4: La repubblica di Augusto

I cinque volumi dell’opera furono pubblicati dal 1901 al 1907, e sono incentrati sulla crisi della Repubblica romana che portò al potere Giulio Cesare e poi l’imperatore Augusto. La fluidità della narrazione assicurò all’opera un clamoroso successo di pubblico, anche all’estero, dove fu presto tradotta e ammirata, ma fu stroncata dagli accademici italiani. Lontano sia dagli impianti storici che privilegiavano le vicende politico-militari sia dalla storiografia critica e filologica, e attento piuttosto alle vicende delle classi in lotta, egli costruì una storia sociale e prese a modello il Mommsen, rovesciando però le conclusioni della Römische Geschichte.

Sinossi tratta da Wikipedia
https://it.wikipedia.org/wiki/Guglielmo_Ferrero#Grandezza_e_decadenza_di_Roma

Dall’incipit del libro:

Si riviveva, alla fine! Da ogni parte la tremenda procella sgombrava l’atmosfera, fuggiva, spariva all’estremo orizzonte; in alto, a destra, a sinistra il cielo si rasserenava, immensi squarci azzurri brillavano, promettitori di pace e di gioia. Tutti, tutti i tormenti della rivoluzione, la tirannide triumvirale, la anarchia militare, la rapina delle imposte, erano finiti; il Senato ricominciava a tener regolarmente le sue tornate; i consoli, i pretori, gli edili, i questori ripigliavano gli uffici antichi; ricominciava nelle provincie la vicenda dei governatori scelti o sorteggiati tra i consoli e i pretori uscenti. E dopo tante discordie atroci, dopo tanto odio, tante demolizioni, tante distruzioni, l’Italia si ritrovava finalmente concorde almeno nell’ammirare insieme e fervidamente Augusto e l’antica Roma.
La guerra d’Azio, la rovina di Antonio, l’immaginario pericolo di Cleopatra, la conquista dell’Egitto, la restaurazione della repubblica; gli strani, quasi incredibili eventi degli ultimi anni avevano risospinti precipitosamente indietro gli spiriti verso le lontane sorgenti della storia nazionale e i piccoli principî del grande impero. Arcaicizzavano tutti ormai, considerando ogni cosa antica, solo perchè antica, come migliore delle cose presenti: e in politica rammaricavano la grande aristocrazia che aveva governato l’impero sino alla guerra di Perseo: e non solo il costume privato, la famiglia, l’esercito, le istituzioni, la tempra degli uomini parevano essersi via via disfatte, corrotte, impicciolite di secolo in secolo; ma perfino gli scrittori classici, Livio Andronico, Pacuvio, Ennio, Plauto e Terenzio erano anteposti agli scrittori, invece tanto più ricchi e più vivi, della generazione di Cesare: e non per accidente ma per deliberato proposito il Senato aveva pochi mesi innanzi voluto riparare i templi di Roma, prima che le vie dell’Italia, pur esse orribilmente guaste dallo scempio che ne avevano fatte le legioni e dall’incuria dei precedenti decenni.

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titolo:
Grandezza e decadenza di Roma
sottotitolo:
4: La repubblica di Augusto
titolo per ordinamento:
Grandezza e decadenza di Roma. 4
autore:
opera di riferimento:
Grandezza e decadenza di Roma 4: La repubblica di Augusto / Guglielmo Ferrero. - Milano : F.lli Treves, 1907. - 379 p. ; 18 cm.
copertina:
[elaborazione da] "Virgil reading the Aeneid to Augustus and Octavia" di Jean-Joseph Taillasson (1745–1809). - National Gallery, London - https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/c/cd/VirgilAeneidVI.jpg - Pubblico Dominio.
licenza:

data pubblicazione:
20 giugno 2017
opera elenco:
G
ISBN:
9788828100645
affidabilità:
affidabilità standard
digitalizzazione:
Paolo Alberti, paoloalberti@iol.it
Catia Righi, catia_righi@tin.it
impaginazione:
Carlo F. Traverso
Rosario Di Mauro (revisione ePub)
pubblicazione:
Catia Righi
Ugo Santamaria
revisione:
Paolo Oliva, paulinduliva@yahoo.it
Ugo Santamaria