Umberto Fraccacreta nacque a San Severo in provincia di Foggia il 29 giugno 1892. Il padre Michele era avvocato e proprietario di terre e la famiglia era legata da secoli alla terra della Capitanata. Matteo Fraccacreta, il maggiore storico della Puglia daunia, era suo antenato, e il nonno, medico, abbandonò la professione per dedicarsi all’agricoltura impegnandosi con i fratelli nel dissodamento del tavoliere dopo l’abolizione, nel 1865, del regime che vincolava le terre alla pastorizia.
Era terzo di sette tra fratelli e sorelle ed ebbe educazione molto severa temperata dalla dolcezza materna. Alla madre, Angiolina Sassi, Umberto era molto legato.
Imparò greco e latino privatamente da un vecchio maestro. Studiò al liceo classico a Lucera ed ebbe come insegnanti Manara Valgimigli per latino e greco e Ezio Levi per l’italiano. Dopo la licenza liceale il padre volle che studiasse legge a Roma; ma, dopo aver conseguito la laurea, riprese contro la volontà paterna gli studi letterari che erano la sua vera vocazione. A Roma seguì anche i corsi di inglese e tedesco, quest’ultimo con Borgese come insegnante, e nel 1922 si recò all’estero per il perfezionamento. Nell’aprile del 1923 tuttavia la malattia invalidante del padre lo indusse a far ritorno a casa e a prendere le redini della famiglia.
L’attività di poeta ha radici nella giovinezza. Fece leggere alcuni componimenti ai suoi insegnanti nel 1917-18 senza riceverne alcun incoraggiamento. Nel 1919 inviò un gruppetto di liriche a Benedetto Croce che invece rispose con una cartolina incoraggiante definendo le poesie di Umberto “molto pregevoli per semplicità e garbo, come ormai fatte rarissime”. Ne riparlò ai suoi insegnanti ma ancora senza risultato. Decise quindi di dedicarsi alla musica, come facevano tutti in famiglia, coadiuvato dal pianista romano Bajardi. Passarono dieci anni senza che componesse un solo verso.
Nel 1928 fu invitato a Napoli dal Levi che avrebbe voluto leggere le novità che avesse scritto. Vergognandosi di non aver più prodotto nulla si mise all’opera “per trasformare in canto tutta l’essenza della mia terra”. Nacque così, nel 1929, la sua prima uscita editoriale Poemetti con la prefazione del suo antico maestro, il Valgimigli, presso l’editore Zanichelli. Fu il primo passo verso il successo letterario.
Segue nel 1931 Elevazione-Liriche dedicate alla sorella Ada prossima alle nozze con l’editore Cappelli. Col medesimo editore i Nuovi poemetti dedicati alla memoria del padre.
Nel 1935 le sue poesie sono tradotte in francese da Yvonne Lenoir e nel 1938 da Pierre de Montéra.
Ancora con l’editore Cappelli pubblica nel 1936 Motivi lirici. Nel 1943 invece esce, con dedica a Manara Valgimigli, Amore e terra. Numerosi sono gli opuscoli, spesso in edizione non venale, e alcune traduzioni dal francese, ad esempio Jardin de Paris di Yvonne Lenoir. Ancora dedicato alla mamma Sotto i tuoi occhi del 1945.
Morì nel paese natìo il 22 febbraio 1947.
Postumo e con dedica a Paolo Arcari che ne scrisse un’introduzione, uscì nel 1948 presso Laterza Ultimi canti a cura di Giuseppe Petraglione e con materiale ordinato dall’autore.
Nel volume Carmina di Giovanni Pascoli sono contenute le traduzioni dal latino in prosa dei poemetti Moretum, Gallus Mariens, Ad Victorem regem anno Italiae liberatae L.
Fonti:
- Autobiografia, in C. Gentile, Poesia di Umberto Fraccacreta, Foggia 1956.
- O. Marangelli, Umberto Fraccacreta, Foggia 1932.
- Zuppa, Il poeta del Tavoliere: Umberto Fraccacreta; in “Il Sud letterario”, anno II, n. 2 aprile-maggio 1948.
Note biografiche a cura di Paolo Alberti
Elenco opere (click sul titolo per il download gratuito)
- Amore e terra
L’amore e la terra, spesso temi fondamentali di ogni filone poetico, assumono originale predominanza nell’opera di Fraccacreta. Questi componimenti lasciano un’impronta suggestiva e caratteristica nel campo della poesia georgica e pongono il Fraccacreta tra i cantori mistici e profondi della sua terra, la Daunia agricola e pastorale.