Questa raccolta di poesie è il primo atto del lungo sodalizio tra l’autore e la casa editrice L’Eroica. Come viene detto nella nota introduttiva (che in questo e-book non compare in quanto l’autore ed editore, Ettore Cozzani, non è ancora nel pubblico dominio) il testo raduna “il meglio e il più” delle raccolte precedenti, pubblicate con altre case editrici. Citiamo ancora dall’introduzione di Cozzani:
«[Olinto Dini] è un uomo ormai maturato dagli eventi e dalla meditazione: eppure nelle sue strofe tranquille sentite il pacato respiro di un bimbo. […] Ama il suo paese. È un paese di grandi linee e di nobili orizzonti, vigilato dalle gigantesche Apuane, solcato da fiumi fragorosi, percorso da uccelli da preda: la Garfagnana. Ma egli ne coglie i più teneri aspetti, i più miti, ed anche se ne abbraccia con anima accesa la vastità poderosa, il suo entusiasmo si distende in una iridescente meraviglia, e i giganti di pietra e le belve alate e i torrenti furiosi hanno qualche aspetto ed espressione di bontà e dolcezza per il suo sogno.»
La poesia di Dini, che spicca nel novecento italiano come esempio tipico e individuale, è caratterizzata dal sapere con grande maestria derivare dallo studio dei particolari una sintesi di immagine e di pensiero che si comunica a chi legge con ritmo scattante ed emozionato facendo emergere un concetto di natura umana e di vita che tende alla totalità; arte e poesia trovano sintesi efficace nel potente amore per la libertà. L’ispirazione non gli deriva dagli studi umanistici ma dalla realtà nella quale vive: credo che chi conosca un poco la Garfagnana possa comprendere a fondo sia l’intimità dell’ispirazione che la ricerca di una forma concisa e trasparente che caratterizza l’intera opera poetica del Dini.
Sinossi a cura di Paolo Alberti
La prima poesia Nella pineta di Viareggio:
Or che tra’ rami de’ solenni pini
ch’adombran queste imbalsamate sponde,
fantastici candori alabastrini
l’estivo plenilunio diffonde;
or che mi recan gli àsoli marini
fragranze d’alga e melodie gioconde:
gioconde melodie di violini,
miste al soave murmure dell’onde;
con che gioia, amor mio, l’anima sento
misteriosamente inebriare
della pace da’ cieli radiante,
e sogno, fiso in queste acque di mare,
vive di mille tremolii d’argento,
l’arcano ne’ tuoi grandi occhi stellante!

