Racconto

Pubblicato nel 1895, questo racconto è preceduto da una prefazione in cui il prolifico autore di romanzi (diversi già disponibili su Liber Liber) illustra la sua filosofia letteraria, con quella leggerezza che contraddistingue le sue opere di narrativa. In polemica con chi desidera sempre catalogare ogni autore ed ogni sua opera secondo precisi canoni (realismo, impressionismo, simbolismo, psicologismo…) rivendica il diritto a fare “il comodo mio”. E contestualmente incoraggia con qualche bonario consiglio gli aspiranti scrittori di narrativa a scrivere ciò che sentono dentro di sé, perché “tutti abbiamo fatto un buon romanzo; non si tratta che di scriverlo”. E senza dogmatismi, ma con decisione, illustra il suo pensiero sulla narrativa in contrapposizione alla poesia: quest’ultima è espressione della gioventù, oppure della vecchiaia ridiventata fanciulla; mentre la letteratura richiede maturità, ma anche sincerità nell’espressione, perché

«le mode passano, resta la sostanza; e se quello che dovete dire ha valore, se la veste che darete al vostro pensiero sarà attraente, sia ideale, o sia reale, o sia verista, pur che sia vera (che significa ben altro), pur che sia bella, il vostro romanzo sarà riletto quando il chiasso dei paroloni difficili sarà svanito»

Veniamo adesso al racconto: protagoniste sono due fanciulle in età da marito, Tizia e la narratrice in prima persona della storia. Sono amiche, entrambe orfane di madre ed allevate dal padre, entrambe hanno un padre preoccupato dalla ricerca di un marito per la “bimba” ormai cresciuta. Tizia in verità un marito l’aveva trovato, ma fu, inaspettatamente e senza spiegazioni, abbandonata il giorno delle nozze; si è ripresa dall’esperienza, ma è ancora scettica sul suo futuro.

La narratrice ha un ciondolo portafortuna d’oro, con il numero 13 inciso, e lo smarrisce durante una passeggiata; il padre fa allora comparire sul giornale un annuncio di ricompensa per chi ritroverà il ciondolo. E nel giro di pochi giorni, di ciondoli ne arrivano ben due, uno portato da un ragazzino del quartiere, l’altro consegnato all’ufficio Oggetti Smarriti. La narratrice si accorge che in realtà, per l’assenza di un piccolo difetto, nessuno dei due ciondoli è il suo, e comprende che c’è un piccolo mistero d’amore dietro ai due “Numeri 13”. E nel giro di una novantina di pagine, il lettore potrà vederlo svelato e godersi questo fresco racconto.

Sinossi a cura di Gabriella Dodero

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Dall’incipit del libro:

Io non ho mai avuto i pregiudizi di certa gente e non dico gentuccia, perchè fra le mie amiche di collegio, ne ho avuto una carissima, la quale se si sentiva venire addosso un ragno era sicura che quella bestiaccia le portava la fortuna, o una buona notizia almeno, o un regaluccio. Io no. Se avessi avuto un po’ di coraggio avrei schiacciato tutti i ragni incontrati nella vita, ma il coraggio non è proprio il mio forte; e ancora oggi un ragno grosso m’ispira un senso di rispetto da lontano; se si avvicina un poco, mi fa strillare. Ma certi pregiudizi di donnette non gli ebbi mai.
E alla scuola magistrale quando il professore di italiano, un bell’uomo sui cinquanta, che ci aveva innamorato tutte, recitandoci le poesie con una voce (che voce! un flauto); quando dunque il professore d’italiano si mostrò sgomentato perchè nel gesticolare ebbe la disgrazia di rovesciare il calamaio, e due di noi accorsero prima del bidello a impedire che si macchiassero le carte preziose, il sentirgli poi dire, con quel suo flauto, che l’inchiostro gli metteva paura se usciva violentemente dal calamaio, mi fece perdere un po’ d’ammirazione per il professore, per la letteratura e per la poesia.
Non avevo io ragione? A che serve essere tanto letterati, tanto professori, recitare così bene le poesie se, a cinquant’anni sonati, un calamaio, rovesciandosi, può guastare la nostra felicità?
E veramente quel giorno il professore fu infelicissimo; mi ricordo che noi applaudimmo più delle altre volte per fargli passare la paura, ma non vi fu verso; se n’andò sconsolato.

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titolo:
Il numero 13
sottotitolo:
Racconto
titolo per ordinamento:
numero 13 (Il)
descrizione breve:
Breve gradevole fresco racconto nel quale due fanciulle in età da marito, amiche ed entrambe orfane di madre, sono oggetto della ricerca di un marito giusto da parte del rispettivo padre. Premessa al testo la prefazione "Come si scrive un romanzo?"
autore:
opera di riferimento:
Il numero 13 : racconto ; Prefazione : Come si scrive un romanzo? / Salvatore Farina. - Milano : Galli, 1895. - 166 p. ; 20 cm.
licenza:

data pubblicazione:
14 settembre 2022
opera elenco:
N
affidabilità:
affidabilità standard
digitalizzazione:
Distributed proofreaders, https://www.pgdp.net/
impaginazione:
Claudio Paganelli, paganelli@mclink.it
pubblicazione:
Claudio Paganelli, paganelli@mclink.it
Claudia Pantanetti, liberabibliotecapgt@gmail.com
revisione:
Barbara Magni, bfmagni@gmail.com