Roberto FarinacciRoberto Farinacci (1892 – 1945) fu uno dei principali esponenti del fascismo prima e durante la II Guerra Mondiale, nonché promotore dell’antisemitismo.

Nato a Isernia, Farinacci crebbe in povertà e a 8 anni si trasferì con la famiglia al Nord; a Cremona, la città che considerò sua, lavorò nelle ferrovie. Aderì al socialismo irredentista appoggiando la partecipazione italiana alla I guerra Mondiale. Nel dopoguerra, Farinacci divenne un ardente sostenitore del Partito Nazionale Fascista e di Mussolini. Fu quindi il “ras” di Cremona e pubblicò il giornale “Cremona Nuova” (che poi divenne “Il Regime Fascista”), organizzando le Camicie Nere locali dal 1919; riprese gli studi e si laureò in Giurisprudenza. Nel 1922, all’epoca della Marcia su Roma, gli squadristi di Farinacci assaltarono il Municipio di Cremona.

Crescendo nei ranghi del PNF, Farinacci divenne il maggiore esponente della corrente “sindacalista”, che riteneva Mussolini “troppo liberale”; di contro, Mussolini lo considerava violento ed irresponsabile. Tra i fascisti, era conosciuto come anticlericale, xenofobo ed antisemita. Nel 1925, Farinacci divenne segretario del Partito, di fatto il “numero 2” dopo Mussolini. Il Partito sotto la sua guida divenne più centralizzato, sbarazzandosi dei suoi esponenti radicali; compiuta l’opera, Mussolini lo rimosse e di fatto scomparve dalle scene politiche per il resto degli Anni Venti e parte dei Trenta, dedicandosi alla professione legale, che aveva perseguito anche difendendo in tribunale Dumini, l’assassino di Matteotti. Il “Time”, nel 1929, lo soprannominò l’ “uomo dell’olio di ricino”.

Nel 1936 Farinacci, rientrato in politica, divenne luogotenente generale della Milizia Volontaria, il nuovo nome delle Camicie Nere, e combatté nella seconda guerra Italo-Abissina, perdendo la mano destra mentre pescava lanciando una granata. Nel 1937 partecipò alla Guerra Civile in Spagna; nel 1938 sostenne la promulgazione delle leggi razziali. Allo scoppio della II Guerra Mondiale, Farinacci divenne un sostenitore della Germania nazista, insistendo con Mussolini per entrare in guerra; nel 1941 divenne Ispettore della Milizia in Albania.

Nella seduta del Gran Consiglio del Luglio 1943, Farinacci fu uno dei pochi che sostennero Mussolini, e dopo il suo arresto, fuggì in Germania per evitare di essere arrestato a sua volta. Quando poi Mussolini assunse il comando della RSI, Farinacci rientrò a Cremona senza più occuparsi di politica, scrivendo editoriali e fondando il giornale “Crociata Italica”, organo del gruppo clerico-fascista.

La mattina del 26 aprile 1945 Farinacci fuggì da Cremona in direzione della Valtellina; abbandonò i suoi compagni di fuga a Bergamo e si diresse, con la marchesa Vidoni Soranzo, verso una villa di proprietà della famiglia della marchesa. Il giorno dopo, l’auto su cui fuggiva incontrò una pattuglia partigiana; nella sparatoria Farinacci, illeso, fu catturato. Nel municipio di Vimercate fu improvvisato un tribunale partigiano; nel processo contestò le accuse chiedendo che si ascoltassero i Cremonesi, che avrebbero testimoniato in suo favore; la sentenza di morte fu richiesta da una maggioranza di partigiani comunisti e socialisti, mentre la minoranza, partigiani di orientamento cattolico e liberale, avrebbe preferito consegnarlo agli Alleati. Fu fucilato nella piazza di Vimercate il 28 Aprile 1945.

Fonti:

Elenco opere (click sul titolo per il download gratuito)

  • Storia della rivoluzione fascista. 1
    Il 1919
    Il primo volume dell’opera contiene il resoconto degli avvenimenti del 1919. Si concentra sulle origini immediate del movimento fascista: situazioni economiche e sociali del primo dopoguerra, smobilitazione dei reduci, scioperi e agitazioni, e la genesi dei primi Fasci di combattimento.
  • Storia della rivoluzione fascista. 2
    L’insurrezione rossa e la vittoria dei Fasci
    Il secondo volume dell’opera contiene il resoconto degli avvenimenti dal gennaio 1920 alle elezioni politiche del 1921 ed è in gran parte dedicato alle conflittualità sociali del biennio rosso (1919–1920) con la progressiva affermazione dei Fasci italiani di combattimento nelle campagne e nelle città: scontri con socialisti e sindacalisti, occupazioni, e la reazione squadrista.
  • Storia della rivoluzione fascista. 3
    La marcia su Roma
    Ricostruisce il periodo che conduce alla Marcia su Roma (ottobre 1922) e le immediate conseguenze politiche: le manovre fatte dai Fasci per ottenere il potere, il ruolo dei quadri locali, e infine l’accesso di Mussolini alla guida del governo.
 
autore:
Roberto Farinacci
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Farinacci, Roberto
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