John DeweyJohn Dewey rappresentò una figura preminente nella scena culturale degli Stati Uniti d’America per tutta la prima metà del Ventesimo Secolo. Celebre come filosofo, psicologo e riformatore del mondo della formazione, perseguì tematiche di genere assai diversificate ma centrate sul concetto di democrazia, applicandola anche nel giornalismo e nella comunicazione.

Fu il terzogenito di Archibald Dewey, commerciante di successo, e Lucina Rich, discendente da una famiglia ricca di cultura e di valori morali. Nacque a Burlington nel Vermont, nel 1859, pochi mesi dopo la tragica morte del fratellino primogenito, John, e fu chiamato come il fratello defunto. Il fratello maggiore Davis divenne un celebre economista al MIT. Il padre fu volontario nella guerra di Secessione, e la famiglia visse con i parenti fino al 1867. Frequentò la chiesa congregazionista, in cui si alternarono pastori dell’ala più liberale, sensibili agli impulsi sociali, e dove negli anni 1870 la parola d’ordine, dopo la guerra civile, divenne “Ricostruzione”. L’epoca post bellica fu segnata da profondi cambiamenti sociali: la transizione dalla campagna alle città e l’arrivo di masse di immigrati crearono un crescente bisogno di una istruzione pubblica, per tutti. Dewey frequentò le scuole superiori a Burlington, fu uno studente timido e capace, ma non fu mai soddisfatto della sua esperienza di studente, basata sul seguire regole pedanti. Quindi si iscrisse all’University of Vermont ove fu un lettore accanito di ogni genere di opera filosofica, politica e scientifica, pur frequentando un curriculum classico; si avvicinò alla filosofia contemporanea sotto la guida di James Marsh e Joseph Torrey, e vi si laureò brillantemente nel 1879.

Indeciso sulla propria carriera, Dewey per alcuni anni insegnò in Pennsylvania a Oil City, e quindi nuovamente a Burlington. Scrisse due articoli per il “Journal of Speculative Philosophy e l’opinione incoraggiante dell’editor, W.T.Harris, lo decise a proseguire negli studi di filosofia, iscrivendosi alla School of Arts & Sciences della Johns Hopkins University, a Baltimora. Qui studiò i filosofi tedeschi con George Morris, psicologia sperimentale con Stanley Hall, divenne docente di storia della filosofia già al suo secondo anno di corso, e conseguì il dottorato nel 1884 con una tesi, ora perduta, sulla “Psicologia di Kant”.

La sua carriera accademica iniziò all’University of Michigan, dove incontrò la sua prima moglie, Alice Chipman, studentessa in Filosofia e impegnata femminista. Agli interessi di Dewey si aggiunse il mondo della formazione, visto attraverso la psicologia, e gli studi dei filosofi europei sull’argomento. Scrisse quindi nel 1885 il primo testo universitario americano di psicologia, Psychology, utilizzando quest’ultima come un veicolo per rivitalizzare le idee filosofiche sulla mente cosciente. Il libro, uscito nella primavera del 1886, fu un immediato successo internazionale; negli anni ne uscirono tre edizioni, ciascuna con approfondimenti, e fu adottato in numerose università come testo di studio. Pochi mesi dopo la pubblicazione, John ed Alice Dewey si sposarono.

Dagli studi più speculativi, Dewey gradualmente passò ad interessarsi delle condizioni sociali e politiche conseguenti all’industrializzazione. Un libro su Leibniz, ed un altro su Applied Psychology scritto in collaborazione con Mc Lellan, lo resero celebre e gli procurarono numerosi inviti come conferenziere. Nacque nel 1887 il primogenito Fred, che fu poi seguito da altri fratellini e sorelline; Dewey cercò di guadagnare di più spostandosi ad un’altra università, e ciò accadde nel 1888, anno in cui si trasferì all’University of Minnesota come Full Professor. Neppure un anno dopo, per la morte di Morris, accettò di succedergli nella cattedra ritornando all’University of Michigan. Qui iniziò a costituire una vera e propria scuola filosofica, e si dedicò a scrivere di etica alla luce delle moderne idee psicologiche e del concetto di libertà. Fu coinvolto nella fondazione, poi abortita, di un giornale dedicato alla promozione degli ideali di giustizia, e nell’attività mineraria del nonno della moglie.

