Arrigo FugassaArrigo Fugassa nacque ad Alassio (SV) nel 1896 da una famiglia di armatori e capitani di mare.
La casa natale è ancora presente ad Alassio e, nel centenario della sua nascita (1996), vi è stata posta una targa a eterna memoria, ancora presente.

Ad Alassio frequentò tutti i tre gradi di istruzione (da esterno) presso il collegio Don Bosco, ove maturò le scelte letterarie che lo resero uno scrittore conosciuto e stimato in tutta la nazione, e che gli valsero la nomina a membro del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione.

Tra i suoi primi lavori troviamo I racconti del nostromo, probabilmente ispirati dai Racconti marinareschi di Don Paolo Lingueglia, che lo guidò durante gli studi collegiali alassini, anch’egli scrittore, ammirato e ben considerato da Benedetto Croce.

Appena iscrittosi all’Università di Genova venne chiamato alle armi, nel novembre 1915. In guerra si distinse per impegno e coraggio; fu insignito della Croce di Guerra al Valor Militare per il valoroso comando tenuto durante la 10ª Battaglia dell’Isonzo.

Nei primi anni del dopoguerra insegnò presso l’Istituto Nautico genovese e l’Istituto Tecnico. Nel frattempo collaborò con alcune tra le maggiori testate giornalistiche liguri e toscane, scrivendo saggi e traduzioni; tra queste ultime spiccano le traduzioni delle opere di A. De Vigny.

Scrisse anche molti racconti legati alla tradizione marinaresca ligure e a quel mare che accomunava molti suoi contemporanei, come Jack La Bolina (Augusto Vittorio Vecchi), Ugo Cuesta, Giorgio Croppi e Giovanni Descalzo (a cui nel 2013 è stato intitolato il Premio Internazionale di poesia e narrativa “Giovanni Descalzo – Città di Sestri Levante”).

Nel 1931 scrisse Il fumo della bombarda, ispirato dall’esperienza vissuta durante la 1ª Guerra Mondiale, che nel 1932 gli valse una segnalazione al premio Bagutta, e che è stato ripubblicato nel 2018 con una prefazione del Prof. A. Beniscelli, ordinario di Letteratura italiana presso l’Università di Genova.

Successivamente, sposatosi nel 1936 con Margherita Amicarelli, si trasferì a Livorno dove gli fu affidata la direzione dell’Istituto Magistrale; e dove morì precocemente, all’apice della carriera, il 27 Aprile 1940: mentre Arrigo e la moglie passeggiavano, furono investiti da un filobus fuori controllo. Fortunatamente la moglie, in dolce attesa, sopravvisse e nonostante la lunga e difficile degenza, portò a termine la gestazione partorendo la loro figlia che chiamò Arriga.

Fonti:

Note biografiche a cura di Raffaele Fantazzini

Elenco opere (click sul titolo per il download gratuito)

  • Navigazione col "Rosso"
    Racconto semplice e veloce, tipico delle avventure marinaresche. L’autore rende uno spaccato preciso, raccolto delle esperienze della tradizione marinaresca di famiglia, di quello che è il quotidiano degli uomini di mare, come il repentino passaggio dalla bonaccia al fortunale.
  • Ritratto di donna ligure
    La forza di carattere e la caparbietà delle donne genovesi, nel racconto delle avventure della "scià Manin".
  • Tre bocci di rosa
    (Leggenda)
    Mantenendo il suo stile pulito, ma chiaramente più maturo, in questo racconto il Fugassa pone in evidenza i pregi della virtù dietro un chiaro racconto simbolico. Racconta la storia di tre giovani sorelle a cui il padre, prima di un lungo viaggio, fece un regalo da preservare fino al suo ritorno in modo da verificare la loro saggezza.
 
autore:
Arrigo Fugassa
ordinamento:
Fugassa, Arrigo
elenco:
F