Angelo GattiAngelo Gatti nacque a Capua il 9 gennaio 1875, in una famiglia di militari, primogenito di Giacomo, piemontese, maestro di banda, e Anna Maria Grasso, siciliana.

Seguendo la tradizione di famiglia venne avviato alla carriera militare che si dipanò dal 1890, data della sua ammissione alla Scuola militare di Napoli, al 1912 quando venne, giunto al grado di capitano, nominato professore di storia e arte militare alla scuola di guerra di Torino.

Proprio in quel periodò divenne collaboratore della «Gazzetta del popolo» con articoli non solo di argomento militare ma anche di storia e letteratura. Diventato capitano di Stato maggiore e trasferito a Milano, Luigi Albertini lo volle come collaboratore militare del «Corriere della sera», collaborazione che durò dal 1914 al 1926.

Gli articoli del primo periodo, che precedono l’entrata in guerra dell’Italia, vennero poi raccolti in volume con il titolo La guerra senza confini osservata e commentata: primi cinque mesi (agosto-dicembre 1914) ed evidenziano un posizione non certo entusiasta in merito all’intervento italiano. Ma quando questo intervento divenne operante lo accettò disciplinatamente e fu capo di stato maggiore col gen. Cantore e, dal 1916 col gen. Giardino. Sempre operando nella zona del fronte ne ebbe conoscenza diretta e ne fu osservatore attento. Poiché la sua attività di pubblicista e giornalista era già ampiamente nota per le sue collaborazioni alla «Gazzetta del popolo» e al «Corriere della sera», il comandante Cadorna lo promosse al grado di colonnello di Stato maggiore, come capo dell’Ufficio storico del Comando supremo. Potè quindi assistere ai momenti più importanti della guerra tra il maggio 1917 e la fine del conflitto.

Importante anche la sua attività di conferenziere a scopo di propaganda. Fu presente sia al convegno di Rapallo (6-7 novembre 1917) che al Consiglio superiore di guerra interalleato di Versailles, come segretario particolare di Cadorna (dicembre 1917 – febbraio 1918).

Col conflitto ancora in corso sposò per procura Emilia Castoldi il 22 novembre 1917. Al termine della guerra abbandonò la carriera militare e si stabilì a Milano alternando questa residenza con quella nella sua proprietà di Camerano Casasco presso Asti e si dedicò a tempo pieno all’attività di pubblicista e di scrittore.

Fino al 1926 l’attività di scrittore di Gatti si focalizza sugli eventi militari, con spirito divulgativo più che di storico rigoroso. L’intento di questi scritti è prevalentemente propagandistico, ma la conoscenza diretta dei fatti narrati, che l’autore aveva acquisito, pur se osservati con l’occhio del militare di carriera, li rende comunque documenti che manifestano notevole indipendenza di giudizio. L’attività diaristica offre forse interesse anche superiore ed è stata quasi interamente pubblicata postuma.

Questi scritti di argomento militare sono poi raccolti nei volumi: Nel tempo della tormenta (Milano 1923), La parte dell’Italia. Rivendicazioni (Milano, 1926), che raduna gli scritti che vanno dall’ottobre 1917 alla fine del 1925 e sono relativi alla disfatta di Caporetto e al ruolo dell’esercito italiano nella vittoriosa fase finale del conflitto.

Altri saggi di più ampio respiro uscirono su «La Rassegna italiana» del 1923-24, mai raccolti in volume. Mentre furono editi i testi di numerose conferenze tenute durante e dopo la guerra: La guerra (1915); L’Italia in armi (1916); Le presenti condizioni militari della Germania (1916); Servire! (1917); Per l’aspra via alla meta sicura (1917); Per la nostra salvezza (1921); Il problema sociale della nazione armata (1921).

Al fianco di questi scritti di argomento militare iniziano a comparirne altri di impronta più spiccatamente saggistico-letteraria: Uomini e folle di guerra (1921) e Uomini e folle rappresentative (1793-1890): saggi storici (1925).

I testi diaristici sono invece: Tre anni di vita militare italiana: novembre 1920 – aprile 1924 (1924), e quelli postumi relativi al servizio del Gatti presso il Consiglio superiore interalleato a Versailles (curato del fratello Carlo Gatti nel 1958, con il titolo Un italiano a Versailles: dicembre 1917 – febbraio 1918) e agli eventi di Caporetto (Caporetto. Dal diario di guerra inedito, maggio-dicembre 1917, a cura di A. Monticone, Bologna 1964). Si tratta di testi certamente attendibili, anche grazie alla sua posizione di “storico del conflitto” che gli aveva consentito di accedere a documenti originali e ufficiali, e al fatto che fu testimone diretto di numerosi avvenimenti cruciali. Sembrerebbe che la ragione per la quale questi diari non furono pubblicati, come era intenzione dell’autore, fin dal 1925, sia stata sostanzialmente l’identificare Badoglio tra i responsabili principali della disfatta di Caporetto.

L’improvvisa morte della moglie, il 27 febbraio 1927, fu certamente alla base della profonda crisi spirituale del Gatti che si ripercuote sulla sua attività di scrittore indirizzandolo alla narrativa. I suoi precedenti giovanili non sono memorabili: una raccolta di liriche, Giovinezza (Piacenza 1899), i bozzetti di L’orecchio di Dionigi. Scene (Milano 1902) e la commedia La via chiusa (Milano 1909). L’attività di “storico” permane solo in quanto direttore della collana di Mondadori “Collezione italiana di diari, memorie, studi e documenti per servire alla storia della guerra del mondo”.

