Dall’incipit del libro:
Ora che la sera della mia vita avanza e il rosso del tramonto dilegua all’orizzonte, mi decido a raccogliere alcuni dei miei saggi e a presentarli nella compatta forma di un libro al pubblico che non si diletta di facili arringhe, di banalità e di sciatti e comuni giudizi allegramente e serenamente allineati. Mi lusingo che ne ritragga piacere e vi trovi il suggello di una personalità via via formatasi con le dure esperienze, il raccoglimento all’interiore, il culto per l’umano e l’abbominio per le futili parvenze. Credo sia stato un bene, malgrado gl’infiniti viaggi compiuti in ogni terra, le esplorazioni tentate ovunque e l’inesausta mia curiosità, che a fianco mio sia rimasta sempre la Dea Solitudine, e non mi abbiano allettato i rumori mondani, il plauso e gli elogi, mai turbato le squille dei legislatori in materia di lettere, di poesia e di critica, i Minossi di grande gravità, attenti al loro unico solco di vita, alle loro direttive di pensiero, deliberati a imporre il loro gusto esclusivo e a classificare uomini come si classificano cavalli.
Ed era giusto che mi escludessero le raccolte, le antologie santificanti gli scrittori più in voga, che si rispettano, o si tollerano, o si impongono. Che potrei io offrire al buon senno e al discernimento infallibile dei vigili che amministrano le terre beate e fertili, a cui si gettano i semi e i fiori della nostra attività spirituale?
