Dall’incipit del libro:
Mi domanderete per prima cosa: Voi, per quistione sociale, che cosa intendete?
È questa una delle molte domande alle quali non si può meglio rispondere che con un’altra domanda.
Ed ecco la mia risposta interrogativa.
Questo fatto della vita misera e del malcontento giustificato del maggior numero degli uomini, fatto comune a paesi poveri e ricchi, di tutti i gradi di civiltà, è effetto di una legge di natura o delle leggi umane? Questa forza, che accumula a un polo della società la ricchezza e la cultura, e all’altro il pauperismo e l’ignoranza, che restringe quasi a una classe sola gli effetti benefici della civiltà e della scienza, che preclude quasi affatto alle moltitudini l’educazione e la vita dello spirito, che fa sussistere gli uni in faccia agli altri tanti tesori superflui e tanti bisogni insoddisfatti, tanti ozi felici e tante disperate fatiche, è un destino dell’umanità o deriva da viziose istituzioni sociali?


