Guido De RuggieroGuido De Ruggiero nacque a Napoli il 23 marzo 1888, quarto figlio di Eugenio e di Filomena d’Aiello.

Si laureò in legge a 22 anni e per potersi sposare si adattò inizialmente alla carriera amministrativa. Il matrimonio avvenne nel 1913 con Anna Breglia.

Avendo ottenuto fin dal 1916 la libera docenza in Storia della filosofia, poté insegnare dapprima, dal 1922, al magistero di Messina; si trasferì poi al magistero di Roma nel 1925; nel 1944 passò alla facoltà di lettere, sempre a Roma, succedendo al Carabellese nella cattedra di storia della filosofia.

Gentiliano in filosofia e crociano in politica, si era reso inviso al regime fascista con il ristampare, nel 1941, la Storia del liberalismo europeo la cui prima edizione era stata pubblicata nel 1925. Non avendo accettato di apportare alcune modifiche, fu collocato a riposo; successivamente, essendo note alcune sue frequentazioni col Partito d’azione e con il Mattioli, fu addirittura arrestato l’11 giugno 1943. Dice Rosario Romeo nella bella introduzione a una riedizione recente di questo testo che «certamente nessun altro libro contribuì più di questa Storia del liberalismo a dare un patrimonio intellettuale, una coscienza di sé alla opposizione liberale contro il fascismo».

Per la prima volta in Italia viene presentata la teoria politica di Hobhouse imperniata sulla equality of opportunity, e viene enunciata la celebre distinzione effettuata da Green tra «libertà negativa» e «libertà positiva», anticipando di trent’anni le formulazioni analitiche di Bobbio e di Berlin.

All’inizio degli anni degli anni ’20 si era recato in Inghilterra e qui, era entrato in contatto con il liberalismo progressista di Hobhouse e Green; apprezzò «le correnti vive nel socialismo e nel partito liberale indipendente» trovando quindi le giustificazioni teoriche per la sua avversione al giolittismo, che con il suo liberalismo moderato diventò, secondo il De Ruggiero, causa del successo fascista.

Nel 1945 fu ministro della pubblica istruzione nel governo Bonomi.

In gioventù fu attualista intransigente e considerò empirica ogni distinzione fra le varie forme spirituali (La scienza come esperienza assoluta, in «Annali della biblioteca filosofica di Palermo», 1912, saggio tradotto in lingua inglese dal suo amico R. G. Collingwood; Problemi della vita morale, 1913; Critica del concetto di cultura, 1914).

Insieme ad Adolfo Omodeo e Vito Fazio Allmayer, aderì al nucleo filosofico ideato dal futuro teorico del fascismo. In seguito, anche in filosofia si avvicinò maggiormente a Croce – nel novembre 1927 riprese infatti la collaborazione a «La Critica», interrotta nel luglio 1915 – e in Revisioni idealistiche (L’educazione nazionale, 1933) riconobbe che l’attualismo finisce con lo svuotare il pensiero di ogni contenuto. Differentemente da Gentile, l’attualismo di De Ruggiero fin dall’inizio cerca di promuovere una teoria volta a unificare l’oggetto (scienza) e il soggetto (filosofia) ritenendo che seguendo Gentile si concretizzi il rischio di snobbare superficialmente la realtà. L’atto deve avere riscontro nella realtà e nello sviluppo della scienza e quest’ultima non può ridursi, come sembra indicare Croce, a sempre più vuota formula classificatoria.

Il rapporto con Gentile rimane positivo e pacato fino all’avvento del regime fascista; con Croce è controverso. Vi sono, anzitutto, motivi di divisione politici e culturali, fin dalla prima guerra mondiale: Croce è neutralista mentre de Ruggiero ritiene che sia l’occasione per ritrovare e promuovere il risorgimento morale dell’Italia. Presta servizio nel genio, inizialmente a Napoli, e nel 1917 va al fonte.

Intensa è, inoltre, la sua attività giornalistica: collabora in particolar modo con «Il Resto del Carlino» (che era diretto da Missiroli con il quale aveva convergenze e divergenze) e con «La Voce» di Prezzolini.