Dewey si trasferì infine alla University of Chicago nel 1894, dove ebbe mano libera per creare un forte dipartimento di Filosofia. Era l’epoca in cui a Chicago architetti come Lloyd Wright creavano una nuova estetica americana, mentre una profonda crisi economica riempiva la città di poveri. Scioperi da una parte, e le istituzioni di assistenza per i poveri (settlement house**s) caratterizzavano il panorama sociale. Dewey convinse i finanziatori dell’Università che occorreva stabilire un dipartimento di Pedagogia con annessi laboratori e scuole sperimentali, e si impegnò nell’organizzare tale struttura, la prima che introducesse nell’insegnamento i risultati della psicologia e dell’etica sociale. Nell’autunno 1894, Alice ed i due figli maggiori andarono in viaggio in Europa; Dewey ed il figlio di due anni, Morris, rimasto a Chicago, li raggiunsero all’inizio del 1895, per poi viaggiare tra Francia, Germania ed Italia: qui purtroppo i bambini si ammalarono, ed il piccolo Morris morì di difterite. Ritornati a Chicago, Dewey per un certo periodo si occupò di attività amministrative nei due dipartimenti, filosofia e pedagogia, di cui era responsabile. Nel 1897 pubblicò sempre con McLellan The Psychology of Numbers and its Application to Methods of Teaching Arithmetics. Sulla base delle attività sperimentali sviluppate nei laboratori pedagogici, Dewey pubblicò quindi il suo saggio più celebre, The School and society (1899) (in Italia si intitolò Scuola e società) promuovendo l’idea che la scuola, anziché basarsi sull’istituzione, si basi sempre più sul bambino, al fine di renderlo un membro della società. Per Dewey la scuola è quindi il luogo in cui i bambini sperimentano ed apprendono naturalmente la democrazia, facendo così progredire la società attraverso l’istruzione (progressive education). Nonostante i numerosi incarichi che sottraevano tempo allo studio, Dewey pubblicò nel 1903 gli Studies in Logical Theory insieme con i suoi migliori allievi di Chicago: era la consacrazione della Scuola di Chicago nel mondo della filosofia. Ma a causa di dissapori di natura amministrativa, Dewey si dimise dall’Università di Chicago nel 1904.

Lasciata Chicago, dopo un altro viaggio in Europa, in cui un altro dei suoi figli, Gordon, di circa sei anni, morì di febbre tifoide, Dewey insegnò dal 1905 fino al 1929 alla Columbia University di New York, dove approfondì maggiormente il lato logico-filosofico della sua ricerca, abbandonando progressivamente psicologia e pedagogia, e le attività amministrative. Continuò invece a supportare organizzazioni di volontariato a finalità educative e sociali, a diffondere in tutto il mondo la sua visione pedagogica, e si avvicinò a gruppi di influenza politica al di fuori dei due principali partiti. Di queste attività sono testimonianze diversi scritti che suscitarono dibattiti e controversie: divenne di fatto un abile polemista. Nel periodo che precedette l’inizio della prima Guerra Mondiale, scrisse tre libri, Ethics (1908) con James Tufts; Outlines of a Cultural Theory of Ethics (1909); How we think (1910) pensato per insegnanti, a cui suggerisce di utilizzare il pensiero riflessivo. Negli anni ‘30 riscrisse il primo ed il terzo volume: per Dewey un libro è sempre stato la base di partenza per successivi approfondimenti e collegamenti. Nel 1915 pubblicò Schools of Tomorrow, scritto in collaborazione con la figlia Evelyn, e l’anno dopo Democracy and Education.

Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, Dewey fu tra i pacifisti, ma criticò l’aggressione tedesca, in quanto simboleggiante la sconfitta della filosofia morale tedesca. Scrisse nel 1915 German Philosophy and Politics sull’argomento. Vide nella società americana emergere segnali preparatori alla militarizzazione e all’entrata in guerra, che criticò, auspicando una guerra disputata per difendere i valori democratici e non il potere. La Columbia University, schieratasi per l’interventismo, giunse a censurare le voci contrarie alla guerra, fino a licenziare due docenti; Dewey fu molto critico verso ogni forma di censura, ma quando si giunse all’entrata in guerra, supportò lo sforzo bellico nazionale. Poco prima della fine della guerra, in uno studio sulle comunità polacche immigrate, Dewey conobbe una scrittrice polacca, e tra i due nacque un breve amore platonico, di cui furono testimonianza diverse poesie scoperte dopo la sua morte, e alcuni personaggi nei libri di lei che ricordavano episodi della vita di Dewey. Più duraturo fu il suo interessamento alle fazioni politiche degli immigrati polacchi e ai rapporti tra USA e i futuri governanti della Polonia dopoguerra, che produssero rapporti destinati all’Office of Military Intelligence.

Alla fine della guerra, Dewey trascorse un periodo sabbatico a Berkeley ed in Giappone; le conferenze che fece in numerose università giapponesi divennero poi la base per il suo libro Reconstruction in Philosophy, pubblicato nel 1920. Dal Giappone passò quindi per un ulteriore anno sabbatico in Cina, dove alcuni docenti erano stati suoi studenti a Chicago. Il movimento politico-culturale che stava modernizzando la Cina dopo la caduta dell’Impero considerava l’arrivo di Dewey importante per democratizzare la formazione nel nuovo paese. Il soggiorno cinese si protrasse per 26 mesi e produsse decine di articoli; anche Alice, che in Giappone era rimasta negativamente colpita dalla condizione femminile, fu invitata a tenere conferenze e spinse per la parità nella formazione delle donne, aiutata dalla figlia Lucy che aveva raggiunto i genitori a Pechino, e più tardi anche dalla figlia maggiore, Evelyn. Nella Cina rivoluzionaria, Dewey cercò sempre di indirizzare gli sforzi verso una rivoluzione socialista e contro una rivoluzione marxista.

