La seconda parte dell’Ottocento delinea un periodo molto importante per la storia della nostra letteratura. Le donne iniziano a ricoprire ruoli attivi nelle case editrici e nelle redazioni dei giornali. È il caso della figura della scrittrice Emma, alias Emilia Ferretti Viola. Nel suo libro più noto, “Una fra tante” (che nel 1878 suscitò critiche e scandali, ma che fornì anche spunti di discussione parlamentare), emerge, fra le altre cose, la posizione sulla prostituzione, segnale di profondo impegno sociale e femminista.
Dall’incipit del libro:
Barberina aveva sedici anni quando venne in X, una delle principali città d’Italia, per entrar al servizio di una famiglia d’agiati commercianti.
Era fresca e robusta, timida come una signorina appena uscita di convento, ignorante come le pecore e le capre che aveva portato a pascere per tanti anni nei monti ove era nata.
Essa esciva dalle valli solitarie delle sue montagne, come l’educanda esce dalle mura del chiostro: ingenua, vergognosa, maravigliandosi di tutto e di tutti. Anch’essa, come l’educanda, era stata rinchiusa in un breve spazio di terra segregato dal resto del mondo; anch’essa era stata abituata ai lunghi silenzi, alle placide e dolci contemplazioni, e alla monotona disciplina del lavoro.



