Il testo è tratto dal formato immagine dell’opera pubblicato, a cura di Claudio Ruggeri e Aligi Michelis, sul sito della Università degli Studi di Torino(Biblioteca centrale della facoltà di Lettere e Filosofia). Gli Errata segnalati nell’ultima pagina dell’edizione originale sono già stati riportati nell’edizione elettronica. Si è mantenuta l’ortografia originale.
Dall’incipit del libro:
MARIO, CORNELIO.
MAR. Tra le molte, anzi infinite cose, che grandissima maraviglia mi porgono Cornelio mio; mentre io vo riguardando questa gran Machina del Mondo, ve n’è una non picciola; anzi forse non minore di qualunque altra, il vedere ogni cosa distinta col suo proprio colore: dalla cui varietà prendono gli occhi infinita contentezza e diletto. Percioche il cielo, la terra, le piante, l’herbe, i fiori, gl’animali brutti, e l’huomo, tutti sono diversi non solo di spetie e di forma; ma di colori. Della cui varietà (per tacere le altre cose) quanta dilettatione ha preso la Natura ne gli augelletti: i quali si veggono così variamente dipinti, e con tanta finezza di colori, che gli occhi nostri non si possono satiare di risguardarli.


