L’uomo e le scimie. Lezione pubblica detta in Torino la sera dell’11 gennaio 1864. Estratto dal Politecnico vol. XXI, G. Daelli e Comp. Editori Milano 1864.
Dall’incipit del libro:
La infinitamente bella e grande varietà di forme di piante e di animali che popolano ora la superficie della terra, non è apparsa tutta insieme d’un sol getto, ma è stata preceduta da una successione di altre forme diverse, di altri mondi di viventi, che hanno lasciate, a documento della loro passata esistenza, spoglie più o meno complete negli strati della corteccia terrestre.
Serviamoci pure di una locuzione assai usata; parliamo pure ancora di epoche della natura. Quando, con quella potenza che solo è data alla mente umana, si facciano rivivere le generazioni passate, e si contemplino nel loro ordine cronologico, si è colpiti da questi due fatti: che ogni grande epoca della storia fisica del nostro globo è distinta da un complesso di forme organiche sue proprie; che grandissima è la differenza fra le piante e gli animali delle prime epoche della creazione, in confronto delle forme ora esistenti; ma che, procedendo regolarmente da quelle più lontane epoche, siffatte differenze andarono mano mano scemando verso l’epoca attuale che ha per suo proprio distintivo la presenza dell’uomo.


