Un anonimo “giornale” coevo – custodito anch’esso presso la Biblioteca Braidense di Milano e nel quale si ricostruisce l’intera vicenda della fiera nel milanese – attribuisce il presente volume e l’idea (poi non attuata) dei Roccoli ad Agostino Gerli, noto intellettuale e “sperimentatore” dell’epoca.
Dall’incipit del libro:
Nel generale allarme, in cui si trova la parte Superiore del Ducato Milanese per una, o più Fiere, la cui vera specie non è ancora accertata, ma che ha già fatti sentire li dolorosi effetti della sua ferocia colla uccisione di parecchi fanciulli, diventa dell’interesse di ogni buon Cittadino lo studiare li mezzi del liberare la Patria da questa disgrazia; E poiché le caccie clamorose sino ad ora con molto dispendio eseguite non hanno prodotto il desiderato effetto, e tuttora la Campagna viene infestata dalla Bestia feroce, se pure è sola, conviene rintracciare alcun mezzo per sorprenderla senza azzardare la Vita de’ Cittadini tanto più, che da’ generali rapporti ella si mostra assai maliziosa per saper eludere gli agguati, che le vengono tesi.


