Gaetano Donizetti (Bergamo, 29 novembre 1797 – 8 aprile 1848).
Nato a Bergamo da una famiglia di umile condizione, fu ammesso alle lezioni caritatevoli di musica tenute da Giovanni Simone Mayr e dimostrĂ² ben presto un talento notevole, riuscendo a rimediare alla scarsa qualitĂ della voce (era necessario svolgere egregiamente il servizio di cantore per poter proseguire i corsi gratuiti) con i progressi nello studio della musica.
Esordi
Fu proprio Mayr ad aprire all’allievo prediletto le possibilitĂ di successo curandone prima la formazione ed affidandolo poi alle cure di Stanislao Mattei. A Bologna, dove proseguiva gli studi musicali, Donizetti scrisse la sua prima opera teatrale, Il Pigmalione, che sarĂ rappresentata postuma, e interessanti composizioni strumentali. Ancora il maestro Mayr, insieme all’amico Bartolomeo Merelli, gli procurĂ² la prima scrittura per un’opera al Teatro S. Luca di Venezia: andrĂ in scena Enrico di Borgogna il 19 novembre 1818. Conclusa l’esperienza veneziana, il compositore fu a Roma, presso l’impresario Paterni, come sostituto di Mayr. Sul libretto poco felice del Merelli (Donizetti lo avrebbe definito “una gran cagnara”), scrisse Zoraida di Granata, che sarebbe comunque stata revisionata due anni dopo, con l’aiuto del Ferretti. Al termine dell’opera si recĂ² a Napoli per supervisionare l’esecuzione di Atalia di Mayr, oratorio diretto da Gioachino Rossini.
In seguito alla fuga del direttore con la Colbran, l’impresario Barbaja assunse Donizetti, che debuttĂ² il 12 maggio del 1822 con La zingara, opera semiseria su libretto del Tottola. In sala era presente Vincenzo Bellini, che rimase ammirato dalla scrittura orchestrale, ma che in seguito non ricambiĂ² la stima profonda che Donizetti aveva per lui. La lettera anonima, andata in scena nel giugno del 1822 al Teatro del Fondo, attirĂ² l’attenzione della critica, che apprezzĂ² la padronanza con cui Donizetti affrontĂ² il genere buffo napoletano.
Il contratto con Barbaja lo impegnĂ² per quattro opere l’anno. Subito dopo la rappresentazione di Alfredo il Grande, egli mise mano al Fortunato inganno, satira teatrale ispirata ai precedenti di Benedetto Marcello (Il Teatro alla moda, 1720) e di Carlo Goldoni (Il teatro comico, 1750) e che fu per Donizetti un esercizio preparatorio per Le convenienze e le inconvenienze teatrali, del 1827, in parte giĂ accennato anche nel personaggio di Flagiolet della Lettera anonima. Il libretto di quest’opera fu il primo che Donizetti scrisse da sĂ©. Il compositore aveva avuto un periodo di crisi che superĂ² grazie alla collaborazione di Jacopo Ferretti, il quale lo aiutĂ² a delineare uno stile personale. L’amicizia e la collaborazione professionale con Ferretti durarono a lungo, destando in lui il gusto per la parola e rassicurandolo sulla possibilitĂ di scrivere libretti anche da solo. Negli stessi anni dovette preoccuparsi del mantenimento della moglie Virginia, sposata nel 1828, ed ebbe il dolore della perdita del figlio primogenito.
Gli anni ’30 e i primi capolavori
Fu nel 1830, con Anna Bolena, scritta in soli trenta giorni per il Teatro Carcano di Milano, che Donizetti ebbe il primo grande successo internazionale, mostrando una piena maturitĂ artistica. Particolare curioso: dopo il successo di Anna Bolena, Mayr gli si rivolse chiamandolo Maestro. Il rapporto di affetto e stima tra i due compositori rimase saldo fino alla morte di entrambi. Nel 1832, dopo l’insuccesso di Ugo, conte di Parigi, il pubblico milanese applaudì L’elisir d’amore, su libretto di Felice Romani da una commedia di Eugène Scribe. L’anno successivo, sempre a Milano, fu presentata con successo Lucrezia Borgia, per la quale Donizetti previde una nuova disposizione dell’orchestra: quella utilizzata a tutt’oggi, con gli archi disposti a semicerchio davanti al podio.
Ricevette poi l’invito di Rossini a scrivere un’opera per il ThĂ©Ă¢tre des Italiens di Parigi: nacque il Marin Faliero, su libretto di Bidera (da Byron), risistemato da Ruffini, che andĂ² in scena il 12 marzo 1835 senza successo. Erano passati due mesi dalla rappresentazione dei Puritani di Vincenzo Bellini, quando l’andata in scena Lucia di Lammermoor ripropose la competizione milanese del 1832 fra Fausta e Norma. La stima fra Bellini e Donizetti non fu affatto reciproca: il primo non risparmiĂ² critiche feroci al secondo, che invece rimase sempre ammirato dalla musica del catanese (Bellini morì in quell’anno e Donizetti scrisse per lui una Messa da Requiem).
Al Teatro San Carlo di Napoli la prima di Lucia di Lammermoor, su versi di Salvadore Cammarano, fu un trionfo. L’opera è considerata un capolavoro, come al solito scritto in tempi ristrettissimi (trentasei giorni). L’anno seguente il Belisario fu applaudito alla Fenice, ma l’anno fu funestato dalla morte del padre, della madre e della seconda figlia. Due anni dopo sarebbero mancate anche la terza figlia e la moglie.