Nel 1930 viene dato alle stampe il fortunatissimo romanzo Ilia e Alberto (Milano 1930; nel 1947 aveva raggiunto la 14ª ed.), dove la vicenda dell’amore del Gatti per la moglie scomparsa diventa la storia di un’anima che, oltre la morte, opera nell’interiorità di chi è sopravvissuto ed è rimasto fedele. Ha così inizio una vasta produzione narrativa, che contribuì certamente a fargli ottenere, nel 1937, la nomina ad accademico d’Italia.

I tratti sostanziali di Ilia e Alberto evidenziano come le scelte letterarie dell’autore siano in direzione del romanzo psicologico tardo-ottocentesco con una preponderanza di tematiche spiritualistico-religiose che non trascura però di descrivere efficacemente l’umanità “media”. Il volume Le massime e i caratteri (1934) è forse l’esempio più rappresentativo di questa intenzione dell’autore di convergere in un insieme indissolubile gli aspetti psicologici e quelli pratici degli Italiani contemporanei. Il progetto ebbe un seguito parziale con il volume Ancoraggi alle rive del tempo (1938), una raccolta di articoli apparsi prevalentemente sul «Popolo d’Italia».

Sul versante narrativo questa attenzione del Gatti si concretizza con Racconti di questi tempi (1935) e La terra. Racconti del paese di Camerano (1939) dove emerge la denuncia del disagio, che sconfina spesso nella disperazione, portato dalla moderna società urbana contrapposto alla serenità spirituale e religiosa apportata dal lavoro campestre.

Poeticamente lo stesso tema viene sviluppato nei volumi Canti delle quattro stagioni (1936, in parte ripresa di poesie di Giovinezza) e Villaggio povero (1940, nuova redazione di due sezioni del volume precedente).

Troviamo inoltre un profilo biografico dedicato a Il generale G. Washington (Roma 1932) e un articolo celebrativo del Ventennale della Vittoria (in «Nuova Antologia», 1° novembre 1938).

L’attività di conferenziere fu prevalente negli ultimi anni della sua vita. I testi di questo periodo sono raccolti nel volume Discorsi (postumo a cura di Carlo Gatti, 1958)e Sulle vie dell’epopea (1941).

Nell’unica opera narrativa di questo periodo, il romanzo Il mercante di sole (1942), viene riproposta la visione dei precedenti volumi di racconti in forma ancora più amara e pessimista, sempre assumendo come sfondo il mondo contadino dell’astigiano che l’autore conosceva molto bene.

Nelle ultime due opere, L’ombra sulla terra. Storia sentimentale di tempi feroci (1945), diario intimo del tempo di guerra (scritto tra l’ottobre 1942 e il maggio 1944) e Risucchi (1947) i toni della narrazione si fanno ancor più tenebrosi sempre tenendosi in equilibrio tra narrazione e introspezione.

Morì a Milano il 19 giugno 1948.

Fonti:

  • L. Mascheroni, Angelo Gatti. L’uomo, lo scrittore, Milano 1958.
  • Voce “Angelo Gatti” nell’enciclopedia Treccani:
    http://www.treccani.it/enciclopedia/angelo-gatti_(Dizionario-Biografico)/
  • F. Flora, Storia della lett. italiana, V, Milano 1972, p. 716.
  • Atti della giornata di studi su Angelo Gatti, Asti 1999.
  • F. Valsecchi, Angelo Gatti, storico dell’ultima guerra del Risorgimento, Estr. da «Nuova antologia», 1959, n. 1900.

Note biografiche a cura di Paolo Alberti

Elenco opere (click sul titolo per il download gratuito)

  • La guerra
    Conferenza tenuta a Milano per incarico dell'associazione liberale
    L'autore pronuncia e pubblica questo discorso subito dopo la nomina a capitano di stato maggiore. Evidente come senta molto la tradizione militare che caratterizzava la sua famiglia, appena stemperata dalla sua propensione agli studi umanistici.
  • Ilia ed Alberto
    Romanzo
    Pubblicato in prima edizione nel 1930, tre anni dopo la morte della moglie Emilia, e investito da grande successo di critica e pubblico, fino a conoscere 14 edizioni con l’autore ancora in vita, viene poi via via dimenticato nel dopoguerra e solo nell’ultimo decennio rispolverato con nuove edizioni critiche. Largamente autobiografico, la storia del grande amore di una ricca coppia borghese infranta dalla prematura e improvvisa morte di lei, consente ad Alberto di ritrovare la moglie oltre la morte.
  • Il mercante di sole
    Romanzo
    Il Monferrato, che l'autore ben conosce, – Alliano Villalta è in realtà Camerano Casasco, località dei possedimenti della famiglia dell'autore – è preso ad emblema della civiltà contadina in trasformazione nel periodo che intercorre tra le due guerre. Nel 1969 Virginia Galante Garrone curò un'edizione scolastica ridotta di questo romanzo da alcuni considerato tra i più belli del secolo scorso. Vittorio Croce ne ha curato nel 2008 una nuova edizione edita da un piccolo editore astigiano.
  • Servire!
    Discorso pronunciato al Teatro Lirico di Milano l'11 dicembre 1916
    Il 12 dicembre 1916 il cancelliere tedesco Theobald von Bethmann Hollweg lancia una proposta di negoziato di pace. Lo scopo era, secondo la maggioranza degli storici, indebolire i governi dell'Intesa e cercare di tenere tranquilli gli Stati Uniti. Sidney Sonnino rispose in parlamento il giorno successivo e spiegò il 18 dicembre le ragioni per le quali i governi dell'Intesa rigettavano le proposte germaniche.
 
autore:
Angelo Gatti
ordinamento:
Gatti, Angelo
elenco:
G