Nato nel maggio 1867 in una famiglia prussiana borghese di origine ebraica (il padre Emanuel Eisner era un fabbricante di uniformi con un negozio a Berlino), trascorse l’infanzia e la gioventù nella capitale tedesca, e dopo gli studi intraprese una carriera come giornalista, sempre schierandosi dalla parte del “popolo” e contro l’aristocrazia prussiana. Sposò Elizabeth Hendrich, da cui ebbe cinque figli, e si avvicinò al partito socialdemocratico (SPD). Pur avendo abbandonato l’università senza concludere il dottorato, mantenne sempre un vivo interesse per il pensiero filosofico, e pubblicò libri su Nietzche e Kant, che rivisitò “in chiave socialista”.
Sviluppò uno stile di scrittura ironico e profondo, e dopo un attacco al Kaiser celato sotto forma di narrazione parodistica, fu arrestato (1897), processato per lesa maestà e condannato a nove mesi di carcere. Dopo avere scontato la pena, Wilhelm Liebknecht gli offrì di lavorare al giornale del partito socialista “Vorwärts”, e pur essendo Eisner estraneo alla vita del partito, Liebknecht ne fece il suo braccio destro. Alla morte di Liebknecht, nel 1900, fu incaricato di scriverne la biografia, mentre nel comitato redazionale come nel partito si affrontavano le correnti radicali e riformiste dei socialdemocratici. Non appartenendo a nessuna delle due correnti, la sua posizione al “Vorwärts” si fece precaria, fino a venire costretto alle dimissioni nel 1905 quando i radicali presero il controllo della stampa.
Eisner riorganizzò quindi la sua vita abbandonando Berlino e recandosi in Baviera, nel 1907, senza la famiglia, con cui nel giro di qualche mese ruppe ogni contatto. Fu assunto alla “Fränkische Tagespost” di Norimberga, poi nel 1910 divenne cittadino bavarese e si spostò a Monaco, dove iniziò a convivere con Elsie Belli, ed a pubblicare sul “Münchener Post”. Sempre critico verso il dominio che la Prussia esercitava sulla Baviera, fu comunque sostenitore dell’unità dello Stato tedesco, che avrebbe voluto vedere realizzarsi con modalità meno autoritarie, pertanto operando in favore di una Germania socialista. Nel 1914 si schierò con i socialisti contrari alla partecipazione della Germania alla prima guerra mondiale e alla politica imperialista del Kaiser prussiano. La censura iniziò a rifiutare i suoi articoli politici e rimase al “Post” solo come critico letterario.
Con poche risorse economiche e molto tempo a disposizione, partecipò a circoli di discussione nei caffè ed iniziò ad avere un seguito personale. Si convinse che il compito dei veri socialisti era di portare la Baviera verso la fine della guerra attraverso la mobilitazione popolare, mentre il partito socialista (SPD) appoggiava la politica militarista del governo. Pertanto, nel 1917 aderì agli scissionisti di sinistra dell’USPD e ne divenne il leader di fatto a Monaco. Mentre la SPD continuava a chiedere le riforme al governo bavarese, l’USPD a livello nazionale iniziò nel gennaio 1918 ad organizzare uno sciopero generale. A Monaco Eisner proclamò che lo sciopero non sarebbe solo diretto a finire la guerra, ma anche ad abbattere la monarchia, prussiana e bavarese: il suo discorso convinse i lavoratori della Krupp che scesero in sciopero nonostante che i socialisti della SPD, guidati da Erhard Auer, fossero sostanzialmente contrari. Il giorno dopo, Eisner fu arrestato come organizzatore dello sciopero.
Passò quindi circa nove mesi in prigione, sempre sotto indagine ma mai processato, leggendo e scrivendo, in particolare su Marx, e completando un dramma iniziato vent’anni prima in carcere; acquistò così un’aura di martire del socialismo bavarese. Il 14 ottobre 1918 Eisner fu liberato dalla prigione e nominato a capo della USPD in corsa per le elezioni locali di Monaco, dove erano favoriti i socialisti di Auer. Il clima era molto cambiato, con il popolo consapevole che la sconfitta ormai era inevitabile, e mentre la USPD chiedeva le dimissioni del Kaiser per velocizzare la conclusione della guerra, i socialisti della SPD lasciarono volutamente ambigua la forma, monarchica o repubblicana, dello Stato riformato che auspicavano.
