“… appena laureatomi in Modena, di ritorno a Massa di Carrara, presso mio padre (ch’era colà una specie di Governatore militare), tentai una commedia nel dialetto massese, che intitolai: Baltromèo calzolaro; ciò fu nel 1847. Era una commediola in due atti, con cangiamenti di scena durante gli atti. Fu da questa commediola che trassi nel 1865 questo Codicillo dello zio Venanzio. Il lavoro poco guadagnò nella trasposizione della tela; molto invece perdette nel lato del dialogo, improntato di molto maggiore e più saporita naturalezza quand’era in dialetto.”

Questo scrive Paolo Ferrari nel V volume delle sue “Opere drammatiche” (Milano, Libreria Editrice, 1878), introducendo la commedia Il Codicillo dello zio Venanzio. Il Codicillo fu successivamente tradotto in dialetto in dialetto veneziano con il titolo El libreto de la cassa de risparmio.

Paolo Ferrari, che amò cimentarsi come interprete di alcune commedie in dialetto modenese, non pensò mai di rappresentare il Baltromèo. Problemi con la ferrea censura estense ne impedirono peraltro la pubblica circolazione, anche se questo non impedì che il testo venisse letto e apprezzato dagli amici massesi del Ferrari. La commedia pertanto rimase inedita fino al 1899, quando, nel decennale della morte del commediografo, lo storico e archivista Giovanni Sforza (1845 – 1922) ne curò la pubblicazione.

Il Baltromèo calzolaro fu rappresentato per la prima volta al Teatro Comunale Guglielmi di Massa la sera dell’8 gennaio 1901.

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titolo:
Baltromèo Calzolaro
titolo per ordinamento:
Baltromèo Calzolaro
autore:
opera di riferimento:
"Baltromèo Calzolaro Commedia in due atti in dialetto massese", di Paolo Ferrari; Edita e illustrata da Giovanni Sforza; Tipografia Landi; Firenze, 1899
cura:
Giovanni Sforza
licenza:

data pubblicazione:
15 giugno 2006
opera elenco:
B
affidabilità:
affidabilità standard
digitalizzazione:
Paolo Giannotti, parvalicet@aliceposta.it
pubblicazione:
Catia Righi, catia_righi@tin.it
revisione:
Paolo Alberti, paoloalberti@iol.it