La tarda maturitĂ
Presto Donizetti si decise a lasciare Napoli: i problemi con la censura per il Poliuto (che alla fine non andĂ² in scena, e fu rappresentato solo dopo la morte del compositore) e la mancata nomina a direttore del Conservatorio (di cui era direttore effettivo) sicuramente lo rinsaldarono nei suoi propositi, e in ottobre era giĂ a Parigi. Qui era ad accoglierlo l’amico Michele Accursi, spia pontificia, che aveva anche lavorato per favorirne la venuta. In quegli anni le sue opere furono rappresentate ovunque, sia in traduzione che in lingua originale presso il ThĂ©Ă¢tre des Italiens. Scrisse La fille du rĂ©giment, che debuttĂ² all’OpĂ©ra-Comique nel febbraio del 1840, e preparĂ² una versione francese del Poliuto, intitolata Les martyrs.
L’anno seguente scrisse La favorita, riciclando pagine di un’opera mai conclusa: L’ange du Nisida. Ricevette anche l’importante nomina a cavaliere dell’Ordine di S. Silvestro da parte di papa Gregorio XVI, ma fu l’invito di Rossini a dirigere l’esecuzione dello Stabat Mater a Bologna l’avvenimento piĂ¹ significativo. Quindi, grazie ad una raccomandazione per Metternich vergata da Rossini stesso, Donizetti partì alla volta di Vienna, dove il 19 maggio presentĂ² Linda di Chamounix. Si era ormai giunti al 1843, anno di composizione del Don Pasquale. Il libretto, preparato da Ruffini sulla base del Ser Marcantonio di Anelli, fu pesantemente rimaneggiato da Donizetti, al punto che l’autore ritirĂ² la firma: l’opera fu per lungo tempo attribuita a Michele Accursio. La firma M.A. sta invece per Maestro Anonimo. Nel frattempo si occupĂ² della rappresentazione francese della Linda di Chamounix e terminĂ² Maria di Rohan: furono gli ultimi momenti di grande fervore creativo, poi la malattia ebbe il sopravvento.
Dalla penna del Maestro uscirono ancora Dom Sebastien, che ottenne grande successo a Parigi, e Caterina Cornaro, che fu fischiata, con gran delusione di Donizetti, a Napoli. Poi la pazzia, provocata dalla Sifilide, lo fece rinchiudere nel manicomio di Ivry, da cui uscì solo qualche mese prima della morte.
Note biografiche tratte (e riassunte) da Wikipedia
http://it.wikipedia.org/wiki/Gaetano_Donizetti
Elenco opere (click sul titolo per il download gratuito)
- L'ajo nell'imbarazzo o Don Gregorio
- Anna Bolena
- Il campanello
La giovane e bella Serafina viene promessa in sposa allo speziale Don Annibale Pistacchio, con gran dispetto dell'innamorato di Serafina (ricambiato), il giovane Enrico. - Don Pasquale
Direttore: Mario Rossi
Orchestra di Torino della RAI - Don Pasquale
Direttore: Carlo Sabajno
Orchestra del Teatro alla Scala di Milano - Don Sebastiano Re del Portogallo
- Il duca d'Alba
- L'elisir d'amore
Direttore: Gianandrea Gavazzeni
Definita in partitura «melodramma giocoso», in essa trova spazio anche l'elemento patetico, che raggiunge la punta piĂ¹ alta nel brano piĂ¹ noto, l'aria "Una furtiva lagrima". Fin dal suo apparire ebbe un grande successo, con trentadue repliche consecutive. - L'elisir d'amore
Direttore: Francesco Molinari Pradelli - La Favorita
Direttore: Renato Cellini
Nel convento dei frati di Santiago de Compostela, padre Balthazar nota il novizio Fernand assorto nei suoi pensieri. Fernand gli rivela che è innamorato di una donna di cui non conosce né il nome né la condizione, e decide di abbandonare il convento per trovare la ragazza. - La Favorita
Direttore: Alberto Erede
DebuttĂ² all'opera per l'AcadĂ©mie Royale de Musique di Parigi il 2 dicembre 1840, su libretto di Alphonse Royer e Gustave VaĂ«z. - La figlia del reggimento
Direttore: Franco Mannino
L'opera debuttĂ² all'OpĂ©ra-Comique di Parigi l'11 febbraio 1840, diretta dal compositore, su libretto di Jean-François Bayard e Jules-Henri Vernoy de Saint-Georges. - La figlia del reggimento
Direttore: Mario Rossi - Lucia di Lammermoor
Direttore: Georges PrĂªtre
Ăˆ la piĂ¹ famosa tra le opere serie di Donizetti. I numeri musicali piĂ¹ celebri dell'opera sono il duetto nel finale della prima parte, il vibrante sestetto Chi mi frena in tal momento?, la celebre scena della pazzia di Lucia, e la cabaletta finale Tu che a Dio spiegasti l'ali, considerata uno dei piĂ¹ bei pezzi d'opera tenorili. - Lucia di Lammermoor
Direttore: Ugo Tansini - Poliuto
- Roberto Devereux
Opera in tre atti su libretto di Salvadore Cammarano, tratto dalla tragedia di Jacques-François Ancelot Elisabeth d'Angleterre.