Il 2 novembre 1918 fu approvata una riforma costituzionale che riduceva i poteri della Camera Alta e della monarchia, con l’accordo di tutte le forze politiche tranne alcuni ricchi aristocratici ed i socialisti di Eisner. La riforma giunse troppo tardi per avere efficacia, in un momento in cui l’impero austro-ungarico crollava. La rivolta scoppiata fra i marinai di Kiel, e la proclamazione della Repubblica Austriaca furono i segnali che la Baviera attendeva per compiere un colpo di stato, che probabilmente il gruppo di Eisner stava già organizzando, assicurandosi la collaborazione dei rappresentanti dei contadini. Eisner ed Auer il 6 novembre firmarono un proclama per una manifestazione congiunta da farsi l’indomani. Il 7 novembre del 1918 (in piena Oktoberfest) una folla guidata da Eisner, radunatasi alla Theresienwiese, marciò verso le caserme, impadronendosi delle armi senza incontrare resistenza, e proclamando la Repubblica mentre i socialisti di Auer marciavano per il centro di Monaco, e il governo non interveniva. In una birreria, la folla proclamò Eisner Primo Presidente del Consiglio dei Lavoratori, costituendo quindi un Consiglio di Lavoratori e Soldati ed occupando la sede del parlamento. Alle 22.30 Eisner proclamò quindi la fine della monarchia e l’inizio della Repubblica Bavarese (Freistaat Bayern) attribuendosi il titolo di primo ministro provvisorio. La rivoluzione si svolse con relativa calma e senza spargimenti di sangue. Auer fu chiamato da Eisner ad unirsi ai rivoluzionari, ed i socialisti accettarono. Fu costituito un governo con 9 ministri, 4 della SPD, 4 della USPD e un indipendente.
Era già noto da tempo che il presidente USA Wilson non intendeva trattare la pace con il vecchio regime di Berlino, e la presenza di un nuovo governo in Baviera lasciava intendere che le trattative di pace potevano avere luogo con nuovi interlocutori più credibili. La storia dei primi due mesi della Repubblica è documentata nel saggio I nuovi tempi che raccoglie i discorsi pronunciati ufficialmente da Eisner in tale periodo (disponibile su Liber Liber in traduzione italiana). Alla lotta fra Baviera e Prussia, fra esponenti del vecchio e nuovo regime, alla mancanza di materie prime dovute alla guerra, e di lavoro per gli smobilitati dall’esercito, si aggiunsero divergenze politiche e personali tra Eisner ed Auer. Il 4 gennaio 1919 fu proclamata la nuova Costituzione bavarese, in un clima di insoddisfazione e violenza che attraversava Monaco, e tra le accuse ad Eisner di essere incapace di fermarla.
Le elezioni per il nuovo Parlamento bavarese si tennero il 12 gennaio 1919, e una settimana dopo si elessero i rappresentanti al Parlamento nazionale tedesco. La popolazione cattolica supportò il partito popolare BVP, mentre i Protestanti e la città di Monaco scelsero i socialisti; i liberal-democratici del DDP si accordarono con i socialisti per un governo di coalizione. Eisner fu sconfitto, raccogliendo circa il 3% dei voti, anche per l’ambiguità di molte sue posizioni politiche, tra cui il ruolo che i Consigli dovevano mantenere nei confronti del neo eletto Parlamento. Nei Consigli ottenne quindi un ruolo preminente il neonato Partito Comunista, e fu chiesto dai partiti ad Eisner di dimettersi per lasciare spazio ai lavori parlamentari, mentre i Consigli chiedevano di avere più spazio per mantenere viva la rivoluzione bavarese. Un ultima riunione dei Consigli, seguita da quella dei ministri, lo convinsero a dimettersi il 20 febbraio; l’indomani, con la lettera di dimissioni nella valigetta, si stava recando al Parlamento a piedi quando un giovane lo avvicinò e lo uccise sparando due pallottole nella testa. L’omicida era Anton Graf von Arco auf Valley, un nobile nazionalista figlio di un conte bavarese e di una donna di origine ebraica. Neppure un’ora dopo Auer fu gravemente ferito nel Parlamento da un membro del Consiglio degli Operai; ciò segnò l’inizio della Seconda Rivoluzione bavarese. Kurt Eisner è sepolto nel cimitero ebraico a Monaco di Baviera.
Fonti:
- Allan Mitchell, Revolution in Bavaria, 1918-1919. Princeton Legacy Library, 1965.
- Erich Mühsam, Liberating society from the State, PM Press, 2011.
Note biografiche a cura di Gabriella Dodero
Elenco opere (click sul titolo per il download gratuito)
- I nuovi tempi
Il saggio contiene i discorsi pronunciati da Eisner nel 1918, nei primi turbolenti mesi della repubblica socialista, nata dalle ceneri della monarchia bavarese. In quel periodo egli fu il Ministro Presidente dello Stato Libero di Baviera, carica che ricoprì fino alla sua tragica morte nel febbraio del 1919.