tornare libera.
Dall’incipit del libro:
La risposta del signor marchese di Croismare, se mai me ne darà, mi fornirà le prime righe di questo scritto. Prima di scrivergli, ho voluto conoscerlo. È un uomo di mondo, si è distinto sotto le armi, è anziano, vedovo, ha una figlia e due figli ai quali vuole molto bene e dai quali è adorato. Di nobili natali, è uomo colto, intelligente, di umore gaio, con un gusto spiccato per le belle arti. È soprattutto una persona originale. Mi hanno fatto l’elogio della sua sensibilità, del suo senso dell’onore, e della sua probità; e dal vivo interesse che ha dimostrato per il mio affare, nonché da tutto quello che mi è stato detto di lui, ho desunto che non mi ero affatto compromessa rivolgendomi a lui. Non c’è però da illudersi che si risolva a mutare la mia sorte senza sapere chi sono, ed è questo il motivo che mi induce a vincere il mio amor proprio e la mia ritrosia nel cominciare queste memorie in cui descrivo una parte delle mie sventure, rinunciando ad ogni pretesa di stile, con l’ingenuità dei miei giovani anni e la franchezza del mio carattere. Poiché il mio protettore potrebbe esigerlo, o potrebbe anche venirmi l’estro di portarle a termine in un tempo in cui fatti remoti potrebbero non esser più presenti alla memoria, ho pensato che il riassunto che li conclude, e la profonda impressione che me ne resterà finché vivo, basteranno a farmeli ricordare con esattezza.




