Andor GáborAndor Greiner Gàbor nacque a Újnéppuszta – oggi Rinyaújnép nella contea di Somogy in Ungheria – il 17 gennaio 1884 (il 20 gennaio secondo altre fonti). Il padre József Greiner era un commerciante di candele e la madre si chiamava Emma Grosz. La famiglia si trasferì a Budapest nel 1890 e visse in gravi ristrettezze economiche. Già durante gli anni universitari i suoi scritti furono pubblicati da vari giornali (Polgár, Egyenlőség, A Hét, Pesti Naplo) e principalmente da stampa ebraica sulla quale trovarono spazio alcuni suoi scritti di accesa polemica nei confronti dell’antisemitismo ungherese. Imparò a padroneggiare le lingue straniere: inglese, francese, tedesco e italiano lavorando alacremente come traduttore.

Nel 1903, su richiesta della Società Kisfaludy, tradusse il poema narrativo, testo cardine dell’epopea provenzale, in 12 canti, Mirèio di Frédéric Mistral e poi la Chanson de Roland. Con la versione poetica di Mirèio vinse il premio Kossuth istituito dall’Accademia di Budapest; e ancora non aveva compiuto vent’anni. Fu anche traduttore di poeti italiani, in particolare di Gabriele D’Annunzio, Ada Negri e Annie Vivanti e tradusse dal tedesco opere dello svizzero Gottfried Keller e di Theodor Storm, le poesie del poeta belga di lingua francese Émile Verhaeren e altri.

Negli anni ’10 divenne un popolare autore di testi utilizzati nei teatri cabaret ai quali conferì una spiccata impronta politica. Ma raggiunse il successo anche e soprattutto con le sue commedie, e fu autore di romanzi satirici e libri di poesia. L’interprete preferito per queste commedie era l’attore Hussar Pufi (poi Charlie Puffy per la sua carriera Hollywoodiana), il quale ebbe poi una carriera cinematografica di tutto rispetto (134 film) interpretando personaggi corpulenti anche in film di registi come Fritz Lang e Max Reinhardt.

Durante la prima guerra mondiale (1914-1918) Gàbor partecipò al movimento civile antimilitarista guidato da Ervin Szabo. In quegli anni si dedicò alla sceneggiatura di alcune sue commedie per la trasposizione cinematografica (Ciklámen,Palika). Nella rivoluzione democratica borghese del 1918 lavorò a fianco del Consiglio nazionale e si entusiasmò per la rivoluzione russa. Ancor prima della proclamazione della Repubblica dei Consigli ungherese, entrò in contatto con Béla Kun e nel 1919 partecipò al movimento proletario. Al termine della breve esperienza – solo 133 giorni – del governo dei soviet, il 1° agosto 1919, offrì ospitalità a casa sua a Kun e alla sua famiglia ma questa prospettiva non si concretizzò.

Intanto il 14 giugno 1919 si era sposato per la seconda volta con l’attrice di cabaret Ferike Vidor. La prima moglie era stata l’attrice comica Ilona Kökeny la quale ebbe su di lui una non trascurabile influenza per avviarlo all’attività di scrittore teatrale. Fu arrestato e rilasciato dopo poche settimane ed emigrò a Vienna, dove divenne promotore e giornalista del quotidiano radicale borghese “Bécsi Magyar Újság” rappresentando all’interno di questa iniziativa la tendenza comunista e attaccando nei suoi articoli il governo Horthy e Oszkár Jászi. Questo quotidiano fu fondato, curato e gestito da emigranti ungheresi fuggiti a Vienna dopo la prima guerra mondiale e le rivoluzioni. I direttori e punti di riferimento intellettuali furono Lajos Róna, Jenő Lázár e poi György Bölöni. Le pubblicazioni durarono dal 31 ottobre 1919 al 26 dicembre 1923.

Nel 1923 sposò Olga Halpern Rapapov, con la quale divise il resto della sua vita e con la quale riposa oggi nella stessa tomba, a Budapest. A Vienna scrisse anche le sue prime poesie patriottiche (Az én hazám “La mia patria”, 1920; Világomlás “Crollo del mondo”, 1922; Mert szégyen élni és nem kiáltani “Perché è vergogna vivere e non gridare”, 1923) che risentono degli influssi di Heine e di Brecht. Fu espulso dall’Austria all’inizio del 1926. Nel frattempo si era recato più volte a Parigi e nella Francia settentrionale per stringere rapporti con il Partito Comunista.

Si stabilì a Berlino e qui fu corrispondente per “Ogonyok” e “Pravda” ed entrò a far parte del gruppo di lavoro di Vörös Segely curando le pubbliche relazioni di “Die Rote Fahne”. Nel 1929 entrò nella redazione di “Linkskurve”, giornale dell’Unione degli scrittori proletari-rivoluzionari. Di questo periodo rimane molto noto il suo articolo Zwei Bühnenereignisse nel quale sostenne la posizione di Lukács nella polemica con Brecht. In questo articolo attaccava le idee “false fuorvianti” di Brecht riferendosi principalmente alla prefazione di Mahagonny accusandolo di “idealismo” per aver creato un dualismo tra sentimento e ragione – critica che Brecht stesso in realtà previene sottolineando che si tratta solo di uno spostamento di accento, di enfasi – per cui il suo personaggio non poteva o non voleva rappresentare sulla scena l’uomo come ama e come vive nella sua pienezza di vita sia emotiva che razionale, ma creava invece uno “ stadio di coscienza e di non essere” che può solo essere apprezzato da “idealisti borghesi”.

Nel 1933, all’avvento al potere di Hitler, si trasferì a Mosca, dopo un breve soggiorno a Praga. Da Mosca riprese i contatti con l’ambiente letterario ungherese e nel 1938 divenne direttore della rivista “Új Hang”. Entrò a far parte della redazione del giornale “Igaz Szo” e di Radio Kossuth. Durante il soggiorno moscovita scrisse saggi, novelle e poesie patriottiche e antifasciste, tradusse opere di Hauptmann, Čechov, Gor’kij e altri autori russi.

Nel 1945 al termine della guerra tornò in Ungheria e lavorò con i giornali “Szabad Nép”, “Új Szó”, “Szabadság”, “Vílagosság”. Riprese anche l’attività di sceneggiatore per il cinema per il film Mágnás Miska del 1949. Tra il 1950 e il 1953 fu caporedattore del settimanale satirico Ludas Matyi. Morì a Budapest il 21 gennaio 1953. La sua vedova, Olga Halpern, istituì il Premio Andor Gábor nel 1958.

Pur se principalmente scrittore umorista, i suoi scritti ebbero funzione di battistrada per l’emergere della letteratura socialista in Ungheria. Come poeta il suo periodo migliore è considerato quello viennese. Le sue commedie furono tradotte in tedesco, italiano, polacco e russo; sue poesie e racconti in bulgaro, francese, ebraico, portoghese, rumeno e spagnolo. La traduzione tedesca della sua commedia del 1918 Doktor Senki fu un grande successo.

Fonti:

Note biografiche a cura di Paolo Alberti

Elenco opere (click sul titolo per il download gratuito)

  • L’ora azzurra
    Commedia in tre atti
    I colpi di scena si susseguono, in questa commedia del 1916, sotto lo sguardo ironico del personale di servizio dei vari interpreti di questo intreccio che ruota intorno al mondo del teatro. La vicenda amorosa si snoda a partire dalle due protagoniste, un’attrice e la giovane moglie di un politico, diverse nell’aspetto solo per il profumo che usano.
 
autore:
Andor Gábor
ordinamento:
Gábor, Andor
elenco:
G