Tornato in America, Dewey appoggiò la tesi di rendere fuorilegge la guerra, ogni guerra, e considerò la Società delle Nazioni come una organizzazione antidemocratica che avrebbe perseguito interessi europei; a cui perciò gli USA non dovevano aderire.

Nuovi inviti giunsero a Dewey a partire dagli anni Venti. Nel 1924 fu invitato in Turchia, nel 1926 in Messico, due anni dopo in Unione Sovietica: in tutti questi viaggi lo scopo era di modernizzare il sistema educativo sulla base delle idee democratiche. Alice lo accompagnò nei primi due viaggi, ma la sua salute peggiorò progressivamente e nell’estate del 1927 morì per una trombosi cerebrale. Dewey si trasferì quindi in casa della figlia Evelyn. Il viaggio in Unione Sovietica fu compiuto con un gruppo di 25 pedagogisti e fu minutamente organizzato dal regime sovietico. Dewey distinse pubblicamente tra il popolo russo, che ammirava, e l’ideologia marxista, che non apprezzava. Nel frattempo Dewey pubblicò, oltre a numerose relazioni ed articoli sui sistemi educativi e sociali dei paesi visitati, tre libri: Human Nature and Conduct (1922), Experience and Nature (1925), e The Quest for Certainty (1929). Quest’ultimo libro fu il risultato di un corso tenuto all’University of Edinburgh, le prestigiose Gifford Lectures.

Dai settant’anni, terminati gli impegni accademici, si dedicò intensamente alla vita politica, proponendo la creazione di un terzo partito politico indipendente, e pubblicando tre libri di natura politica quali The Public and Its Problems (1927), Individualism, Old and New (1930), e Liberalism and Social Action (1935). Perseguendo un altro dei suoi molteplici interessi, pubblicò nel 1934 un libro di estetica, Art as Experience. Nello stesso anno, accettò un nuovo invito per esaminare e migliorare un sistema educativo, stavolta in Sud Africa. Nel 1937 accettò di presiedere la commissione di inchiesta sui presunti crimini di Trotsky, si recò in Messico nonostante le critiche e le minacce ricevute, e denunciò le purghe staliniane nel rapporto conclusivo. L’episodio fu il punto di svolta nel liberalismo americano, fino ad allora favorevole a Stalin e in seguito molto più critico verso l’esperimento Sovietico. Nel 1938 pubblicò Logic: The Theory of Inquiry in cui esamina il concetto di verità dal punto di vista filosofico e non soltanto logico, sostituendo alle procedure di induzione e deduzione una teoria ed una metodologia di indagine. L’anno successivo comparve Theory of Valuation concepito come un saggio all’interno di una “enciclopedia” della scienza che diversi autori stavano componendo, e alla soglia degli 80 anni, uscì Freedom and Culture.

Otto anni dopo la morte di Alice, Dewey conobbe Roberta Lowitz, giornalista e figlia di un suo vecchio amico, 45 anni più giovane di lui, e se ne innamorò. L’amore proseguì a distanza, per anni, mentre entrambi perseguivano i rispettivi interessi; si sposarono infine nel 1946; Dewey adottò il figlio adottivo di Roberta, e la nuova signora Dewey si rivelò gelosa e possessiva, e non fu mai completamente accettata dai figli di Alice. Pur rimanendo lucido fino alla morte, dalla metà degli anni 40 Dewey ebbe problemi di salute, ma pubblicò ancora, con John Bentley, Knowing and the Known nel 1949, e quella stessa estate, aveva completato un altro manoscritto che fu smarrito in un viaggio. Provò a riscriverlo, ma ne rimasero solo degli abbozzi. Morì il 1 giugno del 1952 all’età di 92 anni.

Fonti:

  • Jay Martin, The Education of John Dewey, Columbia University Press, 2002.

Note biografiche a cura di Gabriella Dodero

Elenco opere (click sul titolo per il download gratuito)

  • Ricostruzione filosofica
    Argomento del saggio è il futuro della filosofia, che per Dewey si colloca nella rottura delle barriere tradizionali fra conoscenza astratta e conoscenza pratica. Ogni elaborazione filosofica dovrebbe avere una ricaduta sulle azioni pratiche, per cui Dewey rigetta tutte le teorie filosofiche che si sono poste come obiettivo la ricerca della Verità Assoluta.
  • La scuola e la società
    In questo saggio (1899), il filosofo Dewey illustra i due principi cardine della sua pedagogia, da una parte il coinvolgimento attivo dello studente, dall’altra l’ingresso della società nella scuola, non più istituzione a sé stante ma parte di una società democratica.
 
autore:
John Dewey
ordinamento:
Dewey, John
elenco:
D