The Doctor, His Wife and the Clock fu pubblicato nel 1895 a West Chester in Pennsylvania. Venti anni dopo, nel 1915, l’autrice utilizzò la trama per inserirlo però in The Golden Slipper and other problems for Violet Strange, cambiando di fatto la vicenda investigativa in quanto nella seconda versione il “detective” non è Ebenezer Gryce ma Violet Strange. Quella che presentiamo in questo e-book è la prima e tuttora unica “traduzione” italiana della prima versione del romanzo. Da qualche mese è però disponibile in libreria la traduzione a cura di Beniamino Vignola, traduzione che ha come riferimento la rielaborazione dell’autrice di venti anni successiva alla prima edizione.
Abbiamo virgolettato il termine “traduzione” perché non credo sia esatto definirla così. Ci troviamo di fronte a un testo ampiamente riscritto dal traduttore che racconta la vicenda a suo modo, rispettando a grandi linee lo svolgimento dell’intricato evento delittuoso, ma modificando la struttura narrativa (in originale il racconto non viene fatto in prima persona da Ebenezer Gryce a un suo conoscente ma la narrazione è in terza persona), i nomi (e sarebbe il meno) e numerosi aspetti più o meno importanti tra i quali l’inserimento del particolare che consente il titolo italiano del romanzo, particolare che nell’originale non si trova. Il finale, pur garantendo l’aderenza della soluzione dell’indagine a come è presentata in originale, tuttavia apporta variazioni significative sulle modalità attraverso le quali i protagonisti giungono a scontare la loro colpevolezza. L’originale inglese del 1895 è stato digitalizzato nel Progetto Gutemberg.
Poiché le varianti non trovano giustificazione in necessità editoriali di spazio, né mi pare probabile che siano conseguenza di esigenze di censura, sembrerebbe invece che Pitta avesse letto il romanzo ma non lo avesse sott’occhio al momento del suo lavoro di traduttore, e abbia narrato la vicenda così come la ricordava apportando le modifiche a suo gusto ed estro.
L’investigatore, protagonista di molti romanzi di Anna Green, Ebenezer Gryce, affronta un difficile caso dove l’omicidio sembra privo di qualunque movente. La sua attenzione si focalizza però, dopo qualche tempo, su una coppia di coniugi, vicini di casa della vittima, che sono un medico cieco e la sua bellissima moglie, i due protagonisti del titolo originale. Il terzo “protagonista” è l’orologio che fornirà la prova decisiva e darà l’avvio al finale tragico. La vena inventiva dell’autrice è salvaguardata nella traduzione, peccato però che sia stata stemperata dall’indubbia abilità di “giallista” e di narratore di Alfredo Pitta, senza tuttavia diminuire il piacere della lettura per chi ama il genere “giallo”.
Sinossi a cura di Paolo Alberti
Dall’incipit del libro:
— Non dimenticherò mai quella notte – cominciò Gryce, avvolgendosi freddolosamente intorno alle gambe ormai paralizzate una coperta da viaggio, nonostante il fuoco che ardeva nel caminetto. – Era il 17 luglio, me ne ricordo ancora: ed ho ben motivo di ricordarmene, poichè sebbene allora fossi agli esordi di una carriera che, lasciatemelo dire, si svolse poi troppo brevemente ma non ingloriosamente, mai negli anni successivi mi son trovato a dover trattare un caso più terribile, più denso di mistero, e che si aggrovigliava man mano che si sarebbe potuto credere venisse invece a chiarirsi. In seguito, sì, ho dovuto occuparmi di altre tragedie, di foschi drammi, facendo luce sui quali ho potuto acquistarmi qualche rinomanza sino a che il disgraziato incidente che sapete non è venuto a rendermi quasi invalido; ma quello che fu chiamato a suo tempo Il mistero della Colonnata m’è rimasto più degli altri impresso nella memoria, forse perchè fu uno dei primi casi in cui avessi una certa autonomia, forse per l’agitarsi delle passioni che lo illuminarono sinistramente di una luce quanto mai fosca e dolorosa.