La sua opera di storico ha inizio nel 1912 con i due volumi su La filosofia contemporanea a cui nel 1920 fu aggiunta un’appendice sulla più recente filosofia italiana. In seguito, primo in Italia, intraprese una trattazione sistematica di tutta la storia della filosofia, a cominciare da La filosofia greca (1921, rifatta nel 1934). L’opera giunge fino a Hegel, cui è dedicato per intero l’ultimo volume (1948). Non tutte le sue parti sono di pari valore. Particolarmente affrettata appare la redazione dei volumi su La filosofia del Cristianesimo (1920, riveduta nel 1934), che pecca altresì di un’interpretazione troppo moderna del pensiero cristiano. Eccellente invece, per informazione ed esposizione, il volume Da Vico a Kant (1943). Sui Filosofi del ‘900 andò pubblicando dal 1928 in poi articoli su «La Critica», che raccolse in volume nel 1934.

Sono inoltre da ricordare: Il ritorno alla ragione (1946); L’esistenzialismo (1946); Gli studi di storia della Filosofia moderna, in Cinquant’anni di vita intellettuale italiana: 1896-1946, a cura di C. Antoni e R. Mattioli (1960).

Il De Ruggiero maturo perdette qualcosa di quello spirito mordace che costituiva la caratteristica più saliente della sua attività giovanile, ma in compenso acquistò molto in equilibrio, in chiarezza e in compiutezza.

Dopo l’arresto di cui già si è detto, scarcerato il 25 luglio si recò a Roma dove caldeggiò la collaborazione con il governo Badoglio, in dissidio con il Partito d’Azione. Ma con il sopraggiungere dell’8 settembre si dovette nascondere nel palazzo extraterritoriale delle Congregazioni. Alla liberazione di Roma riprese l’attività politica e dovette essere particolarmente fastidioso per i fascisti se lo stesso Mussolini lo definì “il turpe De Ruggiero”. Comunque considerò la sua attività politica una parentesi nella sua vita di studioso e l’esperienza col governo Bonomi durò poco, poiché il secondo gabinetto dello stesso non vide l’appoggio del Partito d’Azione.

Al termine della guerra la sua attività fu tesa soprattutto a ristabilire i rapporti culturali dell’Italia con altri paesi. A tale scopo fece due lunghi viaggi in America Latina, senza smettere le sue collaborazioni con varie testate giornalistiche: «Corriere d’informazione»Corriere della sera», «Il Messaggero», il «Corriere di Milano», «La Stampa» e, per quel che riguarda la stampa di partito, a «L’Italia libera» e a «Il Mondo» (dicembre 1945-gennaio 1946). La collaborazione più significativa fu comunque con «La Nuova Europa» di Luigi Salvatorelli sulle pagine della quale diede testimonianza dell’evolversi del suo pensiero di fronte alle nuove esigenze dell’azione dell’area liberale.

Morì per un attacco cardiaco a Roma il 29 dicembre 1948.

Fonti:

  1. G. Calò, L’opera filosofica di Guido De Ruggiero, in «Accad. nazion. dei Lincei. Problemi attuali di scienza e di cultura», 13, 1949.
  2. L. Salvatorelli, La coscienza civile e politica di Guido De Ruggiero, in «Accad. nazion. dei Lincei. Problemi attuali di scienza e di cultura», 13, 1949.
  3. G. Sperduti, Il problema della libertà in Guido De Ruggiero, Veroli, 1979.

Note biografiche a cura di Paolo Alberti

Elenco opere (click sul titolo per il download gratuito)

  • Dalle origini a Nicea
    Questa è la seconda edizione, riveduta ed accresciuta dallo stesso autore, del saggio dedicato all’origine ed affermazione del cristianesimo, dal contesto iniziale precristiano al primo concilio di Nicea del 325.
  • Filosofi del novecento
    Con questo volume l'autore ha voluto completare la rassegna delle principali manifestazioni del pensiero filosofico degli ultimi settant'anni (il libro è datato 1933). In appendice due articoli sulla figura di Sigmund Freud.
  • La filosofia greca
    Volume II
  • La filosofia greca
    Volume I
    Nel 1921 esce questa seconda edizione della storia filosofia greca che risulta ampliata rispetto alla prima edizione del 1918. Nel 1934 sarà poi data alle stampe una nuova edizione completamente rifatta.
  • Hegel
    L’opera, che fa parte della vasta Storia della filosofia di De Ruggiero, vuole riassumere il complesso pensiero del filosofo tedesco che ebbe un’influenza decisiva sulle speculazioni successive.
 
autore:
Guido De Ruggiero
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De Ruggiero, Guido
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