Federigo EnriquesFederigo Enriques nacque a Livorno il 5 gennaio 1871.

Portò a termine gli studi secondari a Pisa ove rimase anche come allievo della Scuola Normale Superiore dove ottenne la laurea in matematica nel 1891. Completò due ulteriori anni di perfezionamento, il primo a Pisa e il secondo a Roma seguendo le lezioni di Luigi Cremona e iniziando un rapporto di amicizia e collaborazione con Guido Castelnuovo.

Dopo una breve permanenza a Torino che gli valse la collaborazione con Corrado Segre, a soli 25 anni, nel 1896 fu nominato professore di geometria descrittiva e proiettiva all’Università di Bologna, incarico che mantenne fino al 1922, quando fu chiamato a ricoprire dapprima la cattedra di matematiche superiori e poi quella di geometria superiore all’università di Roma.

Nel 1938 venne allontanato dall’insegnamento a causa delle leggi razziali. Proseguì quindi in Francia (e in lingua francese) la sua attività pubblica che in Italia gli era inibita. Fu quindi nel 1938 che uscì in Francia La teoria della conoscenza scientifica da Kant ai giorni nostri (tradotto in italiano per la prima volta nel 1983).

Fu nel comitato di redazione della nota “Rivista di Scienza” (organo internazionale di sintesi scientifica) fin dalla sua fondazione nel 1907 (poi “Scientia”, dal 1910). Tutta la collezione di tale rivista può essere consultata grazie alla digitalizzazione della Università di Bologna (http://amshistorica.unibo.it/scientia).

I suoi contributi nell’ambito della matematica e nella storia e filosofia della scienza sono numerosi e notevoli. Nelle Lezioni sulla teoria geometrica delle equazioni e delle funzioni algebriche (in collaborazione con O. Chisini) sviluppò la teoria generale delle invarianti delle superfici algebriche (o funzioni algebriche di due variabili).

Le sue riflessioni sui fondamenti delle matematiche e delle scienze in generale trovano inquadramento nel movimento epistemologico che fiorì in Europa tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX e che si giova soprattutto delle riflessioni di Mach e Poincaré.

Si oppose al pragmatismo che vedeva come incomprensione del valore teoretico della scienza e con lo stesso criterio combatté il tentativo di ridurre la matematica alla logica, cosa che porta a considerare le proposizioni matematiche delle tautologie.

Nel suo lavoro viene riaffermato il concetto kantiano di “sintesi a priori” attraverso un razionalismo criticamente aperto che concepisce psicologicamente l’attività del soggetto nella costruzione delle sintesi scientifiche.

La sua concezione di complementarità tra scienze e filosofia gli consente di costruire il suo razionalismo scientifico in polemica sia con l’empirismo psicologistico che col razionalismo dogmatico.

Anche se non poté giungere ad un indirizzo filosofico compiutamente formulato, la sua attività fu determinante per diffondere in Italia l’interesse per la filosofia della scienza e la critica dei principi.

Tornò all’insegnamento all’Università di Roma nel 1944, ma ma la morte lo colse all’improvviso il 14 giugno 1946.

Il fratello minore Paolo (1878-1932) fu biologo e professore di zoologia, anatomia e fisiologia comparata nelle università di Sassari e Padova.

Fonti:

  • L. Lombardo Radice: Federigo Enriques. Milano, 1982
  • A Santucci: Il pragmatismo in Italia, Bologna 1963.
  • A. Levi: Ricordo di Federigo Enriques in “Rivista di filosofia” anno XXXVIII 1947.

Sono a disposizione on line grazie all’università di Pisa le seguenti opere di Enriques:

  1. http://mathematica.sns.it/media/volumi/267/tesi.pdf
  2. http://mathematica.sns.it/media/volumi/479/enriquesI.pdf
  3. http://mathematica.sns.it/media/volumi/479/enriquesII.pdf
  4. http://mathematica.sns.it/media/volumi/479/enriquesIII.pdf

Note biografiche a cura di Paolo Alberti

Elenco opere (click sul titolo per il download gratuito)

  • Causalità e determinismo nella filosofia e nella storia della scienza
    La scienza dopo Galileo sembrava aver superato la dicotomia tra Caso e Legge, tra successione di fenomeni imprevedibili e determinismo meccanico. Ma la fisica atomica e la meccanica quantistica ritornano a porre all’ordine del giorno questo dibattito impedendo alla riflessione epistemologica di riposare nella visione di un ordine deterministico dei fenomeni.
  • Problemi della scienza
    Tra il 1909 e il 1914 ebbe ampia risonanza internazionale godendo di traduzioni in inglese, francese, spagnolo, tedesco e russo. Il testo è in realtà, come dice Pierre Boutroux nella recensione pubblicata su Scientia 1907 p. 338, “una teoria completa della conoscenza”.
 
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Federigo Enriques
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Enriques, Federigo
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