Dall’incipit del libro:
Come sappiamo dal romanzo di Tota Nerina, la paesanotta Gilda rimestava con il tridente il letamaio, quando il giovane prof. Adriano Meraldi ritornĂ² vittorioso del concorso di Pompei a San Gerolamo Canavese.
Essa era figliuola unica di Simone il falegname, curvo come un quarto di luna, senza essere molto gobbo, imperocchĂ© la curva riguardava piuttosto la testa che la schiena. Simone era un vecchio semplice con i capelli bianchi pallidi che in gioventĂ¹ erano stati biondi lucenti. Pareva un San Giuseppe ricamato. Era buono, sottomesso a tutti. Avrebbe voluto che il Sindaco e il Parroco, Vittorio Emanuele II e Pio IX fossero sempre stati in concordia, come pane e cacio.
Teneva bottega vicino alla casa del geometra Meraldi: ed era assai bravo falegname: non lavorava di malizia: niuno come lui stringeva salde le commettiture: ci metteva perĂ² il suo tempo: per cui bisognava pensarci forse tre anni prima del bisogno ad ordinargli un cassettone; ma una volta fatto quel cassettone durava un’eternitĂ di generazioni.


