Dall’incipit del libro:
Una dolce sera mediterranea cadeva su la focense capitale dei Massalioti, or divenuta Marsiglia di Notre-Dame-de-la-Garde, sotto lo scettro imperatorio di Raimondo I. La città incurvata sul duplice suo porto, come sul gemino seno la madre che allatta il suo pargolo, riboccava per le babeliche strade, per le piazze alessandrine di tutte le ciurme, di tutte le pestilenze, di tutte le prostituzioni del mare di levante.
Era in un mese d’estate, verso quell’ora che le stelle irrompono come sprazzi di fuochi artificiali tra le nuvole d’un cielo ancor rosso di tramonto. Grandi mantelli d’azzurrità quasi buia s’avvolgevano intorno ai dirupi medievali dell’isola di Château-d’If; l’antico forte St-Jean dei Cavalieri di Malta, con i suoi terribili occhi semispenti, ancor frugava per l’ombre del mar latino in cerca di galere barbaresche. Un odore drogato e contagioso di cuoio, di spezie, d’olii, di cereali e di bestiame vampava dagli stracarichi magazzini de la Joliette fra i profumi della sera d’estate.
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