Dall’incipit del libro:
Massimo legittimo vanto della nazione britannica è la sua letteratura così ricca, varia, armonicamente materiata di fervida immaginazione e di saggezza equilibrata. Gli è che due elementi etnici hanno concorso a formarla, il celtico ed il sassone, conferendole il primo la vivacità della fantasia, il secondo il profondo senso della realtà. E questi due elementi etnici facilmente si ravvisano nel più grande dei poeti inglesi, in Guglielmo Shakespeare, il quale non senza ragione nacque in Stratford-on-Avon, una piccola città di provincia non lontano dalla valle del fiume Severn, dal teatro, cioè, del conflitto fra sassoni e gallesi. Conosciamo l’anno in cui nacque, il 1564, ma non il giorno. Il bambino fu battezzato secondo il rito anglicano nella parrocchia della città il 26 aprile, e poichè era costume battezzare i bimbi tre giorni dopo la nascita, possiamo inferire che Shakespeare nacque il 23 aprile e nascendo pianse, come qualunque altro essere umano, per essere venuto su questo grande palcoscenico di matti (Lear, IV, 3, 186). Lo avevano preceduto due sorelle, Joan, ancora in vita, e Margaret, morta un anno prima, cioè il 1563.

